Storytelling, perché l’umanità non può vivere senza storie

Firenze – Le storie sono dappertutto e noi siamo dei narratori seriali.  Non possiamo fare a meno di raccontare come non possiamo vivere senza storie  si legge nel recente saggio di  Andrea Smorti  Storytelling  (Il Mulino 2022).

Da questo libro particolarmente coinvolgente  si apprende che  Le storie, così pervasive ed ubiquitarie, sono anche variegate e multiformi ed è quindi importante  esaminare  quali  funzioni svolgano, perché esse siano così indispensabili per vivere e quali bisogni  fondamentali  assolvano.

 Leggendo queste pagine si scoprirà come  narrare sia una attività umana intimamente legata alla capacità di  ricordare il passato, prevedere il futuro, viaggiare attraverso nuovi e vecchi mondi, formulare ipotesi sulla realtà, comunicare  con gli altri e formare con loro memorie condivise fino a costruire la storia di una comunità o di un intero paese.  

Ne abbiamo parlato il Prof. Andrea Smorti autore di Storytellig che ha insegnato Psicologia dello Sviluppo  nell’ Università di Firenze . E’ stato Preside di Facoltà in questo Ateneo dove ha fondato il Laboratorio di Studi e Ricerche sui Processi Narrativi, tema sul quale ha dedicato gli ultimi 30 anni della sua carriera. Tra le sue ultime opere “Storytelling” (2022) e “Raccontare per capire” (2018) anch’esso  edito  da  Il Mulino.

Perché il raccontare è importante anche dal punto di vista psicologico?

“Raccontare permette una metamorfosi del pensiero che da privato diventa pubblico. E’ così possibile non solo stabilire un dialogo con chi ci ascolta ma anche acquisire un nuovo modo di ragionare  in grado di utilizzare tutto il patrimonio della lingua madre e della cultura in cui si vive”.

Cosa  s’intende  per storytelling?

“Le storie hanno un versante cristallizzato, il testo, ed un versante più dinamico rappresentato dal modo con cui questo testo viene raccontato e che include lo stile, il tono della voce, le astuzie retoriche finalizzate per convincere il nostro interlocutore. La parola “storytelling” è venuta, col tempo, a coprire ambedue questi versanti”

E’ importante  “preparare”  la memoria al racconto   ?

“Quando si raccontano eventi passati è necessario organizzare i ricordi in modo da trasformarli in storie.In tal modo gli eventi accaduti sono in qualche modo ricostruiti in base alla situazione presente, alla persona che ci ascolta e degli scopi che ci proponiamo col nostro racconto. Tutto questo nella maggior parte dei casi avviene in modo quasi inconsapevole”.

Ma perché siamo “affamati” di cattive notizie  ?

“L’essere umano nel corso della sua evoluzione ha sempre avuto bisogno per la propria sopravvivenza di anticipare gli eventi e soprattutto quelli negativi: saper coglier per tempo ed in modo corretto i segnali di pericolo è di grande aiuto per  affrontare i pericoli . E’ per questo che le cattive notizie stimolano la nostra curiosità di sapere  in modo da rendere il mondo in cui si vive un universo più prevedibile”.

E quanto  è importante  guardare in avanti  con le storie al futuro… ?

“Le storie sul futuro sono quel tipo di storie che costruiamo proprio dare uno scenario narrativo alle nostre aspettative, questo è estremamente utile per prepararsi a ciò che potrebbe accadere  e tra l’altro per non essere colti  impretarati da eventi inaspettati e potenzialmente dannosi”.

Cosa sono le storie riflessive che aiutano a comprendere se stessi ?

“Quando raccontiamo trasformiamo il nostro pensiero che assume pienamente una dimensione verbale, e, come si è detto prima, sociale. Questo ci aiuta a diventare più consapevoli di ciò che pensiamo e spesso scopriamo cose che non sapevamo ancora quando i pensieri giravano  dentro la nostra testa, per esempio ci rendiamo conto di cose che non avevamo capito o  concepiamo  nuove idee e associazioni mentali”. 

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