Gkn, due interrogazioni presentate in Parlamento

Campi Bisenzio – La Gkn si trova accanto al grande centro commerciale de I Gigli. Da quando ieri i suoi 422 lavoratori sono stati licenziati via mail senza alcun preavviso, come se si trattasse di roba vecchia e inutile di cui facilmente sbarazzarsi, davanti ai suoi cancelli è un via vai continuo. Politici e sindacalisti in primis, ma anche tanti cittadini venuti a portare la propria solidarietà. L’azienda produce semiassi per case automobilistiche, in particolare per Fiat Chrysler Automobiles ma anche per Ferrari e Lamborghini: un settore dunque che non conosce crisi, anzi con i magazzini pieni pronti a smaltire gli ordini ricevuti nei mesi precedenti. Con l’indotto le maestranze che rischiano di perdere il posto di lavoro arrivano a circa 600 persone. Un colpo durissimo per l’economia locale e soprattutto una bomba sociale innescata di cui non è facile prevedere al momento gli sviluppi futuri.

Il sindaco di Campi Emiliano Fossi e tutta la giunta si sono riuniti davanti ai cancelli. Ci sono gli esponenti di Fratelli d’Italia, la segretaria Pd della Toscana, Simona Bonafè, con una folta delegazione. Assessori del comune di Prato e Benedetta Albanese insieme a Federico Gianassi di Firenze. I sindaci di tutta la provincia hanno deciso di essere presenti a turno. Oggi è stata la volta di Sandro Fallani (Scandicci), domani sarà qui Matteo Biffoni (Prato), lunedì probabilmente Dario Nardella di Firenze che ribadisce: “Resteremo fino a quando non si fermerà questo atto di gravità inaudita”. Si perché proprio di questo si tratta: un atto di una gravità inaudita che non trova spiegazioni se non nel fatto che i proprietari della Gkn non sono industriali ma un fondo di investimentfinanziario inglese, la Melrose Industries, che ragiona secondo logiche rispondenti alla finanza più aggressiva. Ai cancelli arrivano anche esponenti dei partiti di tutta la sinistra, dal Pci a Sinistra Italiana: pure Gabriele Toccafondi di Italia Viva. “Sdegno” esprimono Francesco Torselli (FdI) e Alessandro Scipioni (Lega). “Serve una reazione da parte delle Istituzioni e una ferma presa di posizione di condanna da parte del nostro Governo” dicono Nicola Armentano, Letizia Perini e Laura Sparavigna (Pd). “A che serve – si interrogano Antonella Bundu e Dmitrij Palagi (SPC) – un’economia incentrata sulla finanza, che vede le azioni salire quando si licenziano in un giorno 420 persone e uno stabilimento bloccato nel giro di poche ore? A cosa servono le istituzioni di cui facciamo parte se neanche si apre una vera discussione su cosa sia possibile fare?”.

Per Roberto De Blasi e Lorenzo Masi (M5S) “La politica delle razionalizzazioni industriali ha sempre avuto come obbiettivo finale lo smembramento e la conseguente distruzione delle tradizioni produttive d’eccellenza”. “Come si fa ad essere così spietati e pregiudicare il futuro di tanti esseri umani?” si chiede Antonio Montelatici (Lega), presidente della Commissione di Controllo di Palazzo Vecchio. Il Cardinale di Firenze, Giuseppe Betori, auspica che «con l’impegno di tutte le parti interessate e delle istituzioni si possa aprire un dialogo e trovare una soluzione che metta al centro le persone, la dignità del lavoro, il bene comune” mentre la Cgil Toscana propone agli altri sindacati una mobilitazione regionale. Il ministro del lavoro Andrea Orlando parla di “modalità che non possono essere accettate e su cui bisogna trovare tutti gli elementi per scongiurarle”, Matteo Salvini sottolinea che “prima di tutto ci vuole rispetto”. Solidarietà e  sostegno alla mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori della GKN è stata infine espressa da Maurizio Acerbo segretario nazionale del Prc. Sulla vicenda sono state presentate due interrogazioni: la prima da Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, l’altra da Stefano Mugnai di Coraggio Italia. L’azienda però non sembra fino a questo momento voler recedere: licenziamento collettivo, chiusura dell’impianto, nessun accesso ad ammortizzatori sociali.

 

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