Firenze – Incrociano le braccia i lavoratori di Autolinee Toscane. Con una nota nei confronti dei nuovi gestori del Tpl regionale, i Cobas espongono i motivi del presidio e sciopero. Le fasce di garanzia sono garantite.
“Dopo ormai 8 mesi dal vostro insediamento, 8 mesi di promesse e tante parole, gli unici cambiamenti che siete riusciti a fare sono stati in peggio…e non era così facile, viste le pessime condizioni in cui eravamo già a novembre – dicono gli autisti – 8 mesi e ancora non abbiamo una busta paga fatta come si deve: una volta manca un’indennità, una volta manca una giornata, una volta una festività e così via…e la colpa è sempre del nuovo programma”.
Inoltre, dopo 8 mesi, lamentano ancora i lavoratori, “ancora non abbiamo una programmazione che vada bene: non torna la cadenza o non tornano i riposi, turni per lo più in bianco. Per non parlare della possibilità di avere un giorno di ferie o di sapere quale turno dobbiamo fare il giorno dopo, mai prima delle 15 e sempre per colpa del nuovo programmi”.
Inoltre, “abbiamo turni disumani: le medie ancora non tornano, turni monolinea da lavori forzati, ora poi con il ripristino del C2 ne vedremo delle belle e la colpa continua ad essere del nuovo programma”.
Inolte, nel cahiér de doleances, gli autisti non mancano di sottolineare l’assenza di punti di riferimento. “Non abbiamo una rubrica di numeri da poter chiamare in caso di problemi, che siano paghe, amministrazione o altra necessità”. E per quanto riguarda il telfono aziendale, dicono i lavoratori, “almeno datecelo con la rubrica già salvata e con numeri ai quali qualcuno ci risponderà…”.
Ma c’è anche il prelievo di sangue fatto prima del turno guida, o la chiusura della mensa a fronte di un buono pasto da 6 euro, “buono pasto con il quale ci si compra a fatica un panino”, dicono i lavoratori, per citare le ultime questioni in ordine di tempo che mettono in pericolo “non privilegi, ma diritti conquistati in anni di battaglie”. Sulla questione della carenza di autisti, infine, dicono i Cobas, si dovrebbe rendere “il salario dignitoso”. Ad esempio, “riconoscendo a tutti le stesse indennità che abbiamo in azienda (leggi ex distaccati o nuovi assunti)”.
Lo sciopero di 24 ore con salvaguardia delle fasce sensibili, che si terrà lunedì 30 maggio, vedrà anche una giornata di mobilitazione sotto la sede in Viale dei Mille, a partire dal presidio delle ore 10.