Niente turisti: il Museo Rodin vende bronzi del maestro

Parigi –  Un museo parigino si è visto costretto a vendere opere d’arte per poter far fronte alla lunga chiusura e alla prospettiva di un futuro  senza turisti stranieri. Il museo Rodin, che ospita nel suo bel hotel particulier vicino agli Invalidi le opere di quello che viene considerato il più grande scultore del paese  ha deciso di combattere le nefaste conseguenze del coronavirus offrendo a musei e privati bronzi dell’artista.

Il museo, un’istituzione pubblica che però non riceve alcuna sovvenzione, ha così preparato un catalogo con 130  opere originali di Rodin per ovviare alla mancanza della sua principale forma di incassi, e cioè i biglietti di ingresso che generano circa 3,5 millioni di euro cui vanno aggiunti 1,5 milioni di vendite di riproduzione dei bronzi di Rodin.

Prima della crisi del Covid il museo era in attivo e puntava a chiudere l’anno con un utile di 1,4 milioni di euro. Con il lockdown invece i conti del 2020 chiuderanno con una perdita di 3 milioni di euro su un bilancio di 11. La direttrice del museo Catherine Chevillot si attende inoltre un periodo complicato almeno fino alla fine dell’anno perché i turisti stranieri  che rappresentano il 75% dei 551.000 visitatori difficilmente potranno venire a Parigi nei prossimi mesi.

Il museo, che ha riaperto le porte oggi,  ha quindi puntato sulla vendita dei bronzi dello scultore morto nel 1917 per cercare di riequilibrare i conti. Così sono stati moltiplicati i contatti con musei di tutto il mondo, gallerie e collezionisti e anche aziende.

Il museo ha la fortuna di poter mettere in vendita opere originali in quanto non solo conserva le creazioni e le collezioni dell’artista ma detiene anche i diritti dello scultore e può quindi gestire le edizioni originale e dodici tirature di ognuna delle sue opere, non una di più.

Le sue sculture più celebri, come il Pensatore, hanno già esaurito la loro quota. Le vendite sono iniziate 100 anni fa ma finora erano state vendute poche sculture di Rodin e solo ad istituzoni.  Ora, causa coronavirus, il museo ha preparato una grande offensiva : il catalogo che prima conteneva 40 opere ora ne propone 130 con l’obiettivo di attirare una clientela internazionale, istituzionale e privata . Londra e New York sono già due piazze prese di mira

 

 

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