Napoli – Non vorrei esagerare, ma questa diabolica Commissina che ha sbancato anche Napoli ha tutti i numeri per vincere il campionato e prenotare la Champions. Basta fare un po’ di conti: alla fine mancano ancora diciotto partite, vincendole tutte fa cinquantaquattro punti, più i ventiquattro già in cassaforte fa settantotto.
Se Juventus, Inter, Lazio, Atalanta e Roma ne perdono otto a testa, il che ci sta, ripeto, il che ci sta tutto, siamo a cavallo. Commissina prima, terzo scudetto, Commissopoli in tripudio e Commisson de Commissoni pronto a dar fondo ai suoi miliardi con un progetto avveniristico di stadio da realizzare in piazza della Signoria, tirando finalmente giù quel vecchio catafalco che si chiama appunto Palazzo Vecchio.
Stando nei ranghi dell’entusiasmo, senza eccitarci troppo, a mente fredda possiamo ritenerlo possibile. Io almeno ho cominciato a crederci dopo l’ottava o nona birra tracannata tra un gol e l’altro di questa magnifica serata, che ha messo in mostra una squadra viola totalmente ritrovata anche nei suoi giovani goleador: Chiesa, tornato a buttarla dentro dopo un lungo digiuno, e il nuovo re leone Vlahovich Dusan, diciannovenne serbo di Belgrado, forza della natura calcistica che ricorda anche nel fisico maiuscolo l’indimenticato Batitusta.
Magnifica l’azione del primo gol al 26° del primo tempo: cross da sinistra a destra di Castrovilli per Benassi, che al volo appoggia indietro per Chiesa, stop e tiro in mezzo a tre difensori, palla nell’angolino basso. Stupendo anche il raddoppio. Circondato dagli avversari, Chiesa sventaglia (Brera avrebbe detto proprio così, sventaglia) da sinistra a destra per Lirola che al volo lancia Vlahovich. Il ragazzo gioca bene, con l’uomo addosso si accentra, entra in area da destra e più o meno dal vertice spara un razzo a rientrare che fa esplodere i trecento missionari che da Firenze hanno seguito la Commissina. Minuto 76. Game over
Io son cascato dal divano e ho fatto appena in tempo a non rovesciare la birra addosso al gatto, che è scappato miagolando. Encroyable. Ho visto una cosa che voi umani avete visto anche voi, ma che ormai Firenze non vedeva da troppo tempo. I pochi minuti che mancavano alla fine sono scivolati via senza problemi con un Napoli demoralizzato a cercare combinazioni al limite dell’area senza azzeccarne una, anzi smarronando spesso indegnamente. Bimbi con le lacrime agli occhi, giovinette deluse, pubblico spazientito, Insigne che scuote il capoccione e il povero Gattuso, che sta facendo peggio di Ancelotti, probabilmente rassegnato a cercarsi presto un altro posto di lavoro.
Malgrado il possesso palla largamente a favore, il Napoli ha creato una sola occasione e l’ha sprecata. Molti ricami, molto fumo, arrosto niente. Ei fu, siccome immobile, ma non quello che gioca nella Lazio. Un ciclo finisce, uno inizia. La Commissina Fiorentina ha trovato una quadra che era lì a portata di mano. Non ci voleva nulla. I giocatori c’erano già tutti. Cutrone è bravo e benvenuto, ma non si può credere che il merito sia tutto suo. Di Jachini i miei amici soloni calcistici parlano malissimo, e però l’uomo ha ereditato una squadra depressa già al confine della retrocessione e in quattro partite l’ha riportata a metà classifica facendo dieci punti, mentre il geniale Montella, idolo delle follìe ma non delle folle, ne aveva collezionati appena quattordici sui primi sedici incontri. Qualcosa vorrà dire o no?
Perciò insisto sull’opzione scudetto. L’appetito vien mangiando e un due a zero secco all’ora di cena è una cura ricostituente, dà fiducia e promette un futuro ricco di soddisfazioni. Ricco come Rocco Commisson de Commissoni che da Nuova Yorke ha telefonato entusiasta ai ragazzi galvanizzandoli come solo lui sa fare. Gira voce, ma non so se è la birra, che stia per comprare Neymair e un paio di pezzi da novanta (milioni) in Inghilterra. Di certo ne vedremo delle belle.
Per il momento gloria a Jachini che ha rimesso sul mercato dell’arte calcistica una banda di campioni che con mister Montella parevano pronti per la serie B. Abbiamo visto una difesa che tiene gagliarda e non lascia spazi, con due terzini d’attacco come Lirola e Dalbert entrambi grintosi ma dai piedi buoni. Il centrocampo muscolare e agile ha messo in mostra un rinato Benassi e uno scatenato Castrovilli che porta la croce con gran classe, ma canta anche da tenore. Pulgar fatica a fare il regista ma almeno ci sta provando. E poi l’attacco che ora schiera tre ragazzi dalla faccia pulita rapidi e impertinenti. Con Lirola fanno quattro, come i gol, uno a testa, segnati nelle ultime due partite.
Far fuori l’Atalanta e il Napoli in tre giorni di questi tempi non è da tutti, soprattutto con un calendario sfavorevole che pareva fatto apposta per mettere nei guai la Commissina. Ragazzi, ci siamo. La svolta è arrivata. Domenica il Genoa, poi la Juve. Son caz…cavoli loro.