Violenza sulle donne: in Francia cresciuta del 36 per cento

Parigi – Con il confinamento starebbero aumentando sensibilmente in Francia le violenze tra quattro mura.  La percentuale, secondo quanto indicato dal ministro degli interni  Christophe Castaner,  in una settimana sarebbero balzate nella regione parigina del 36%  secondo la polizia e del 32% secondo la gendarmeria.

Per venire in soccorso alle donne vittime della violenza coniugali il governo ha varato un dispositivo secondo cui le vittime potranno  rivolgersi alle farmacie, in assenza del marito, per chiedere aiuto alle forze dell’ordine. Nel caso la donna fosse accompagnata dal coniuge,  potrebbe ricorrere a un codice per dare l’allarme. La lotta contro la violenza coniugale resta una priorità, ha assicurato il ministro.

Tra le armi usate per avere un quadro della situazione figurano ora anche i cellulari. Grazie alla geolocalizzazione Orange, il principale operatore del paese, ha stimato a 1,2 milioni  le persone che per non rimanere intrappolate nelle loro case in città hanno lasciato la regione parigina, il 17% della sua popolazione. L’operatore ha potuto anche indicare, geolocalizzando i suoi abbonati, in che zona del paese si sono rifugiati. Un dato utile per organizzare le priorità sanitarie. Orange ha comunque sottolineato come gli spostamenti siano rimasti assolutamente anonimi.

La Francia ha intanto annunciato che il confinamento durerà fino al 15 aprile, due settimane in più di quelle annunciate inizialmente. Sono in molti però a credere che la segregazione durerà più a lungo anche perché il picco dell’epidemia deve ancora arrivare e continuano a mancare maschere e tamponi.  “Siamo solo all’inizio dell’ondata epidemica “ ha dichiarato il primo ministro Edouard Philippe precisando che le regole di confinamento rimangono invariate.

La mancanza delle maschere potrebbe anche avere conseguenze sui controlli della polizia, che poco ha gradito la decisione che parte del loro stock sia stato requisito per il personale sanitario.  Senza protezione molti agenti  non intenderebbero più proseguire le loro missioni di controllo.

“Se mancheranno i mezzi di protezione, i poliziotti faranno solo le missioni urgenti e non procederanno  più al controllo del confinamento”, annunciano in un comunicato sette sindacati di categoria.  Polizia che però da dieci giorni è meno impegnata nella lotta contro il traffico di stupefacenti.

Lo segnala il quotidiano “ Le Monde” secondo cui le difficolta` di approvvigionamento e di smercio stanno provocando un forte rallentamento del traffico. “E’ desolante che sia il coronavirus ad avere successo laddove noi non riusciamo’ ha commentato un funzionario della narcotica.

 

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