Bagno a Ripoli: tosaerba ecologico con la pecora nana

Bagno a Ripoli – A Bagno a Ripoli, a Vicchio di Rimaggio, nella zona dell’olio e del vino, nasce un allevamento di pecore nane di razza D’Ouessant, di origine Bretone. Si tratta di pecore molto rare, ne esistono solo poche migliaia di esemplari nel mondo, e possono essere usate come tosaerba biologici al posto dei tosaerba meccanici.

Grazie alla piccola taglia, sono animaletti la cui altezza è inferiore al ginocchio di un uomo, i danni da calpestamento sono minimi, il morso è a livello superficiale, senza eradicare il tappeto erboso, ma il servizio è comunque efficace nel controllo delle infestanti e su terreni scoscesi; inoltre, grazie agli escrementi il suolo diventa più fertile.

In Francia, Svizzera e Germania questo tipo di cura del verde con le pecore è molto diffuso. Esistono grosse aziende, come la Ecomouton, che allevano centinaia di pecore nane e hanno in appalto la cura delle aree verdi delle amministrazioni pubbliche o delle società private.

In Lombardia  esiste una società (la Pecorelle s.r.l.) di proprietà di Silvia Canevara, ex giornalista di un giornale di Lodi,  che si propone di affittare piccoli greggi ad aziende e amministrazioni che abbiano bisogno di tosare l’erba in modo naturale.

L’azienda agricola Compturist ha deciso di allevarle sia per effettuare la manutenzione dell’oliveta di circa 30 ettari che costituisce oggi la principale attività aziendale, sia per allevarle a favore di privati e enti pubblici che intendano promuovere questa particolare ed ecologica modalità di manutenere il verde.

L’azienda è stata recentemente acquisita dalla famiglia Lisi  di Firenze che intende farne una fattoria modello per la tutela e valorizzazione delle biodiversità e  delle produzioni tipiche del territorio anche in ottica di recupero di produzioni dimenticate.

Fino agli anni ’50 e ’60 del secolo scorso caratterizzava questi luoghi anche l’allevamento delle pecore fra l’altro molto belle a vedersi tra gli olivi della collina di Rimaggio.

L’azienda agricola ha così ripreso vita. In tre anni di lavoro l’oliveta è stata recuperata dal degrado e dall’abbandono in cui versava e da quest’anno funziona un frantoio aziendale. I visitatori troveranno oltre alle pecore anche le tradizionali  galline, tacchini e conigli

E’ in corso la recinzione dell’area olivata al fine di proteggere le pecorelle dai lupi che sono presenti nel confinante bosco del Pian della Cita, ed è in corso la risistemazione delle strade e del reticolo dei fossi, essenziali per evitare il dissesto idrogeologico.

L’iniziativa però non è esclusiva ma inclusiva. Come primo atto la famiglia proprietaria ha posto  in essere un sito www.poderebiliotto.It  al quale chiunque potrà iscriversi per entrare dai cancellini (che rimarranno sempre aperti per tutti) della proprietà. La volontà e quella di non interrompere, ma anzi valorizzare, anche questa forma di biodiversità per la quale la proprietà è visitata e percorsa a scopo di raccolta di erbe, trekking, gite in bicicletta, passeggiate etc.

Verrà quindi mantenuto e valorizzato anche il reticolo dei sentieri e delle strade che caratterizza questi luoghi.  Accedere non costa nulla e l’unico requisito è l’amicizia per il territorio ed il rispetto del Regolamento del Parco agricolo del podere Biliotto. Il fondatore della tenuta,  Biliotto de’ Biliotti che al finire del  1300 acquisì la proprietà, ne sarebbe contento.

Foto: parcodellapreistoria.it/zoologia_pecora-nana

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