Vendita via di Bellagio, cittadini e centro sociale: “Una zona intera messa sotto scacco”

Firenze – Un incontro con la stampa molto atteso dalle parti, sia dagli “occupanti” dell’Ex-Emerson in via di Bellagio, sia dai residenti, anche loro numerosi, questa mattina, al Circolo di Castello. Un incontro che vede subito una premessa, posta dai residenti: “Come si può pensare di raddoppiare la popolazione di quest’area, mantenendo l’esiguità dei servizi?”. Esempio, una scuola che già ora non basta. Una viabilità congestionata. Verde da cercarsi, nonostante la posizione ai piedi di Monte Morello, spazi sociali ridotti. Eppure quest’area contiene alcune della più grandi aree di trasformazione della città, a partire dall’immensa area dell’ex Cerdec, già votata alla costruzione di villette. E in questi giorni, si consuma anche la vicenda della zona artigianale di via di Bellagio, ai confini con il comune di Sesto Fiorentino. Ma qui c’è anche qualcos’altro.

Quindici anni non sono pochi. In quindici anni si prende un’area industriale dismessa, abbandonata, la si trasforma in un centro di aggregazione, produttore di cultura, e si dà la possibilità ai residenti di goderne. Eppure un giorno quell’area viene posta in vendita, e quei quindici anni, voilà, non esistono più. E’ interessante, l’avviso d’asta che riguarda la zona di via di Bellagio, zona artigianale in cui sono dismesse da tempo due piccole fabbriche, una delle quali costruiva “tondini” per le ferrovie e l’altra produceva vernici; interessante sotto vari aspetti, fra cui l’involontaria ironia cui si espone l’avviso stesso quando, trattando della situazione attuale degli immobili, parla della presenza di un “sedicente” centro sociale. Peccato che, magari per carenza d’informazione, il sedicente centro sociale sia l’ex-Emerson, vale a dire un centro sociale che esiste da trent’anni, che da quindici risiede nella sede di via di Bellagio e che in 15 anni è cresciuto nella zona abbandonata al degrado, diventando palestra e biblioteca popolare, offrendo una scuola di tango ai residenti del quartiere e non solo, costruendo migliaia di iniziative culturali che, seppur messe a riposo dalla pandemia, ripartono più vigorose con l’attenuarsi della stessa. Uno spazio che non è solo cultura e sociale (mensa popolare, distribuzione libri, laboratorio, sala di registrazione, cinema…) ma che dialoga e si radica nel quartiere. Uno spazio attraversato quotidianamente da centinaia di persone e residenti, dai bambini con la pista skate, ai vari cineforum e rassegne, presentazione libri, che vede il laboratorio informatico dell’hacklab, fino al Nema: Next Emerson Museo Autogestito, un progetto artistico che pone l’attenzione proprio sulla ridefinizione continua della spazio fisico del Csa.

Questo spazio, o meglio, lo spazio su cui vive e cresce questa realtà di riferimento per il territorio, autogestita e nata dal basso, che unisce 3 unità industriali una volta separate e le loro pertinenze, è messa all’asta il 13 luglio prossimo alle ore 10. La stima, 2 milioni 700mila euro, offerta minima, 2 milioni e 300mila. Superficie coomplessiva, 10.600 mq, superficie utile esistente stimata, 4200 mq. Il progetto previsto nel regolamento urbanistico del Comune di Firenze, ne prevede l’utilizzo per 3.800 mq. La destinazione d’uso è residenziale al 100% come si legge nella scheda At 11.01 del Regolamento, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato. L’intervento è soggetto alle seguenti prescrizioni, secondo la scheda del Regolamento: “verifica di fattibilità dell’intervento in rapporto al vincolo aeroportuale – numero massimo di piani fuori terra 2. Il nuovo skyline deve essere oggetto di verifica del corretto inserimento paesaggistico avendo come riferimento i punti di belvedere la buffer zone delle ville medicee di Castello e di Petraia individuati nel Piano Strutturale (tavola 3 Tutele) – reperimento della quota del 20% da destinare ad edilizia convenzionata (housing sociale) nelle forme dell’affitto o in altra forma, nei termini definiti dall’apposito Regolamento (DCC 41/2005) ed eventuali adeguamenti – verifica trasportistica sul carico di traffico indotto sulla viabilità esistente dal nuovo insediamento – progettazione e realizzazione dell’ampliamento di un tratto di via di Bellagio compreso fra l’area di trasformazione e via R. Giuliani, come da scheda ATs 11.17 Viabilità Bellagio – adeguamento dell’impianto di illuminazione pubblica su via di Bellagio – progettazione e realizzazione di un parcheggio pubblico alberato a raso in fregio a via di Bellagio – realizzazione di 400 mq di superficie da destinare a servizi sociali e ricreativi – particolare attenzione deve essere posta nella fase di progettazione dell’intervento, trattandosi di zona soggetta a vincolo paesaggistico (DM 02.10.1961) anche nel rispetto delle norme comuni di tutela del paesaggio urbano (art.68 comma 4)”. Sulla questione delle limitazioni, come sottolineano Carlo e Lapo del Centro sociale, è necessario anche considerare l’insistenza in una zona pedecollinare, e a ridosso delle ville Medicee. Ma anche la zona, servita da una strada storica, Via Bellagio appunto, tutelata, che non può avere sbocco per costruire parcheggi e quant’altro se non dentro l’area stessa di cui si sta parlando.

Le osservazioni che furono a suo tempo messe in atto da cittadini e realtà sociale, avevano una richiesta di fondo: salvaguardare un’area di sicuro interesse in quanto pedecollinare, accanto al patrimonio Unesco rappresentato dalle Ville Medicee, soggetta ai vincoli paesaggistici e soprattutto di interesse per il territorio come incremento delle zone verdi e di socializzazione del quartiere. Non solo: come spiegano dall’Ex-Emerson, attualmente la zona si configura come un corridoio “ecologico” per quanto riguarda il collegamento Piana-Collina, situato alle pendici del Sito di Interesse Comunitario del Monte Morellocome reso evidente dal censimento attuato sull’area, che vede la presenza per quanto riguarda la flora, che all’abbandono delle attività ha ripreso la colonizzazione spontanea dell’area, oltre allo sviluppo delle specie introdotte artificialmente nel corso del passato produttivo. Così ritroviamo un cedro del Libano (Cedrus libani), pianta monumentale che raggiunge un’altezza di 20 metri, per un’età stimata compresa tra i 200 e i 300 anni, 16 Olivi (Olea europaea), di cui alcuni secolari e di grandi dimensioni,  un Pino domestico (Pinus pinea), di proporzioni monumentali, dall’altezza di circa 15 metri, 4 Lagerstroemie (Lagerstroemia indica), piante di relativamente grande dimensione, molto anziane, dal valore ornamentale notevole a causa della loro abbondante e prolungata fioritura, oleandri ovunque abbondantemente presente in tutta l’area, che arricchisce soprattutto dal punto di vista ornamentale con la sua ricca fioritura e l’Orchidea Maggiore (Orchis purpurea), pianta epifita dall’alto valore ecologico la cui presenza è massiccia laddove sono presenti aree prative, nelle quali spicca la sua infiorescenza verticale prodotta nei mesi di Aprile-Maggio. Per quanto riguarda la fauna, si va dalle varietà di rettili (tarantola muraiola (Tarentola mauritanica), lucertola muraiola (Podarcis murali), Lucertola campestre (Podarcis siculus), Biscia dal collare (Natrix natrix), Biacco (Hierophis viridiflavus)) a varie specie di Picchi (Picchio muraiolo (Tichodroma muraria), Picchio rosso maggiore (Dendrocopus major), Picchio verde (Picus viridis), agli Strigiformi (Gufo (Asio otus), Allocco (Strix aluco), ai rapaci diurni col Gheppio comune (Falco tinnunculus), al fagiano comune  (Phasianus colchicus), fino ai piccoli mammiferi come la volpe, tasso, istrice, riccio e alla fauna notturna, dal serotonino (Eptesicus serotinus), al Pipistrello di Savi (Hypsugo savii), al Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus). Una ricchezza che potrebbe essere sconvolta dall’impatto massiccio dell’urbanizzazione, mentre non mancano esempi virtuosi di aree industriali a cui natura e uomo, in sinergia, hanno donato nuova vita, come ad esempio l’Emscher Park nella Ruhr, in Germania.

Se questo è ciò che contiene l’area, ecco la situazione odierna. L’area è messa in vendita dal curatore del fallimento che coinvolse, nel 2015 circa, la Cooperativa Unica, che si caratterizzava per la costruzione di case. L’area occupata era stata acquistata qualche mese prima dalla cooperativa stessa. Il progetto dell’Unica, prevedeva il cambio di destinazione d’uso, da manifatturiero a residenziale, l’abbattimento degli edifici e la costruzione di villette di pregio. La zona era appetibile, a ridosso delle colline. Unica fallisce prima di poter realizzare il progetto, anche se riesce a ottenere l’inserimento del cambio di destinazione d’uso nel Piano Strutturale. Il valore dell’area aumenta a dismisura.

“Al di là dell’attività del Centro sociale – spiega Carlo – ciò che volevamo mettere in evidenza è il disegno perseguito dal Comune di mettere in una brochure di vendita immobiliare un’area privata come questa, che non è la sola”. Ciò cui si riferisce Carlo è il progetto Invest in Florence, dove anche l’area in questione è “pubblicizzata”. “E’ la spia di una volontà precisa da parte dell’Ente pubblico di configurare la città come territorio di vendita di aree perlopiù di pregio, in un’ottica di cementificazione spinta che preclude, secondo noi, la popolazione dal godimento di spazi verdi e di socialità. Come se non ce ne fosse bisogno”.

Tirando le fila, è tutta l’area dell’Utoe 11 a essere messa sotto osservazione critica. Un’area che comprende aree come l’ex Cerdec, il Chiusino de’Pazzi, parte almeno dell’ex Seves. Una fetta di circa 40mila mq di territorio da reinventare. Tutte zone capaci di consegnare alla città verde e sociale, tutte zone che rischiano di essere messe sotto cemento e sottratte alla comunità, spiegano sia i cittadini intervenuti all’appuntamento con la stampa sia i ragazzi del Centro.  Tutte aree per cui è previsto l’insediamento di nuovi residenti, ma che potrebbero accusare un colpo spaventoso, il collasso dei servizi già ora inadeguati, rispetto all’aumento della popolazione previsto. Al di là delle discussioni, come dice qualcuno, se si tratti di speculazione oppure no.

Le inziative. Oltre all’incontro con la stampa avvenuto stamattina, i prossimi appuntamenti saranno: il 19 giugno un presidio con le attività che si svolgono in via di Bellagio, dal Tango ai laboratori al cinema in piazza Dalmazia; il 13 luglio, residio davanti allo studio notarile dove viene messa all’asta l’area del Csa Next-Emerson.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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