Firenze – Presidio e sciopero, stamattina, alla Burberry Manifattura srl, via delle Fonti 10, in cui lavorano circa un centinaio di maestranze nel settore della pelletteria. Lavoratori che hanno incrociato le braccia in mattinata in solidarietà con un collega, un giovane operaio 32 anni, cui non è stato confermato il contratto, “nonostante – sottolinea il rappresentante sindacle Massimo Bolllini – si sia in un’azienda in cui si fanno straordinari durante la settimana, il sabato e talvolta anche la domenica”.
“Dopo quasi 4 anni di anzianità aziendale la Burberry ha deciso di non confermare il lavoratore” spiega Bollini. In realtà, la situazione è complessa e semplice al tempo stesso. Semplice, dal punto di vista del lavoro: di fatto, il dipendente ha lavorato con continuità nella stessa azienda. Complessa, dal punto di vista formale, dove le cose non sono così lisce: infatti, fino a settembre 2018, l’attuale azienda risultava cointestata a tre aziende diverse, che tuttavia, come in un gioco di scatole cinesi, appartenevano allo stesso “padrone”. Però, essendo giuridicamente tre, avevano messo in opera contratti differenziati, sempre tuttavia non indeterminati, al lavoratore. Il subentro della Burberry avveniva il 19 settembre 2018, e ad oggi, la scadenza del contratto, il lavoratore non è stato confermato, pur essendoci l’anzianità e la continuità del lavoro. Una scelta che non è un licenziamento, che pur essendo un evento traumatico comporta almeno la corresponsione di una disoccupazione. No, il contratto non è stato semplicemente confermato. Chiuso il lavoro, chiusi i rapporti con l’azienda. E i quattro anni precedenti? … Persi, semplicemente.
Una situazione che ha fatto scattare l’immediata reazione dei lavoratori che, organizzati dalla Filctem Cgil, hanno messo in atto subito le prime misure: alta l’adesione allo sciopero e al presidio, e un sentimento che prevale: “E’ un’ingiustizia, a rimetterci è sempre chi lavora”.