Firenze – Una via d’acqua navigabile che avrebbe dovuto attraversare la Toscana da Firenze a Pisa e sarebbe entrata nel lago-padule di Bientina o in quello di Fucecchio per uscirne attraverso un emissario che sarebbe sboccato in mare.
Era il progetto redatto da Leonardo da Vinci all’inizio del ‘500* (ma aveva cominciato a effettuare studi dettagliati fin dal 1490) e che è riprodotto visivamente in varie carte geografiche del codice di Windsor, del codice di Madrid. e, per alcune località, anche nel codice Atlantico ,Giorgio Vasari scrisse che Leonardo “fu il primo ancora che giovanetto discorresse sopra il fiume d’Arno per metterlo in canale da Pisa a Firenze” .
Oltre al territorio della natia Vinci, Leonardo conosceva bene anche la Valdinievole e il tratto che da Vicopisano e Cascina porta a Pisa. Pensò di deviare buona parte delle acque dell’Arno in un canale artificiale interamente navigabile che avrebbe dovuto seguire un tracciato grosso modo analogo a quello dell’attuale autostrada Firenze-Mare. Da Firenze andava a Prato e a Pistoia; quindi una galleria che avrebbe consentito al canale di oltrepassare il Serravalle. Per la galleria il genio vinciano fece anche un progetto specifico di come avrebbe dovuto essere realizzata e su come effettuare l’escavazione e ipotizzò anche sistemi di chiuse e di conche per superare i dislivelli.
Poi, dal tratto fra gli attuali Monsummano Terme e Montecatini Terme, il canale avrebbe dovuto attraversare la Valdinievole, entrare nel lago-padule di Bientina (o in quello di Fucecchio) e, fungendo da emissario, proseguire verso Cascina per raggiungere il mare.
Da notare che se il percorso sembra più lungo di quello dell’Arno, si deve tener conto che il fiume fa numoerose anse alcune delle quali molto ampie(come quella da Signa a Empoli o quella da Pontedera a Vicopisano), mentre il canale sarebbe stato praticamente rettilineo quindi le due lunghezze risultavano equivalenti.
Questa nuova via d’acqua sarebbe stata utile su più fronti. Anzitutto, avrebbe dovuto servire da scolmatore per regimare le acque dell’Arno in occasione delle ricorrenti piene ed evitare le inondazioni. Inoltre, sarebbe stata una via di comunicazione veloce da Firenze alla costa; perché bisogna tener presente che l’Arno, in numerosi punti, non era navigabile e che le strade erano allora malagevoli, in parte attraversavano terreni paludosi che i carri stentavano a percorrere e i veicoli erano comunque più lenti.
Quindi, un probabile incremento delle attività commerciali ma anche uno sviluppo del territorio. Pensiamo, ad esempio, a come sarebbero cresciuti d’importanza i porti lacustri di Altopascio e di Bientina. Infine, il canale sarebbe servito alla bonifica del territorio perché avrebbe favorito il deflusso delle acque e quindi avrebbe migliorato le aree paludose che all’epoca erano assai vaste.
Un progetto lungimirante, che avrebbe modificato in meglio l’assetto del territorio nella Toscana nord occidentale e avrebbe offerto un nuovo sbocco al mare.
Naturalmente, i costi erano elevati. Ad esempio, il traforo sul Serravalle richiedeva lavori enormi. Leonardo, nel suo progetto, aveva allegato anche i disegni di potenti macchine per l’escavazione e aveva calcolato spese e tempi di realizzazione. Ma il momento era poco opportuno perché a Firenze non c’erano più i Medici ma la Repubblica che, dopo Savonarola, versava in gravi difficoltà. Inoltre, Pisa si era ribellata al dominio fiorentino e aveva ricostituito la Repubblica. Quindi, diveniva assai difficile pensare a un’opera simile proprio mentre Firenze stava cercando di riconquistare Pisa.
Proprio per favorire l’assedio posto da Firenze, Leonardo presentò anche un altro progetto per deviare l’Arno in un canale all’altezza di Cascina e raggiungere il mare, lasciando a secco Pisa che, priva di questa essenziale risorsa idrica, si sarebbe dovuta arrendere.
La realizzazione iniziò nell’agosto 1504 ma fu presto interrotta per alcuni problemi che si presentarono tanto che lo storico Ludovico Antonio Muratori scrisse “Il fiume si rise di chi gli volea dar legge”.
Circa l’assedio di Pisa si ricorda, per inciso, che il Sasso della Dolorosa, una cima dei Monti Pisani che sovrasta la Verruca è menzionato più volte da Leonardo nel Codice di Madrid (ff. 1r, 3r, 8r, 8v, 22v, 53r) sia perché da lì si diramano gli spartiacque delle vallate di Vicopisano, di Buti e di Calci ma anche perché, nel 1496,i fiorentini vi avevano costruito un possente bastione mentre combattevano contro Pisa.
Del canale e della deviazione dell’Arno non si parlò più in quando dal 1508 Leonardo si trasferì a Milano e poi a Parigi. Anche il più ambizioso progetto della via d’acqua da Firenze al mare non fu mai realizzato: questa autostrada di 500 anni fa avrebbe consentito di trasportare merci e passeggeri con un’arteria che avrebbe attraversato tutta la Toscana nord- occidentale.
Nota. Nel 1500, dopo anni passati a Milano, Mantova, Venezia Leonardo tornò a Firenze dove eccetto alcuni soggiorni presso Cesare Borgia, restò fino al 1509. Di questo nuovo periodo fiorentino si ricordano la Madonna dei Fusi e altre opere cominciate ma non portate a termine come la Pala della SS.Annunziata (alloggiava presso il convento dei frati Serviti). Iniziò anche a lavorare alla Gioconda. Numerose furono in quegli anni le sue consulenze per lavoro d’ingegneria come quello sopra descritto. Nel Codice Leicester ci sono studi sul corso dell’Arno e delle sue piene quando il fiume “non sgombera le sue acque” .Inoltrò, studiò i punti critici dell’Arno e quantificò anche tempi delle piene del fiume e dei suoi affluenti.
*estratto dalla ricerca di G.Parenti Un progetto ciclopico. Leonardo e la deviazione dell’Arno.
Bibliografia :
Roberta .Barsanti (a cura di), Leonardo e l’Arno, Pacini Editore, Pisa 2015 A.Vezzosi, Leonardo il principe del fiume, in https://www.popolis.it/leonardo-principe-del-fiume/