Firenze – Pronta a prendere la guida del Paese se gli italiani glielo chiederanno attraverso il voto. Al Mandela Forum, davanti a oltre duemila persone che hanno voluto cenare con lei e finanziare così la sua campagna elettorale, Giorgia Meloni leader di Fratelli d’Italia sfoggia un grande sorriso e la tranquillità di chi sa che queste elezioni potrebbero significare davvero una svolta nella storia della nazione. Arriva alle 20, in giacca bianca e camicetta grigio perla, sulle note di “Metti una sera a cena” e “C’era una volta in America” di Ennio Morricone eseguite dall’orchestra da camera fiorentina del maestro Giuseppe Lanzetta. Assiepati nella tribunetta stampa ci sono anche l’inviato del prestigioso Times e alcuni giornalisti giapponesi tutti venuti a vedere lei con grande curiosità. “Qui – attacca subito – non si tratta di Meloni o Draghi: è tra avere una maggioranza con una visione da realizzare e cercare di rimettere insieme gente che si detesta che fa finta di farsi una campagna elettorale contro per poi tornare tutti insieme al potere. Per l’Italia mi fa più paura lo scenario di una alleanza variabile. Io mi dichiaro pronta e sono pronta, poi sono una persona di estrema responsabilità. Non vivo questa fase come la reginetta del ballo. Se gli italiani mi chiedono di prendere la guida della nazione, e se il Presidente della Repubblica sarà d’accordo, lo farò: e per quanto possa rendermi conto delle difficoltà enormi in cui in questo momento l’Italia si trova so anche che ho la libertà, il coraggio, la forza e un partito per riuscire a cambiare tanti meccanismi che ho visto in questi anni”.
Preoccupata per la sfida in Toscana, in una delle roccaforti storiche della sinistra? Nemmeno per sogno perchè dice “Le roccaforti della sinistra non esistono più, e mi pare che lo abbiamo ampiamente dimostrato proprio qui in Toscana. Oggi c’è a Pistoia, per esempio, una città che non era mai stata governata dal centrodestra – ha aggiunto -, un sindaco di Fratelli d’Italia riconfermato al secondo turno; ci sono esperienze come quella di Piombino; ci sono diverse esperienze di governo di Fratelli d’Italia, del centrodestra, che vanno benissimo”. E per chiarire ancora meglio il concetto aggiunge: “Quando tu sei convinto di essere una roccaforte, e sai che i cittadini ti voteranno indipendentemente da quello che fai, finisci per smettere di fare politica e cominci ad amministrare il potere, e a un certo punto quel consenso lo perdi inevitabilmente. La presenza di tanta gente stasera qui come nelle altre piazze d’Italia dimostra che c’è interesse, entusiasmo, attenzione, se vogliamo anche curiosità, che è la normalità per quella che dovrebbe essere una campagna elettorale, attorno alla proposta di Fratelli d’Italia. La novità vera è che la gente non si fa più filtrare i messaggi”.
Già, Piombino e la questione spinosa del rigassificatore contro il quale i cittadini stanno conducendo una durissima lotta ormai da settimane. “Col sindaco – scandisce – (Francesco Ferrari del suo partito ndr) ci parliamo quasi ogni giorno. Ovviamente comprendo benissimo la sua posizione, ho con lui spiegato varie volte, e lui capisce bene la posizione che stiamo portando avanti, una posizione di condivisione. Piombino ha effettivamente dei problemi come città, perché è stata una città che ha già pagato, e che quando dovevano arrivare le compensazioni da parte dello Stato nazionale non ha visto quelle compensazioni. Oggi ragionevolmente è una città che si trova in difficoltà, Dopodiché io e il sindaco di Piombino capiamo benissimo che i rigassificatori in Italia servono e che servono il prima possibile. Quindi qual è la soluzione questo problema? Noi abbiamo l’obbligo di verificare se negli stessi tempi possa esistere una sede più adeguata di quella di Piombino per non far ricadere tutti i sacrifici sulla stessa città. Se quella alternativa non esistesse, allora bisognerà dimostrare che c’è una politica diversa nell’offrire le compensazioni necessarie alla città e nel coinvolgere anche l’amministrazione che finora non è stata coinvolta molto, e secondo me anche quello è un grande errore del governo precedente. Quindi siamo in piena sintonia. Ovviamente è normale che il sindaco di Piombino faccia tutto quello che può, come sempre fanno gli amministratori di Fratelli d’Italia, per il bene della città che amministra”.
C’è spazio anche per una replica a muso duro contro il sindaco di Firenze Dario Nardella che in mattinata l’aveva definita “non degna” del Mandela: “E’ ridicolo. Non fosse altro perché gli segnalo che è la seconda volta che facciamo un evento qui e la prima volta il referente del Nelson Mandela forum nominato dal Comune mi ha consegnato la chiave della cella. Non se n’era accorto il lucidissimo sindaco Nardella? Oppure devo dedurre – aggiunge Meloni – che è arrivata la campagna elettorale e quindi quello che non pensava ieri fa finta di pensarlo oggi per ravanare due/tre voti per il Pd, in enorme difficoltà in questa campagna elettorale? Siccome sono una persona seria abituata ai temi seri, alle cretinate non rispondo, poi quando Nardella vorrà parlare di immigrazione e presunto razzismo gli spiegherò cosa penso sia il razzismo: favorire la tratta degli schiavi del terzo millennio e fare arrivare centinaia di persone che poi vengono abbandonate negli angoli delle strade per spacciare droga o magari prostituirsi mentre la sinistra nei suoi salotti buoni fa finta di non vedere queste storie disperate”.