Firenze – Domenica 26 maggio si rinnova la carica di Sindaco di Firenze e fra poche settimane si rinnova anche quella del suo Grande Elemosiniere. Nelle prossime settimane Umberto Tombari, avvocato e professore ordinario di Diritto commerciale all’Università di Firenze, lascerà la sua carica di presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze dopo un quinquennio nel quale si è rafforzato il ruolo chiave per lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio fiorentino.
I dati sono stati forniti oggi nel corso di un evento al Teatro Niccolini che è stata la conferma dell’attenzione che da qualche anno la fondazione bancaria pone nella comunicazione secondo il motto ribadito dal direttore generale Gabriele Gori “tenere conto/dare conto” alla comunità degli stakeholder.
Due numeri su tutti quelli presentati nel talk show presentato da Giacomo Guerrini: il patrimonio netto è aumentato di 354,9 milioni milioni e il fondo di stabilizzazione erogazioni è cresciuto del 100% da 40,5 a 82,9 milioni. In tutto – ha spiegato Tombari – sono calati sulla città 170,1 milioni al netto di 145 milioni di imposte la cui esplosione rende ancora più evidente la dimensione della crescita dell’attività.
Le delibere di concessione di contributi sono state 3.494 contro le 3.008 del quinquennio precedente. “Il tutto aumentando i costi di funzionamento della macchina di soli 4,4 milioni di euro in cinque anni, con un organico passato da 29 unità di inizio mandato alle attuali 35 unità’’.
Insomma soddisfazione generale per dei risultati che sono secondo Gori il frutto di una “prudenza coraggiosa”, con scelte oculate (bilancio certificato da Kpmg, agenzia di vigilanza, adeguamento ai protocolli Acri – Mef) e “processi e procedure tracciabili”, attenzione costante nelle operazioni finanziarie (Asset Allocation Strategies) al rapporto fra rischio e rendimento e alla diversificazione.
Così con la vendita delle azioni detenute di Banca Cassa di risparmio e di Banca Intesa e le relative operazioni finanziarie realizzate con la consulenza dell’Agenzia indipendente Cambridge, la Fondazione ha realizzato 800 milioni di liquidità e ora presenta un patrimonio netto di 355 milioni (37,7 nel quinquennio precedente) e una liquidità di 250 milioni (32 ). Da notare che parte dei ricavi viene dai dividendi delle partecipazioni in Banca Intesa (284,5) e altri 139 da altri ricavi più del doppio di quelli della gestione precedente (57 milioni).
Al di là del bilancio positivo, Tombari ha messo in risalto il “nuovo modello più adeguato ai tempi” che ha cercato di introdurre nella Fondazione (“Non basta conoscere il passato, ma ci vuole una visione”). Nella rassegna dei cinque settori di intervento – ambiente, educazione, solidarietà, beni culturali e ricerca – l’accento stato messo sui primi tre perché sono quelli più urgenti per far fronte ai problemi sollevati da una società stressata dalla crisi e prepararla ad affrontare i cambiamenti accelerati di fronte ai quali si trova.
Il modello di Tombari è quello anglosassone ‘’di un ente filantropico moderno che cerca di comprendere le cause e le ragioni della povertà e del disagio sociale’’.
Foto: Umberto Tombari