Bilancio consuntivo di Unisi con sette milioni di utile

Siena – Si chiude con il positivo risultato economico di 7 milioni e 791 mila euro l’esercizio economico 2019 dell’Università di Siena.

E’ stato approvato oggi, infatti, dal Consiglio di amministrazione dell’Ateneo senese il bilancio consuntivo, che riporta un utile pari a circa il 4,5% del totale dei proventi. Il documento è stato presentato alla stampa dal rettore Francesco Frati, dal delegato per il Bilancio Pasquale Ruggiero e dal direttore generale Emanuele Fidora.

E’ il risultato virtuoso di una precisa strategia implementata attraverso una efficace ed efficiente attività programmatoria – sottolinea il rettore, Francesco Frati – che aggancia l’estrema prudenza con la quale viene redatto il Bilancio preventivo alla possibilità di destinare le risorse resesi disponibili con l’utile di esercizio a finanziare gli investimenti e le attività di missione dell’Ateneo”.

Un risultato significativo perché ottenuto in una fase ancora complessa per il sistema universitario italiano in termini di distribuzione di risorse pubbliche. “Se vogliamo mantenere un sistema pubblico di alta formazione universitaria – evidenzia Frati nella relazione che accompagna il documento economico – aperto a tutti, indipendentemente dal censo, l’adeguato finanziamento con risorse pubbliche è un presupposto fondamentale per consentire a tutti gli studenti volenterosi e meritevoli di avere accesso a tale formazione”.

Per il settimo anno consecutivo l’Ateneo senese chiude dunque l’esercizio economico in utile. “Il risultato 2019 – spiega il rettore – è quantitativamente molto simile a quello registrato nell’esercizio precedente, segno che abbiamo stabilizzato la nostra capacità di affrontare la gestione delle attività correnti. I precedenti risultati positivi sono stati indispensabili per recuperare le ultime criticità di bilancio e rilanciare l’Ateneo con risorse accuratamente programmate”.

Nonostante la deroga di due mesi concessa dal Governo alle Amministrazioni Pubbliche per l’approvazione dei documenti consuntivi dell’esercizio 2019, l’Ateneo ha ritenuto comunque opportuno approvarlo nel mese di maggio.

“Presentiamo il documento in uno dei periodi più difficili della nostra storia” – dice il rettore Frati. “La pandemia dovuta alla diffusione globale del virus Sars-CoV-2 – prosegue – ha stravolto molte delle nostre abitudini più consolidate, trasformato in pericolosi alcune dei comportamenti che fino a soli pochi mesi fa consideravamo virtuosi e trasformato radicalmente, e speriamo solo temporaneamente, gran parte delle attività dell’Ateneo. La decisione di rispettare la scadenza di maggio poggia sul significato “autentico” del Bilancio di esercizio e su quello che tale documento ha assunto nel nostro Ateneo: da un lato rappresentare a noi stessi, agli interlocutori istituzionali e a tutti gli osservatori esterni, l’efficacia del lavoro svolto nel garantire la fluidità dei processi amministrativi nel rispetto degli equilibri economico-finanziari e il conseguimento degli obiettivi immaginati in sede di programmazione; dall’altro conoscere l’entità del risultato di esercizio e la disponibilità di ulteriori risorse economiche, finanziarie e patrimoniali utilizzabili per la gestione corrente e per gli investimenti dell’anno successivo, per sostenere i progetti in corso e avviarne di nuovi, per consolidare le riserve e per impostare politiche di programmazione che richiedono l’accantonamento di risorse su scala pluriennale”.

L’esercizio 2019 è caratterizzato dall’aumento dei proventi rispetto al 2018 (+5,2 milioni di euro) e dalla stabilizzazione dei costi, essenzialmente invariati.

Tra questi ultimi, la voce che maggiormente impatta sul bilancio (63%) è il costo del personale, che risulta aumentato di circa 350 mila euro rispetto al 2018. “Se la consistenza quantitativa e l’eccellenza qualitativa del patrimonio umano – spiega Frati – nonché la sua valorizzazione professionale, sono legittimi obiettivi dell’Ateneo, ciò si deve alla necessità e volontà di offrire agli studenti una formazione adeguata alle loro aspettative. Il successo di tale sforzo si misura anche con l’aggiornamento dell’offerta formativa e l’attrattività nei confronti degli studenti. Su questo terreno, i dati dell’anno accademico 2019/2020 sono confortanti, registrando un incremento rispetto all’anno precedente, sia sul fronte degli immatricolati puri (+3,57%) sia su quello degli iscritti al I anno delle Lauree Magistrali (+7,17%). Si tratta di un risultato che si deve alla buona reputazione dell’Ateneo (anche nel 2019 ai primi posti della classifica CENSIS riferita soprattutto ai servizi agli studenti) e al lavoro incessante dei nostri dipartimenti per proporre agli studenti un’offerta coerente con le loro sempre crescenti e mutevoli aspettative”.

Ciò è avvenuto in un contesto in cui il gettito complessivo riconducibile alla contribuzione studentesca si è drasticamente ridotto, a seguito dell’introduzione, con la Legge di Stabilità 2016, e della definitiva entrata a regime della nuova normativa sulla “no-tax area”.

Crescono di 1,17 milioni di euro rispetto al 2018 le spese per i servizi agli studenti (+4,8%), fortemente sostenute dai maggiori investimenti ministeriali e regionali sulle borse per le Scuole di Specializzazione di area medica (aumentate da 130 a 186).

Un’altra direttrice di approvvigionamento finanziario per le attività universitarie è quella dei proventi per la ricerca “voce di bilancio – osserva il rettore – rappresentata dalla sommatoria tra ricerche commissionate (incluso il trasferimento tecnologico) e finanziamenti competitivi, che registra un incremento di quasi 600 mila euro (+6%), sottolineando la vivacità dei nostri ricercatori sul fronte della capacità di attrazione di risorse per sostenere le proprie attività di ricerca”. “Un ruolo molto importante è sicuramente legato anche al sostegno sempre maggiore che l’Ateneo fornisce ai ricercatori per intercettare tali risorse, che si sostanzia nell’attività della recentemente costituita Divisione Research and Grants Management che ha proprio l’obiettivo di massimizzare la competitività dei ricercatori dell’Università di Siena sui bandi locali, nazionali e internazionali”.

Sul fronte dei proventi, la quota più significativa di introiti è quella relativa al Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università Italiane, diminuito anche nel 2019 di circa 1,45 milioni di euro. “Uno scenario preoccupante – osserva Frati – che impedisce di effettuare un’adeguata programmazione e introduce un livello di incertezza che complica il lavoro previsionale. Si tratta di una riduzione che il Ministero ha ancora difficoltà a recuperare e sulla quale solo alcuni recentissimi provvedimenti, ancora non ufficializzati, su nuove risorse messe a disposizione dal Ministero lasciano intravedere una più decisa inversione di rotta”.

In conclusione, il rettore ha voluto sottolineare un ultimo aspetto positivo del Bilancio approvato, prova ulteriore dell’equilibrio raggiunto e consolidato. “La situazione di cassa, – spiega Frati – che in anni non troppo lontani aveva rappresentato una fonte di grande preoccupazione per la fluidità delle nostre attività, a fine esercizio faceva  registrare una giacenza di oltre 41 milioni di euro, in costante aumento negli ultimi anni”.

La delibera con la quale il Consiglio di Amministrazione ha approvato il Bilancio Consuntivo di esercizio, con il parere favorevole del Collegio dei Revisori dei Conti, contiene anche le decisioni strategiche sulla destinazione degli utili, secondo quattro principali direttrici: riserve a copertura del budget per gli investimenti per l’anno 2021; accantonamenti per la realizzazione del nuovo complesso didattico dell’area medica; fondi vincolati per progetti e attività in corso; incremento del Fondo di Solidarietà, più che raddoppiato, per rispondere a richieste di studenti che possono trovarsi in difficoltà economiche, considerata anche l’attuale situazione di emergenza.

nella foto, da sinistra, il direttore generale dell’Ateneo Emanuele Fidora, il rettore Francesco Frati e il delegato per il Bilancio Pasquale Ruggiero 

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