Parigi – Il Giappone, il paese con la popolazione più anziana al mondo, ha deciso di dar battaglia all’invecchiamento, fonte non solo di dolorosi acciacchi ma anche di insostenibili aumenti delle spese sanitarie. Nel paese del Sol Levante, il numero degli over 65 continua ad aumentare a ritmo crescente tanto che si prevede che dall’attuale 29% della popolazione si arrivi nel 2040 al 35%.
Per il paese dunque che deve fa fronte al forte incremento delle spese sanitarie le ricerche sulle cause del l’invecchiamento vengono ritenute assolutamente cruciali. Scopo delle ricerche, va detto, non è tanto quello di allungare la durata della vita quanto cercare di garantire il miglior stato di salute possibile anche a chi è avanti con gli anni. Secondo quanto ha dichiarato al quotidiano giapponese Asashi Shinbum Yoichi Nabeshima direttore dell’Irpa, l’Istituto per la ricerca sull’invecchiamento produttivo, “mettere a punto metodi contro l’invecchiamento e allungare la durata della vita non hanno nulla di fantascientifico ma sono diventati traguardi a portata di mano”.
Secondo il giornale si sta cercando prima di tutto di decifrare i meccanismi della senescenza ritenuti responsabili di aprire le porte a numerose malattie, come i tumori, i problemi cardiaci, il diabete o l’Alzheimer. Se, come si pensa, il principale fattore che incrementa il rischio di queste patologie è il degrado fisico che accompagna l’invecchiamento a rendere più probabile ammalarsi. Quindi frenare l’invecchiamento è la via maestra per minimizzare i rischi di prendere malattie.
Le piste seguite in Giappone, anche in collaborazione con altri paesi riguardano, ad esempio lo sviluppo di una molecola in grado di eliminare le cellule senescenti o di molecole che permettono di lottare contro l’aumento del colesterolo. Un istituto legato all’Universita di Osaka AutoPhagyGo si sta concentrando sui mezzi per stimolare l’autofagia, quel meccanismo di espulsione delle sostanze tossiche attivando il metabolismo interno della cellule. Meccanismo che perde vitalità andando avanti con gli anni che dunque perde in efficacia nel combattere alcune patologie.
I ricercatori stanno anche cercando di capire il perché l’invecchiamento è solitamente accompagnato da un degrado fisico, concentrandosi sugli effetti delle cellule vecchie che con l’età si moltiplicano in varie parti del corpo e a volte secernano sostanze infiammatorie che svolgono un ruolo nella formazione del cancro o dell’arteriosclerosi. “Se si riuscisse a mettere a punto un medicinale in grado di attaccare le cellule senescenti saremmo in grado di limitare le patologie influenzate dall’età a allungare la durata di vita in buona salute” ha dichiarato il prof. Eiji Hara, da anni impegnato nelle ricerca sulle cellule senescenti.
Altri ricercatori, ugualmente impegnati nello studio delle molecole che ritardano l’invecchiamento, stanno esaminando i possibili benefici del sirolimus, un immunosoppressore utilizzato nei trapianti di organise sulla metformina utilizzata contro il diabete.