Prato – Oggi a Prato è una bellissima giornata di primavera. Un 23 marzo 2019 che la città non dimenticherà perché è la data in cui essa ha ricacciato indietro il fantasma della memoria fascista.
In piazza delle Carceri, l’intera società civile cittadina si è ritrovata al presidio antifascista con bandiere, sigle e striscioni. In tanti hanno preso la parola per dire No alla presenza di Forza Nuova in una città medaglia d’argento alla Resistenza e per ribadire e sottolineare l’importanza della democrazia e delle libertà bandite nel ventennio fascista. Al grido di “Forza Nuova vergogna nazionale” è stato accolto invece Roberto Fiore a Prato mentre si incamminava verso il Presidio in Piazza del Mercato Nuovo, organizzato all’ultim’ora dalla Questura.
Qui con un gruppo di seguaci non più di 50 e con dei cartelloni in bianco e nero inneggianti Dio, Patria e Famiglia, hanno preso la parola Fiore e Nigro.
Terminati i discorsi i manifestanti hanno acceso dei fumogeni e urlato slogan. In piazza del Mercato Nuovo c’è da diversi anni la sede del Tempio Buddista e qui i monaci fin dal mattino presto si erano raccolti in preghiera recitando la “preghiera della luce contro le intolleranze”, (la Questura aveva vietato loro di svolgere qualsiasi attività all’aperto).
Intanto il procuratore Nicolosi ha detto che resta in piedi l’ipotesi di apologia del fascismo e che presto l’inchiesta non sarà più a carico di ignoti: ”Procederemo per individuare i profili di riferibilità della pubblicazione e della diffusione del materiale di propaganda così da poter muovere la contestazione a singoli soggetti”.
Intanto si apre il giallo dei tesserini professionali dei giornalisti impegnati nel servizio. “Informata che ai giornalisti impegnati nei servizi sulla manifestazione di Forza Nuova, a Prato, sono stati fotografati i tesserini, l’Associazione Stampa Toscana, sindacato unico e unitario dei giornalisti, si rivolge al signor prefetto e al signor questore di Prato per conoscere i motivi di tale, inusuale procedura”, è la nota, immediata, dell’Ast. “Il fatto – prosegue la nota firmata dall’Associazione Stampa Toscana – che sia stata riprodotta, e quindi conservata, la tessera professionale desta quantomeno delle perplessità e può aprire la strada a supporre che possa trattarsi di una schedatura”.
Foto: Luca Grillandini