Firenze – Pesa per 11,3 miliardi, secondo l’ultimo dato del 2019, l’economia sommersa in Toscana, che rappresenta una cifra pari al 9,3% del Pil regionale. A dichiarare la portata dell’economia che non si vede, il convegno ‘Trasparenza e tracciabilità a tutela delle eccellenze del made in Italy’, organizzato dalla Camera di commercio di Firenze, che ha visto la partecipazione di 300 studenti delle scuole superiori fiorentine con orientamento agrario e alberghiero.
Se in Toscana si arriva al 9,3% del Pil regionale, a livello nazionale il dato è ancora più alto, giungendo quasi al 12%. Il conntrasto al sommerso si può praticare concretamente solo mantenendo il rispetto verso le regole e la legalità. Lo dice, fra gli altri, Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di commercio, che nel suo intervento sottlinea questo aspetto: “Dobbiamo orientare i nostri comportamenti verso il rispetto delle regole e della legalità, solo così possiamo contribuire a migliorare la qualità del mercato e della società”.
“L’economia cosiddetta non-osservata, cioè sommersa e illegale, supera ogni anno i 200 miliardi di ricavi nel Paese – ha detto Giuseppe Salvini, segretario generale della Camera di commercio – cioè quasi il 12% del Pil nazionale, e il 10% riguarda il settore agroalimentare con fenomeni preoccupanti che vanno dalla contraffazione al caporalato. La Camera di Commercio è impegnata a collaborare con le forze dell’ordine e le altre istituzioni per combattere questi fenomeni”.
Infine Gian Carlo Caselli, presidente del comitato scientifico Fondazione Osservatorio Agromafie, ha tirato le fila sottolineando che “ogni recupero di legalità è un recupero di ricchezza per il Paese, e dunque conviene, mentre oggi assistiamo a un mastodontico impoverimento che ogni anno sottrae risorse alle attività legali e sane”.