Firenze – “Da Firenze, dai delegati sindacali agli imprenditori, soprattutto dei settori del turismo, dell’artigianato e del commercio è arrivata una richiesta di aiuto che come Parlamento abbiamo il dovere di recepire”, così la presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, Debora Serracchiani commenta la sua giornata fiorentina caratterizzata da vari incontri con il mondo del lavoro e delle imprese.
“Firenze, come altre città d’arte – spiega la Presidente – ha subito un colpo durissimo dal lockdown, sia per il ridimensionamento della presenza turistica sia per la contrazione dei consumi, pensiamo ai pubblici esercizi e all’esigenza di tanti di lavorare da casa in smart-working. Come Camera dei Deputati, e come Commissione Lavoro in particolare, abbiamo deciso di studiare e porre in essere tutte le misure ordinarie e straordinarie al fine di garantire i livelli occupazionali, il che vuol dire investire non solo nei doverosi ammortizzatori sociali per sostenere le famiglie di chi non lavora, ma anche in misure ad hoc come aiuti specifici a determinati settori, come ad esempio moda e turismo che sono stati particolarmente danneggiati, e sgravi contributivi per nuove assunzioni. Abbiamo infatti il dovere di non far disperdere un patrimonio di imprenditorialità e di capacità che è, pensiamo ad esempio all’artigianato artistico fiorentino, unico al mondo”.
“Quanto a Firenze – conclude Serracchiani – già il ministro della Cultura Franceschini sta predisponendo azioni mirate per le città d’arte studiate a seguito di un confronto diretto con le parti sociali. Ma dobbiamo andare oltre e prevedere un piano generale per tutte le grandi città che vivono anche grazie ai lavoratori pendolari. E’ una entrata che con lo smart working è venuta meno e come Commissione Lavoro abbiamo intenzione di studiare un progetto che tenga assieme sia questa innovazione nel mondo del lavoro, che sarà sempre più diffusa, sia l’esigenza di non rendere le nostre città involucri vuoti di vita e di umanità. Vogliamo passare dalla logica emergenziale dovuta all’emergenza Covid a un progetto organico che, da una parte armonizzi i tempi di vita e di lavoro delle persone, anche incentivando lo smart-working, ma dall’altra impedisca che il lavoro da casa diventi un freno alla socializzazione vera fra le persone con la desertificazione delle città”.
Foto: Barbara Serracchiani