AV, ancora rallentamenti per il nodo fiorentino, “insoddisfatti” Comune e Regione

Firenze – Non sono usciti soddisfatti,  il presidente della Regione Toscana e il sindaco di Firenze, dall’incontro che si è tenuto stamattina con i vertici di Ferrovie dello Stato e Rfi sulla questione del nodo fiorentino dell’Alta Velocità. Ciò che iquieta Giani e Nardella sono gli ulteriori rallentamenti sul cronoprogramma presentati oggi dai vertici di Fs e Rfi, che vengono giustificati dal mutato evolversi dell’andamento dei lavori pubblici in seguito all’aumento del costo delle materie prime e dell’energia. Il messaggio che lanciano il presidente della Regione e il sindaco di firenze tuttavia è univoco: sono decisi a non mollare e a lottare con fermezza e determinazione perché il governo si renda conto di quanto “sia insopportabile per i toscani assistere a continui rinvii e ad un andamento così frammentario dei lavori da parte delle Ferrovie dello Stato e Rfi”

“Ci è stato presentato un quadro di sviluppo dei lavori – spiega il presidente Giani – con un crono programma che porta al 2028 la fine del cantiere per il sottopasso e la successiva entrata in funzione delle linee dell’Alta velocità. Un ritardo rispetto a quanto fino ad ora presentato. Rfi ha comunicato che è necessario bandire una gara d’appalto da pubblicare il 10 agosto, l’inizio reale dei lavori del tunnel è solo nell’aprile prossimo, con slittamento di scadenze rispetto a quanto c’era stato presentato in precedenza, quando a settembre di quest’anno si doveva partire con la talpa. Abbiamo sollecitato una maggiore considerazione dell’importanza del nodo di Firenze nelle priorità d’azione da parte di Ferrovie dello Stato e di Rfi, ripromettendoci di sollecitare il Governo per un’opera che non interessa solo Firenze e la Toscana ma che è strategica per il destino dell’Alta velocità nella tratta più importante, che è quella dorsale centrale da Roma a Milano. Oggi, del mancato utilizzo del tratto ferroviario sotterraneo, ne risente tutto il sistema del rapporto pendolare e regionale per il quale la Regione Toscana paga a Trenitalia più di 300 milioni l’anno di contratto di servizio. Sono sempre più numerosi i treni in alta velocità che vanno direttamente da Roma a Milano o che si fermano solo a Bologna. Lo stato dei cantieri già molto avanzati in via Circondaria, in viale Belfiore, come a Campo di Marte rappresenta agli occhi dei cittadini uno stato di degrado. Non comprendiamo perché da parte di Ferrovie dello Stato si sia sottovalutata l’importanza del nodo fiorentino e del completamento dei lavori. Dal 1996 quando fu siglato il primo accordo di programma fra Regione, Comune e Stato sono trascorsi 26 anni e non si è colta nemmeno l’opportunità del Pnrr per accelerare e realizzare il tunnel Alta velocità su Firenze. Siamo delusi, ma lotteremo con fermezza e determinazione perché il governo si renda conto di quanto sia insopportabile per i fiorentini assistere a continui rinvii e ad un andamento così frammentario dei lavori da parte delle Ferrovie dello Stato e Rfi”.

Tirando le fila, Giani e Nardella già nelle prossime settimane, solleciteranno una riduzione dei tempi prospettati e chiederanno che siano individuate anche nuove soluzioni tecniche. Saranno vigili sul rispetto dei tempi. “Non possiamo tollerare – dicono- ritardi e rallentamenti dei lavori di questa opera prioritaria e strategica a livello nazionale”.

“Ci aspettiamo di più sui tempi di realizzazione dell’opera-  ha detto il sindaco di Firenze- e sono ancora insufficienti le rassicurazioni sulla realizzazione del people mover tra la stazione Foster e Santa Maria Novella”.

“Ci aspettiamo inoltre – ha proseguito il sindaco – che arrivino il prima possibile alla città i 60 milioni di euro che mancano dei 90 previsti nella convenzione tra Comune di Firenze e RFI firmata nel 2011, che servono per realizzare le opere correlate al sottoattraversamento. Noi vigileremo con la massima attenzione, anche perché da maggio i lavori sul cantiere della stazione Foster sono sostanzialmente interrotti e devono riprendere quantomeno per la manutenzione straordinaria del cantiere e della parte di opera già realizzata, per evitare ammaloramenti e quindi ulteriori spese”.

 

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