Firenze – Comincia a diventare bollente, il caso dell’infermiere Marco Lenzoni, sotto procedimento disciplinare per aver denunciato le carenze delle disposizioni di sicurezza anti covid nell’ospedale di Pontremoli. L’azienda lo ritiene colpevole di diffamazione.
Sulla questione interviene Sinistra Italiana con una nota: “Il procedimento disciplinare a carico dell’infermiere Marco Lenzoni, colpevole di aver denunciato le scarsissime misure di sicurezza in dotazione all’ospedale di Pontremoli, è un fatto molto grave. Con la scusa della diffamazione l’azienda cerca di chiudere la bocca a un lavoratore che osa denunciare condizioni di rischio molto diffuse in queste settimane, in particolare nel sistema degli appalti”, dice il consigliere regionale di Sinistra Italiana del gruppo di Toscana a Sinistra, che esprime così piena solidarietà a Lenzoni. All’infermiere è stata notificata una contestazione disciplinare dalla Asl Nord-Ovest Toscana, in seguito alle denunce sulla mancanza di dispositivi di protezione individuale adeguati per fronteggiare l’emergenza coronavirus.
“Secondo i vertici dell’Asl ciò avrebbe creato sfiducia nei confronti dell’azienda e allarmato la popolazione durante l’emergenza sanitaria – ha aggiunto Sarti – ma è evidente che si tratta di una grave ritorsione nei confronti di chi è stato costretto a lavorare in condizioni di rischio, senza guanti e mascherine certificate. Tanti infermieri e medici sono morti in questi mesi e Lenzoni meritava piuttosto un encomio. In nessun caso la legge sui vincoli di fedeltà aziendale può togliere ai lavoratori e ai cittadini i diritti sanciti dalla Costituzione. Se deve diventare strumento di ricatto allora è meglio abrogarla”.