Prato – Antonio Napolitano è il nuovo amministratore delegato dell’Interporto della Toscana Centrale. La decisione è stata presa all’unanimità dal consiglio d’amministrazione insediatosi nelle scorse settimane. Napolitano 63 anni, è già stato in passato presidente dell’Interporto della Toscana Centrale, della Uir nazionale (Unione Interporti Riuniti) e di Logistica Toscana. Esperto di tematiche legate alla logistica, al trasporto merci e all’intermodalità, è stato protagonista della realizzazione a Gonfienti della piattaforma intermodale che fu definita a quei tempi l’infrastruttura più importante della Piana.
“Sono grato al consiglio d’amministrazione per la fiducia che mi è stata accordata – ha commentato Napolitano. “L’obiettivo primario è quello del consolidamento del terminal ferroviario, che ha già una caratura europea e che deve continuare a creare relazioni con gli operatori logistici e gli addetti ai lavori di tutta Italia, Europa e del mondo. Dobbiamo restare al centro del sistema interportuale, così da intercettare il transito di sempre più treni merci. E inoltre creare una collaborazione piena con tutto il sistema di porti e interporti della Toscana”.
E sulla sostenibilità ambientale dell’Interporto: “il settore dei trasporti contribuisce significativamente alle emissioni di gas serra – prosegue Napolitano -. L’Europa si è posta obiettivi ben precisi nella legge sul clima e in questo contesto il settore del trasporto delle merci può e deve giocare un ruolo chiave. Abbiamo un sistema fortemente interrelato, fatto di portualità, poli logistici e intermodali nei nostri territori: bisogna agevolare il trasporto merci su ferro, ma per farlo occorre adeguare e potenziare le infrastrutture di pertinenza nazionale”.
Mentre sull’innovazione tecnologicadell’Interporto: “La diffusione dell’e-commerce e la crescente urbanizzazione hanno reso la ‘city logistics’ un tema sempre più rilevante e attuale. L’Interporto deve diventare sempre di più un incubatore di start up e di progetti green, così da ottimizzare le consegne dell’ultimo miglio considerando il rapporto del traffico con l’ambiente, la congestione, la sicurezza e il risparmio energetico nel contesto di una economia di mercato. Per garantire e massimizzare l’utilizzo dell’infrastruttura ferroviaria in un servizio intermodale occorre anche rendere disponibili soluzioni tecnologiche e digitali che sappiano abilitare la cooperazione fra gli operatori del settore industriale e tra i gestori degli hub intermodali, porti e terminal. Solo così si può fare un salto verso gli obiettivi europei che prevedono di triplicare il trasporto merci su ferro entro il 2030 sulle percorrenze superiori ai 300”.