Firenze – “L’artista Wang Yancheng è molto conosciuto in Francia dopo essersi formato in Cina e avere studiato la pittura sia tradizionale cinese, sia quella europea, specialmente degli impressionisti, e quindi è una personalità molto conosciuta”. Afferma Cristina Acidini, presidente dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, che accoglie nel suo storico spazio la mostra personale di Wang Yancheng, cinese ma residente in Francia, non lontano da Parigi.
Appena inaugurata il 5 novembre, la mostra durerà fino al 29 dicembre 2020 ma a causa delle restrizioni imposte dalla situazione contro il covid_19, probabilmente tornerà visitabile alla fine delle limitazioni, al momento prevista per il 3 dicembre.
Wang Yancheng nasce nella provincia di Guangdong. Si laurea alla Shandong University of Art e sucessivamente studia presso la Jean Monnet University di Saint-Etienne in Francia.
Ha vissuto tutti i linguaggi dell’arte approdando felicemente all’astrazione. Inizia giovanissimo attingendo dalla tradizione culturale calligrafica del suo importante paese. Conosce l’arte attraverso il padre, collezionista, poi deportato durante la Rivoluzione culturale. Durante il suo percorso la sua pittura evolve. Lascia il figurativo naturalistico allineato alle prerogative del regime, quando lascia il suo paese di origine per stabilirsi in Francia. Da allora il suo stile si modifica trovando un’espressività nuova che tende all’astratto. Un’armonia diversa che trova ispirazione in una profonda spiritualità interna, un’elaborazione continua che parte dalle sue diverse esperienze artistiche precedenti e si trasforma nelle forme attuali grazie a una grande, particolare sensibilità.
Cristina Acidini, con la sua straordinaria preparazione spiega l’eccellente pittura di Wang Yancheng: “È stato presentato da amici comuni cinesi che hanno favorito questa mostra sia quella che si tiene in contemporanea alla sua personale mostra alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Quindi l’artista sbarca in Italia in due situazioni molto prestigiose che ci propone questa sua cultura estremamente dinamica e vitale che, da un lato recupera la lettura filosofica cinese delle forze che animano l’energia universale e dall’altro fa tesoro delle esperienze della pittura francese che lo ha colpito fin da giovane in una storica mostra che si tenne a Pechino”.
L’esposizione fiorentina presenta circa venti opere, alcune di grandi dimensioni. La forza dirompente dei colori, l’impeto gestuale, la compattezza compositiva, sorprendono e attraggono come una sorgente di potente intensità.
Così conclude la presidente dell’Accademia delle Arti e del Disegno: “E quindi è un pittore molto originale e molto avanzato anche nell’informale. Ha una sua cultura figurativa personale, l’ha superata. Crea degli impasti cromatici molto rigorosi con effetti di dinamismo quasi esplosivo, giocando sugli spessori materici della pittura a olio che addirittura diventa quasi bassorilievo con i suoi colpi di pennello”.