Omaggio di Fiesole a Berardi, architetto e pittore

Fiesole – Fiesole celebra l’architetto e l’artista Pier Niccolò Berardi a trent’anni dalla sua scomparsa. Dal primo giugno al 14 luglio 2019, al Basolato di Fiesole una mostra ripercorre la sua intensa attività dagli inizi degli anni Trenta, fino alla fine degli anni ’80.

Una vita professionale dove hanno convissuto due sue grandi passioni, l’arte e l’architettura. Ricordare Berardi attraverso un percorso espositivo permette di conoscere la sua storia contestualizzata all’interno di un periodo temporale ricco di eventi, trasformazioni epocali ed evoluzioni storiche.

Un percorso curioso quello di Berardi, un intreccio di creatività, espresse attraverso una perfetta compenetrazione fra dipinti, progetti e fotografie. Con un punto fermo, per sempre: Fiesole. Da questo delizioso centro di origini etrusche, che si affaccia su Firenze, nasce il 3 ottobre 1904 e ancora giovane frequenta lo studio dello scultore Carlo Rivalta.

Si laurea in architettura nel 1928 a Roma, alla Scuola Regia, proprio nel periodo in cui la storia viene investita dalle fastose opere architettoniche “razionali” del regime. Partecipa, vincendo, il concorso per la realizzazione della Stazione ferroviaria di Santa Maria Novella con il “Gruppo Toscano”, diretto da Giovanni Michelucci, insieme a Nello Baroni e Italo Gamberini.

La sua attività prosegue dopo le nefandezze della guerra. Con Tullio Rossi, dello Studio San Giorgio lavorò al recupero della Firenze devastata progettando gli edifici distrutti intorno il Ponte Vecchio.  Lavora in Toscana, in Italia e all’estero a progetti importanti, facendosi conoscere e apprezzare ovunque. Contemporaneamente conduce una ricerca sull’architettura contadina, producendo un archivio fotografico di notevole interesse che sarà esposto presso la Triennale di Milano nel 1936. Tra le sue opere, frutto dell’architettura razionale a cui aveva aderito, c’è il Museo di porcellane della Richard Ginori di Doccia.

Molte le amicizie e le frequentazioni di Berardi. Da Giò Ponti e Guido Settepassi, Claudio Pontello, Giovanni e Andrea Nasi, Raimondo Visconti di Modrone, Indro Montanelli e Riccardo Muti.

Alla sua attività di architetto affianca l’attività pittorica. Con la sua Fiat 600 Multipla, adattata a camper, viaggiava e dipingeva il paesaggio toscano in tutte le sue sfaccettature, dalle marine alle colline. Opere che raccontano un periodo storico ben definito in un sodalizio culturale con artisti protagonisti del Novecento come Ottone Rosai, Giovanni Colacicchi, Mario Romoli, Primo Conti e Guido Capocchini. E sullo sfondo sempre la sua amata Fiesole. “Mentre progettavo queste case, pensavo soltanto alla mia Fiesole, ai contadini di quel luogo. – Scriveva Berardi – Studiavo un modulo, una misura umana che nessuno prima aveva usato”.

Scrive di lui Cosimo Carlo Mazzoni: “Chi aveva B. come compagni di percorso e d’ispirazione, come amici e sodali in quest’esperienza di architettura e pittorica? Vorrei citare ora gli amici, i conoscenti, i committenti, i collaboratori che principalmente a Fiesole si incontrano, traggono le reciproche fonti d’idee e di dialogo. Non soltanto architetti e pittori, di cui si dirà tra poco. E se è vero che il mestiere di architetto e di pittore in qualche modo si avvicinano e talvolta si compenetrano, qui in B. trovano una delle fisionomie più riuscite”.

E continua: “Lo vediamo vagare per la campagna toscana assieme ad Alberto Caligiani, o a Guido Capocchini, o magari a Bruno Innocenti, alla ricerca di un punto d’ispirazione, di un’inquadratura che potesse “andar bene”… Quelle inquadrature sono poi diventate case, non più rurali ma dimore raffinate dotate sì di tutti i confort necessari, o indispensabili, a chi ci doveva abitare, ma che avevano il nesso costante e ineludibile alla sua fonte primaria: e che si può benissimo sintetizzare nella ricerca dell’armonia col paesaggio, con la natura, o meglio ancora col territorio… Le sue case avevano  – sempre – la campagna come luogo necessario nel quale dovevano essere inserite e quasi compenetrarsi”.

La mostra, curata dall’architetto Marco Romoli, suo allievo e collaboratore, con il sostegno della figlia, Antonella Berardi, patrocinata dalla Regione Toscana, dal Comune di Fiesole e dalla Fondazione Giovanni Michelucci.

 

Pier Niccolò Berardi e Fiesole
Basolato di Fiesole, Piazza Mino 24, Fiesole
1 giugno – 15 luglio 2019
Orari: martedì – venerdì 11.00 -13.00 / 16.00 – 20.00. Sabato e domenica11.00 – 20.00. Lunedì chiuso
Info: 055 599651 – giada@montececeri.it

Ingresso libero

 

 

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