Firenze – Con Piero Gelli, mancato oggi poco più che ottantenne, scompare una figura piuttosto atipica nel quadro della società letteraria e della cultura di questa città, anzi sarebbe inappropriato considerare la sua presenza alla stregua di un intellettuale locale, visto che la sua intera carriera di dirigente editoriale fu svolta a Milano, dove fino a pochi anni or sono risiedette stabilmente.
Assunto dapprima da un uomo ‘difficile’ come Livio Garzanti, percorse in quella casa editrice l’intera ‘filiera’ delle posizioni d’impiego, da semplice redattore a direttore editoriale, approdando in seguito ad alti incarichi presso editori altrettanto importanti come Rizzoli, Einaudi, Baldini e Castoldi.
A Milano Gelli era giunto appena laureato alla fine degli anni sessanta: aveva appena discusso con lo storico della lingua Bruno Migliorini, nella allora prestigiosa Facoltà fiorentina di Lettere e Filosofia, una tesi sul linguaggio di Carlo Emilio Gadda, uno scrittore amato a quel tempo da una élite piuttosto ristretta di letterati e professori e non ancora, come oggi, da un vasto e indifferenziato pubblico di lettori.
Proprio la collaborazione di Gelli, divenuto ben presto, oltre che esperto critico, amico e confidente dello scrittore milanese, permise al Garzanti, in questo da sempre in competizione con Giulio Einaudi, di pubblicare alcuni inediti gaddiani come La Meccanica e Novella seconda, testi recuperati con perizia e intelligenza critica da Piero all’interno di una cassetta di fogli e di quaderni inediti che Gadda, come al solito, non si decideva a riordinare per avviarli alle stampe.
Ben presto tuttavia, dopo questi exploit editoriali, che coincisero con l’esplodere, per così dire, della fama di Gadda, destinato ad occupare una posizione senz’altro apicale nel canone del Novecento letterario non solo italiano, la carriera di Gelli, come si è accennato, progredì brillantemente e quindi prendendo ad occuparsi anche di settori diversi dalla narrativa e dalla letteratura in genere, come ad esempio il settore delle opere di carattere enciclopedico e fino alla realizzazione di quell’importante progetto concluso negli anni ottanta, sempre da Garzanti, dell’Enciclopedia Europea.
Ma Gelli, pur così impegnato professionalmente, mai smise di coltivare in proprio interessi e passioni personali, penso soprattutto alla musica e in specie al melodramma, essendo chiamato per questo, per alcuni anni, a far parte del Consiglio di amministrazione del Teatro Alla Scala di Milano.
Più di recente, tornato in Toscana dopo il pensionamento e avendo preso casa a Firenze, Gelli, già da qualche anno componente della giuria del premio Viareggio, aveva ripreso a frequentare con una certa assiduità gli ambienti della tradizionale aggregazione culturale della nostra città come ad esempio il Gabinetto Vieusseux dove aveva tenuto di recente alcune conferenze e presentazioni.
Ma come studioso aveva da tempo ripreso i suoi interessi mai intermessi di francesista, pubblicando presso l’editore Bompiani, ora approdato a Firenze, dapprima il Diario e in seguito il romanzo I sotterranei del Vaticano di Andrè Gide.
Foto: Piero Gelli con Giovanna Geddes