Archeologia: nel Kurdistan grandi scoperte sul mondo assiro

Parigi – In questi cupi tempi di crisi e di guerre per fortuna non tutto è distruzione: sul fronte archeologico medio orientale scavi e iniziative sono andate avanti aprendo nuove prospettive nella conoscenza del mondo assiro.

Nel Kurdistan autonomo, nel nord dell’Iraq, è così nato un primo parco archeologico che ospita vestigia di 2.700 anni fa.  Grazie a una missione mista formata da archeologi dell’Università di Udine e colleghi locali del Kurdistan sono venuti alla luce imponenti ricordi dei regni assiri di Sargon II (721-705 a.C.) e di suo figlio e successore Sennencherib. Il sito, il primo di cinque parchi in programma nella zona, al momento é aperto solo a studiosi, ricercatori e turisti stranieri.

Nel parco di Faida, che si trova appunto nella regione curda autonoma di Dohouk, si possono in particolare ammirare un canale di irrigazione lungo 10 km e  tredici altorilievi monumentali. Cinque rappresentano un re assiro nell’atto di pregare davanti alle sette divinità più importanti del pantheon assiro.

Proprio a Ninive,  ora Mossul, dove Sargon II aveva trasferito la capitale, sono state scoperte da archeologi americani e iracheni, otto bassorilievi marmorei risalenti ugualmente a 2.700 anni fa. Risalirebbero infatti all’epoca in cui regnava  Sennecherib, re che abbellirà la capitale anche con la costruzione di un magnifico palazzo. Nei bassorilievi scoperti pochi giorni fa sul sito di Mashki, una delle porte  storiche della città,  si vedono scene di guerra,  un arciere di profilo che si accinge a tirare una freccia, tra palme e alberi finemente scolpiti. La porta monumentale di Mahski era stata rasa al suolo con un bulldozer da jihadisti dello Stato islamico durante gli anni che controllavano la zona, cioé dal 2014 al 2017. Le parti scolpite erano rimaste fortunosamente intatte perché rimaste sottoterra.

In un altro territorio di guerra, in Siria, è stato riportato alla luce un vasto mosaico di epoca romana che evoca la guerra di Troia. Nel mosaico, lungo 20 metri per sei di larghezza, appaiono chiaramente i nomi dei re greci che hanno partecipato alla guerra cantata da Omero nell’Odissea.  Nella complessa composizione dell’opera figurano anche Ercole che uccide la regina delle Amazzoni  Ippolita e il dio Nettuno. Il mosaico, che  risale al IV secolo d.C., é stato scoperto scavando sotto un edificio della  città di Rastane, nella provincia di Homs, Una delle ipotesi allo studio era che decorasse il pavimento di terme.

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