Affitti, Grandi (Sunia): “Ritorno del turismo, indietro le lancette della storia”

Firenze – Emergenza sfratti, il caos si aggiunge al caos. Dopo il blocco degli affitti e le proiezioni che danno la situazione esecuzioni in linea con l’annus terribilis del 2018, con 130 sfratti esecutivi al giorno, un’altra patata bollente emerge dal calderone ed è quella della calendarizzazine degli accessi, vale a dire le esecuzioni con forza pubblica che vedono un curioso scherzo della burocrazia. Infatti stanno andando in esecuzione gli sfratti di luglio precedendo quelli rimasti bloccati in tempi di covid. Ciò significa, come informano dal Sunia, che gli sfratti emessi a luglio potrebbero arrivare all’esecutività in un tempo medio di circa sei mesi, mentre quelli precedenti o in corso durante il blocco, restano fermi. Una questione di equità e anche, concretamente, di ansia e stress notevole per le famiglie che in lassi di tempo così brevi difficilmente riusciranno a trovare altre soluzioni. Tanto più che anche un’altra grande speranza, attesa con ansia da migliaia di famiglie, vale a dire l’apertura del bando Erp latitante da tre anni, com’è noto non andrà in porto se non in tempi difficlmente definibili, almeno fin a quando la legge regionale che regolamenta il tema, vale a dire la legge 2/2019, conterrà i famosi requisiti di residenza sul territorio da almeno 5 anni che sono stati dichiarati incostituzionali da svariate sentenze della Suprema Corte. Del resto, la modifica proposta dall’assessore regionale alla casa Serena Spinelli si è arenata di fronte all’opposizione del centrodestra, in particolare Lega e Fratelli d’Italia, che hanno sventolato la possibilità che l’eliminazione della norma porterebbe vantaggi per i migranti a scapito degli italiani. Senza considerare che spesso il requisito è castrante per le stesse famiglie italiane. Un dibattito che è stato ripreso più volte anche su queste pagine, e che comunque inibisce i Comuni dall’aprire i bandi col rischio che, una volta espletate le costose operazioni di stabilire le classifiche e mettere in atto le assegnazioni, potrebbero vedere porre nel nulla tutto il lavoro se qualcuno, non soddisfatto o escluso, volesse impugnare il bando.

“I bandi Erp non vengono fatti, i contributi all’affitto sono sempre meno celeri a causa della necessità di incrociare i dati col reddito di cittadinanza in cui si trova una parte destinata all’affitto che secondo quanto dice a legge, va scorporata nel momento in cui si richieda il contributo affitto da quest’ultimo, gli uffici casa quasi ovunque, ma in particolare nel Comune di Firenze, giacciono in condizioni disastrate, il panorama autunnale non si presenta certo tranquillo”, dice Laura Grandi, segretaria del Sunia toscano.

In aggiunta a tutto ciò anche il mercato delle locazioni, che, dice Grandi, “è rimasto quel che è rimasto, vale a dire che i dati che ci giungono parlano di un nuovo blocco degli alloggi nel circuito virtuoso delle locazioni abitative a uso residenziale con il ritorno degli affitti turistici brevi. Ormai è un dato di fatto. Una cartina di tornasole sono le difficoltà attuali degli studenti universitari a reperire alloggi, mentre anno scorso riuscivano ad avere più chances grazie al parco case che si era liberato dagli affitti turistici causa pandemia (anche se a noi non è mai giunta evidenza di contratti di locazione superiori ai 12 mesi). Dunque,  questa storia messa in evidenza da alcune agenzie circa la maggiore disponibilità di alloggi a fronte di una riduzione dei canoni, a noi non risulta affatto, tanto più che si parla di riduzioni del 2-3%  su canoni di 450-500 euro, il che significa che si sta parlando di 12-15 euro in meno”. Senza contare che ormai quando si parla di affitto a studenti non si parla più di appartamento seppur piccolo, bensì di posto letto, stanza singola o matrimoniale, arrivando fino a 400-500 euro, e, se la camera doppia è corredata da uso cucina (bagno va da se’), si arriva anche a 600 euro, che comprendono spesso anche il condominio e a volte le utenze.

 

La segretaria del Sunia toscano Laura Grandi

Le difficoltà delle famiglie si colgono anche su un altro versante, come spiega Grandi. “Basti pensare all’accordo sottoscritto ad agosto dal Comune di Firenze per l’eliminazione dell’Imu per i proprietari che affittavano al 10% meno sul canone, che ha attirato tantissime persone pronte ad “approfittarne”, sperando che riguardino anche contratti già stipulati, mentre si parla solo dei contratti che partono dal primo di agosto. C’è una ricerca direi spasmodica da parte degli affittuari di trovare le possibilità per un abbassamento del canone, indice del disagio in cui giacciono le famiglie, ma che almeno secondo il panorama che vediamo noi, è destinata  ainfrangersi sul fatto che iproprietari ormai non sono più interessati. Mentre nell’anno scorso si sono fatte diverse ricontrattazioni dei canoni, a questo punto si tratta di una possibilità più o meno bruciata, con il riavvio delle attività turistiche”. A onor del vero, tuttavia, anche le ricontrattazioni effettuate per la maggior parte non sono andate a bun fine, vale a dire che, con il protrarsi della crisi occupazionale, le famiglie si sono spesso trovate nell’impossibilità di corrispondere anche il canone pur ribassato.

Un altro curioso effetto del nuovo corso preso grazie a vaccinazioni, green pass e ritorno turisti, è l’innalzamento dei prezzi al metro quadro constatato dal sindacato per quanto riguarda gli immobili nel Q5. Tutti? No, ovviamente, ma quelli attorno alla tramvia sì. “Come ci avevano anticipato alcuni agenti immobiliari – specifica Grandi – a questo punto la valutazione del valore dell’imobile si compie anche sulla comodità. Per il turista stesso, trovare una casa non proprio sotto la cupola, col caos notturno e diurno che contraddistingue ormai l’area Unesco, ma in un luogo tranquillo, magari con un comodissimo posto auto e la tramvia a due minuti, è sempre più valore aggiunto e aspirazione ideale”. Il quartiere 5 inoltre ha un tessuto sociale che vede la presenza di molti anziani, spesso proprietari di case, che lasciano le abitazioni a figli e nipoti i quali spesso mettono a reddito l’immobile o, come spesso accade, trovano conveniente vendere a fondi immobiliari che incrementano così il bottino. Del resto, nonostante proclamazioni e petizioni di principio, ormai è la rendita la voce più appetita nelle varie attività cittadine. “Il problema è sempre il solito – continua Grandi – ovvero la mancanza di una legge nazionale che regoli questi fenomeni”.

Tornando agli strumenti per fronteggiare la crisi abitativa, senz’altro in primo piano si pone il bando per le case popolari, sempre più atteso dalle famiglie e che apre speranze che tuttavia potrebbero rimanere deluse per gran parte della platea: come informa il Sunia infatti, le percentuali di assegnazioni non vanno oltre il 4-5% di chi fa la domanda. “A questo punto – continua Grandi – forse lo strumento più efficace rimane quello del contributo affitto”. Al netto dei ritardi però, che come spiegato precedentemente, hanno avuto conseguenze pesanti per le famiglie, per le quali ritardi di qualche mese significa spesso entrare in morosità.

Al di là delle note difficoltà dell’Ufficio casa, ora si è cominciato a percepire il contributo straordinario, vale a dire quello legato ai fondi europei. Alla fine di ottobre, secondo le ultime informazioni, dovrebbe esserci la graduatoria provvisoria del bando straordinario e, subito dopo, ci sarà il bando ordinario per il contributo per l’affitto. Anche se, come commenta Grandi, qualsiasi strumento, alla luce della farraginosità del sistema, rischia di trasformarsi in “arma spuntata” visto il livello degli affitti. Del resto, un dato su tutti fotografa in maniera inequivocabile la situazione: tutti gli sfratti sono per morosità. E si sta tornando, pari pari, alla situazione del 2018. Con un altro dato inquietante: le prime esecuzioni di fine settembre arrivano dalla città metropolitana, Scandicci e Campi Bisenzio. A riprova che il problema ormai non è solo Firenze.

Foto di copertina: Luca Grillandini

 

 

 

 

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