Martina Rossi: verdetto finale rinviato per il 7 ottobre

Firenze – Nelle aule giudiziarie ritorna a essere discusso il caso di Martina Rossi, la ragazza di Imperia morta a Palma di Maiorca, precipitando dal sesto piano dell’albergo dove alloggiava con le sue amiche.

Oggi la Cassazione avrebbe dovuto decidere se confermare la condanna a tre anni ai due ragazzi di Castiglion Fibocchi, Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, accusati di tentata violenza di gruppo ma così non è avvenuto, i giudici hanno deciso, che per arrivare alla fine di questo travagliato e doloroso processo giudiziario, si dovrà attendere il 7 Ottobre.

La morte di Martina avvenne durante l’estate del 2011, da allora il caso è passato in mano a diversi tribunali, da prima quello spagnolo che lo ha chiuso velocemente con la verità processuale del suicidio, verità che non ha convinto di certo i genitori della vittima che hanno lottato affinché il caso venisse riesaminato anche dalla magistratura italiana.

A questo punto i due ragazzi toscani, sotto la giurisdizione italiana, in primo grado sono stati condannati a 6 anni di reclusione con le accuse di tentata violenza di gruppo e morte come conseguenza di altro reato, in seguito sono stati assolti per tentato stupro mentre il secondo capo di imputazione è andato in prescrizione nel 2018. La seconda parte della storia giudiziaria di Martina continua quando la Cassazione annulla le assoluzioni e fa riaprire il caso alla Procura Generale di Firenze che conferma l’accusa di tentato stupro.

Il principio giuridico “dell’oltre ogni ragionevole dubbio” è difficile da deliberare, da una parte Martina che si getta dal sesto piano a causa di una sua sofferenza interiore, dall’altra una ragazza di venti anni che per sfuggire a un tentativo di stupro cade dal sesto piano dell’hotel. L’evidenza oggettiva del corpo di Martina, ritrovato senza scarpe e pantaloni con ferite evidenti, è stata motivata dalla difesa affermando che è stato un loro tentativo per fermare la ragazza a togliersi la vita.

Quello che spaventa di più i genitori della vittima, per cui stanno ricevendo solidarietà dalle associazioni femministe, è il rischio che non si arrivi mai a una verità processuale, bensì la prescrizione annulli anche l’ultimo e unico reato per cui i due imputati sono attualmente accusati.

Luca Vanneschi, uno dei due imputati, pochi giorni prima aveva aperto un blog con il supporto dei suoi amici informatici, rendendo pubblici gli atti del processo, facendo evincere da questa azione di essere vittima di un errore giudiziario, come lui stesso presumibilmente scrive all’interno del blog.

La Cassazione ha accolto le istanze della difesa che sono state presentate in aula, fissando la data della nuova udienza al 7 ottobre, momento in cui i giudici dovranno per forza porre la parola fine a questo caso giudiziario, poiché se non lo facessero loro la prescrizione, che non avverrà prima del 16 ottobre, potrebbe diventare per la seconda volta il motivo della caduta del capo di imputazione.

 

 

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