Firenze – Se il coronavirus fa paura soprattutto ai soggetti in condizioni di fragilità di salute, allo stesso modo spaventa chi è in condizioni di fragilità di lavoro. Come ad esempio i lavoratori delle cooperative sociali in appalto presso i servizi del Comune o in generale degli enti pubblici, che sempre più spesso esternalizzano le proprie attività di servizio. Un sistema che, come sottolineato varie volte dall’Usb, conduce a una sorta di lavoro di categoria B da parte di questi lavoratori, che non godono degli stessi diritti di quelli assunti direttamente dall’ente, e che magari, fianco a fianco, svolgono la stessa attività. Una fragilità che rischia di essere messa allo scoperto proprio dal Covid-19. Il problema si pone in particolare per gli operatori, dipendenti dalle cooperativ sociali, che operano nel settore dei servizi scolastici e domiciliari: nel caso che diventasse necessario, come già è avvenuto in altre parti d’Italia, una sospensione delle scuole e dei servizi educativi e sociali, sarannno pagati per quella prestazione di servizio, che, per causa di forza maggiore, non potranno esercitare?
E‘ questo il punto della richiesta avanzata dall’Usb fiorentina pubblico impiego. “Vista la situazione che si va delineando in alcune parti del nostro paese e considerato che la stessa potrebbe estendersi anche alla nostra Regione – si legge nella nota emessa dal sindacato di base – con la conseguente eventuale chiusura delle scuole e di altri servizi educativi e sociali, con la presente siamo a richiedere che venga garantito il pagamento integrale delle eventuali ore di servizio non prestate, causa forza maggiore, per il personale dei servizi in appalto dipendenti dalle Cooperative Sociali, che operano nei servizi scolastici e domiciliari”.