Parigi – Come a tutte le presidenziali Usa dal 1992, Barbie è già scesa in campo per le elezioni di novembre. Questa volta però addirittura con un’intera équipe di campagna, tutta al femminile. Attorno alla candidata, una Barbie afro-americana, la marca Mattel propone infatti un team composto da una direttrice di campagna, di una responsabile della raccolta di fondi e di un’elettrice che indossa un T shirt che inalbera la scritta “ho votato”.
Obiettivo, ha spiegato Mattel al momento del lancio, è quello di convincere bambine e ragazzine a darsi alla politica. L’iniziativa si iscrive all’interno del progetto varato nel 2018, il Dream Gap Project, in cui già si invitavano a non rinunciare alle loro ambizioni e a intraprendere carriere di loro scelta anche se nei settori tradizionalmente riserva di caccia maschile.
Per la “Barbie Campaign Team” Mattel si è pure associata con la ONG “She should run” che promuove l’impegno politico “rosa” in un paese in le donne rappresentano meno del 30% degli eletti al Congresso.
Chiaramente la Barbie candidata 2020 non ha etichette politiche e quindi è impossibile accusarla di ingerenze a favore dei democratici o dei repubblicani. Certo la scelta di una candidata di colore coincide, come rileva il quotidiano Liberation con le recenti manifestazioni antirazziste negli Usa. Mattel ha però tenuto a precisare che la scelta di una Barbie afro-americana è legata al fatto che “poche donne di colore esplorano la via della leadership politica” e la missione della celebre bambola è quella di ricordare che le ragazze devono fare ciò che desiderano e alzare la voce, se occorre.
In passato l’emblematica bambola, un successo della Mattel dal 1959, era stato oggetto di critiche perché accusata di veicolare canoni estetici dettati da una società che voleva donne “perfette”, bionde, snelle dal vitino di vespa. Via via la ditta aveva così deciso di modificare l’aspetto di Barbie avvicinandola maggiormente alla realtà, tenendo anche conto delle minoranze etniche. Già l’anno scorso aveva messo in commercio Barbie con handicap o asessuate.
Dalle elezioni del 1992 poi aveva poi lanciato ogni 4 anni una Barbie candidata, sempre con caratteristiche diverse. Se già Mattel aveva commercializzato una candidata afro-americana, è però la prima volta che investe il mercato con un’intera squadra di campagna con a disposizione anche delle schede elettorali telecaricabili. Insomma un’operazione commerciale studiata nel dettaglio. Resta il dubbio sulla sua efficacia sul fronte della lotta per la sensibilizzazione politica “rosa” .