Riceviamo e pubblichiamo da Italia Nostra:
“Le dichiarazioni rilasciate dall’Assessora Del Re e da uno dei consulenti incaricati dalla Giunta per la redazione del “Piano del Verde”, a conclusione del percorso di partecipazione “Firenze Respira” appena ultimato, sono state ampiamente riportate dalla stampa locale e meritano alcune risposte.
Quanto dichiarato ci sembra veramente ben poca cosa rispetto alle promesse altisonanti manifestate all’avvio del percorso di redazione che, in parallelo al nuovo Piano Operativo (già regolamento Urbanistico decaduto ai primi di giugno 2020 e scandalosamente mantenuto in vita con voto del Consiglio Regionale fino alla fine del presente anno), dovrebbe portare anche alla redazione del “Piano del Verde”, che l’amministrazione comunale non ha però mai varato.
Innanzi tutto vorremmo precisare che, come Italia Nostra, giudichiamo questo percorso non di “partecipazione”. Se vogliamo essere benevoli, si è trattato solo di un “ascolto” della cittadinanza. Un ascolto effettuato con piattaforme online e pagine Facebook affidate a compagnie private senza che sia stato reso chiaro come saranno documentati i pareri espressi (i desiderata dei cittadini) e soprattutto quale criterio di cogenza avranno questi pareri sulla redazione del Piano, il quale si riconferma essere un atto “criptico” della Giunta, dell’Assessore e della Direzione generale competente.
Come Italia Nostra abbiamo posto, purtroppo senza alcuna risposta, questo quesito proprio nella giornata iniziale in cui venivano illustrate ufficialmente le modalità del percorso partecipativo:
a) il documento di avvio del procedimento, datato dicembre 2019, risulta carente non solo per la genericità delle affermazioni lì contenute, ma risulta già obsoleto perché ignora, nel suo quadro conoscitivo, gli effetti radicalmente nuovi prodotti dalla pandemia da Covid 19 manifestatasi in tutta la sua drammaticità nei due mesi successivi.
b) la mancanza di una bozza di “Piano del Verde” che indichi chiaramente le proposte della Giunta in merito a questo strumento. Solo un confronto su una bozza di testo del Piano del Verde, che si propone per l’adozione, costituisce il presupposto minimo indispensabile per una fase di vera “partecipazione”.
Il “grande risultato” di questo percorso di ascolto sembra essere la notizia che i cittadini hanno formulato circa 800 desiderata, ma quali e cosa determineranno nella stesura del Piano non è dato di sapere.
Nulla di nulla è risultato di quello che, invece, da almeno il 2017, come Italia Nostra, assieme al Coordinamento Cittadino Tutela Alberi, stiamo denunciando sulle carenze sia di indirizzi che di pratiche nella gestione del patrimonio arboreo della città. Nulla di nulla rispetto alle richieste puntuali, illustrate e ufficialmente presentate in un articolato documento consegnato alla Commissione Consiliare VI “Ambiente” del Comune di Firenze, nell’adunanza del 3
ottobre 2019, e inviato anche all’Assessora all’Ambiente. La pianificazione del verde in questa città sembra affetta – ma ormai sono anni – da schizofrenia: si consiglia di abbattere alberi contro i fortunali agostani per poi ripiantarli contro le ondate di calore estive, e possibilmente nelle stesse strade e negli stessi siti.
Ora che scopriamo che “Firenze Respira” male, essendo la città una delle più inquinate d’Italia e che di isole di calore non ne abbiamo una sola bensì quattro macro e altre micro per una trentina in totale; e qual è la proposta-reazione a questa scoperta, tra l’altro a tutti nota? Piantare subito qualche migliaia di nuovi alberi nei posti più impensati, come in quel centro urbano storico senza alcun lembo di suolo permeabile e sotto l’ombra dei palazzi! E laddove c’erano scampoli di terra (aiuole) e crescevano degli Olmi, come in Piazza San Marco, si pensò, con un bliz estivo, di abbattere tutto. Adesso ci vengono a dire che ovunque bisogna mettere a dimora nuovi alberi, arbusti e cespugli….
Sembra che il buon senso non sia materia di esperti. Qualcuno spieghi qual è il vantaggio di privare oggi la città di centinaia di alberi a chioma estesa ed ombreggiante per sostituirli con nuovi alberi a chioma fastigiata, che potranno forse realizzare analoghe caratteristiche micro-climatiche non prima di 10 e più anni . In questo lasso di tempo gli effetti delle isole di calore andranno ad aumentare e non a diminuire, e tutto a svantaggio della popolazione residente, in particolare quella più anziana durante i mesi più caldi dell’anno. In occasione di un convegno del 2017 sulle alberature urbane promosso da Italia Nostra fu messo in evidenza l’aumento della mortalità tra la popolazione anziana nella zona di Viale Morgagni e l’aumento della temperatura dopo l’eliminazione degli alberi lungo lo stesso viale, dovuto non a cause di fine vita ma ai lavori ai sottoservizi legati alla realizzazione della tramvia.
Gli esperti, gli scienziati, sanno bene che in una stessa piazza o strada, il differenziale di temperatura tra il sotto ombra di un albero e il pieno sole può arrivare ai 9-10°C. E questo a prescindere dalla specie arborea. Laddove poi le specie arboree si scelgono in funzione della proiezione a terra della chioma, dell’area fogliare, della capacità evapotraspirante per apportare i migliori benefici alla canicola incipiente, come i pioppi consigliati in un recente articolo (STAMP Toscana 21.07.2021), ci si domanda come mai, con tanto ardimento, l’amministrazione comunale nel 2019 ha abbattuto un centinaio di esemplari maturi nella pioppeta del Galluzzo, adducendo motivi, quali il ristagno dell’acqua, risolvibili senza dover abbattere gli alberi, contraddicendo quanto oggi auspicato.
Sembra davvero che, per chi dirige e amministra il verde urbano nel Comune di Firenze, veramente la “mano destra non sa cosa fa la mano sinistra”,soprattutto quando impugna una motosega. Di quella pioppeta del Galluzzo, per decenni, i cittadini ne beneficiavano anche per quei servizi ecosistemici così tanto declamati e così poco resi fruibili. E ancora, come può essere credibile, da parte dei consulenti scientifici dell’Amministrazione comunale, la novella indicazione di queste specie botaniche in un contesto urbano non sempre adatto se poi di una nuova piantagione di pioppi (filare) effettuata alla fine del 2019, sulla riva destra dell’Arno, lungo il Parco delle Cascine, se ne sono seccate e irrimediabilmente compromesse oltre 100 piante! Siamo tutti d’accordo nel piantare nuovi alberi, a condizione però di annullare l’attuale tasso di abbattimento, se no staremo sempre agli start di partenza, ed il tanto decantato bilancio arboreo non solo non crescerà ma risulterà nei fatti in deficit.
Dal 2014 al 2019, a Firenze, sono stati abbattuti 7.288 alberi, di cui buona parte per ragioni a nostro avviso opinabili. Dei molti piantati, parte rimangono morti in piedi per mancanza di cure post-impianto e la siccità estiva rende consapevole di questo anche il cittadino più distratto.
Gli scienziati e gli amministratori sanno benissimo che la superficie di verde pro-capite è un indice troppo sintetico che dice poco o niente sul reale benessere delle persone procurato dalla presenza di alberi in città. Firenze aveva un indice di 20,69 ma a dicembre 2018. Invece, la proiezione della chioma (l’ombra sotto l’albero) è un indice più dettagliato. La città al mondo che realizza l’indice maggiore è Vancouver, con circa 27 m2 per residente. Per Firenze, chiederemo all’amministrazione. Però, se si continua a sacrificare le chiome degli alberi in piedi (sani) con capitozzature, amputazioni, tagli errati, riducendo la pianta al solo tronco e la chioma a ciuffi tricologici sparsi, si fa un danno, prima alle piante e quindi alle persone.
Per quanto sopra detto, chiediamo che per la redazione del Piano del Verde si proceda davvero attraverso un percorso di partecipazione, a partire da una bozza di Piano che contenga un credibile quadro conoscitivo, le linee guida generali, le scelte gestionali che si intendono attuare. Noi, assieme a tante associazioni e comitati o singoli cittadini, che da anni si stanno mobilitando per difendere questo importante patrimonio della città, siamo pronti. Ci sembra che invece la Giunta ancora navighi a vista. Saremmo ben felici di essere smentiti in questo giudizio.