Firenze – Il clima ci riguarda da vicino, molto vicino. E come tale, per la prima volta, il clima entra nello Statuto comunale della città di Firenze mentre nasce l’assemblea cittadina permanente sul clima: uno strumento di partecipazione per monitorare l’emergenza climatica e la sua gestione a livello locale. Due azioni che sono anche due strumenti concreti per avvicinarsi alla neutralità climatica nel 2040, passando dall’abbattimento delle emissioni del 60% nel 2030, dopo aver raggiunto l’abbattimento del 40% dal 2005 al 2020, anche grazie alle azioni che erano state oggetto del Paes (Piano d’azione per l’energia sostenibile).
I due passaggi sono stati illustrati oggi dal sindaco Dario Nardella e dall’assessore all’Ambiente Cecilia Del Re. Insieme agli esiti della ricerca svolta da Università di Firenze e Cnr sul clima a Firenze, saranno inquadrati nell’ambito del percorso che porterà all’adozione del primo Piano del verde e degli spazi pubblici aperti della Città di Firenze.
I due nuovi strumenti – L’Assemblea cittadina sul clima, che sarà attivata dopo l’approvazione del Paesc (ovvero Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima che verrà presentato a fine anno, con l’obiettivo di abbattere il 60% delle emissioni al 2030, per poi raggiungere la neutralità climatica al 2040) consentirà di monitorare l’emergenza climatica con uno strumento partecipativo. Sarà guidata da esperti in materia e facilitatori della partecipazione. All’assemblea potranno partecipare cittadini, associazioni, corpi intermedi e imprese in modo da sensibilizzare tutti su questo tema, dando informazioni e recependo al contempo criticità, proposte e input che potranno arrivare dal territorio.
L’altra azione ha natura normativa e dovrebbe produrre consistenti effetti a livello di tutela effettiva. Prevede l’inserimento della tutela del clima e della biodiversità nello Statuto comunale, attraverso un nuovo comma (comma 1-bis) all’articolo 11, dedicato all’ambiente. Nel nuovo comma il Comune riconosce l’emergenza climatica ed ecologica; introduce la tutela del clima e della biodiversità e l’obiettivo della neutralità climatica; orienta la propria azione amministrativa alla transizione ecologica e allo sviluppo sostenibile; si adopera per assicurare e tutelare le necessità dei cittadini di oggi e di quelli delle future generazioni.
Ma quanto sia impellente a Firenze il problema del cambiamento climatico, lo configurano i dati emersi dallo studio sulle isole di calore condotto nell’ambito dell’accordo tra Comune di Firenze, Dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (Dagri) e Centro di Bioclimatologia (Cibic) dell’Università di Firenze e Istituto di Bioeconomia (Ibe) del Consiglio nazionale delle ricerche. Gli esiti della ricerca hanno messo in luce le differenze di temperatura tra zone completamente edificate e asfaltate e zone con percentuali diverse di aree verdi.
E’ emerso che le aree più calde (quelle generalmente chiamate ‘hot-spot’) ricoprono circa il 14% della superficie comunale di Firenze, con una temperatura media superficiale estiva di 38 °C, un consumo di suolo di poco superiore al 90% e una copertura arborea di circa 1 per cento. Le aree più fresche estive (indicate come aree ‘cool-spot’) invece rappresentano solo il 3% dell’intera superficie comunale con una temperatura media superficiale di 28 °C e una copertura arborea del 93%. Tra le zone più calde di Firenze rientrano l’area del Centro alimentare polivalente Mercafir, che risulta anche la più estesa, ma anche le stazioni ferroviarie e le aree di pertinenza, l’area di deposito ferroviario in zona Osmannoro, l’aeroporto e porzioni del tessuto produttivo di Peretola, in cui si registrano valori medi di temperatura superficiale estiva tra 38 °C e 41 °C. Tra le aree più fresche di Firenze rientrano il parco delle Cascine, in particolare la zona arborata a nord-ovest del parco. Altre aree fresche si trovano a nord-est (zone di Trespiano e Pian di Mugnone), sud (Galluzzo) e sud-est (Gavinana e Sorgane) in una posizione basso collinare e a bassa densità abitativa.
E’ importante notare come le temperature medie annuali siano aumentate a Firenze di circa 1,5 °C dall’inizio del 1800, passando da 14,6 a 16 °C, di cui quasi 1 °C solo negli ultimi 20 anni. Dagli studi è emerso che la temperatura media superficiale estiva (rilevata alle ore 10 in giornate serene) del Comune di Firenze è stata di 34 °C, con valori minimi e massimi di 24 °C e 45 °C. A Firenze stanno aumentando i giorni con temperature superiori a 34 °C: fino al 1980 erano circa 80 per decennio, mentre negli ultimi anni arrivano a circa 450 giorni per decennio. L’alta variabilità del tessuto urbano fiorentino si evidenzia anche nelle notti tropicali, con differenze di oltre 36 notti tra le zone più calde e quelle più fredde della città.
Gli studi sono stati estesi anche al di fuori del Comune di Firenze e in particolare a tutta l’area metropolitana fiorentina (la piana Firenze-Prato-Pistoia), la cui situazione termica condiziona il microclima cittadino. Dallo studio è emerso che circa il 30% dell’area metropolitana è interessato da anomalie termiche superficiali, in cui ricade oltre il 60% degli edifici industriali. Nello specifico, circa il 55% ricade in aree calde estive, mentre poco meno del 5% in aree fredde invernali. Nei siti industriali che ricadevano nelle aree calde è stato rilevato uno scarso potere riflettente delle coperture degli edifici, un consumo di suolo generalmente superiore all’85%, una copertura erbacea inferiore al 12% e una copertura arborea inferiore al 4%. Tale situazione ha favorito una temperatura superficiale media estiva diurna di 38 °C. In queste aree è coinvolto oltre il 50% della popolazione lavorativa del settore industriale nell’area metropolitana, quindi con ripercussioni importanti sia in termini di potenziali impatti per la salute dei lavoratori impegnati all’aperto o in ambienti confinati non condizionati, con impatti significativi sulla produttività dei lavoratori e sui consumi energetici per il condizionamento degli ambienti di lavoro.
“Per quanto riguarda il clima – ha dichiarato il sindaco Nardella – non solo ci vogliamo allineare agli obiettivi di Cop 26 ma vogliamo fare di più, vogliamo arrivare alla ‘carbon neutrality’ entro il 2040. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo mettere in campo una serie di azioni e questo monitoraggio è un passaggio fondamentale perché ci offre una mappa puntuale sulle isole di calore in città e in base a questa possiamo e dobbiamo mettere in atto interventi di mitigazione. Come Città metropolitana, in base proprio a questa mappatura, vogliamo piantare un milione di alberi entro 10 anni. Inoltre continueremo ad investire nelle tramvie e nella soft mobility e nel piano di sostituzione delle vecchie caldaie dagli uffici comunali”.
“Nel percorso verso l’adozione del primo Piano del verde della città di Firenze – ha detto l’assessore all’Ambiente e urbanistica Cecilia Del Re – abbiamo mappato insieme a Università di Firenze e Cnr le isole di calore presenti in città, ovvero i luoghi di Firenze e area metropolitana nei quali la temperatura è più alta rispetto alla media. Esiti e prospettive saranno inseriti nel Piano del verde proprio per arrivare a mettere in campo interventi di mitigazione del clima, andando anche a inserire l’obiettivo della tutela del clima direttamente nello statuto comunale e considerando le nuove generazioni come soggetti dei quali già da oggi dobbiamo tutelare i diritti”.