Firenze – Non si smentisce, la festa popolare del 25 Aprile in piazza Santo Spirito, piena anche quest’anno, nonostante il tempo variabile, di bancarelle, libri, musica. Dal palco sono tanti gli interventi che ripropongono un modello civile e sociale alternativo, con letture critiche sia dei fatti internazionali sia della gestione della città. Una festa che vede il suo clou nel corteo che tradizionalmente attraversa il quartiere per andare a rendere omaggio alla lapide di piazza Torquato Tasso, che commemora la strage, avvenuta per mano della famigerata banda Carità, di diversi civili, avvenuta in un giorno di mercato: alcuni componenti della banda, agli ordini del braccio destro di Mario Carità (che aveva lasciato la città nei primi giorni di luglio) Giuseppe Bernasconi, pluripregiudicato, il 17 luglio del 1944 aprono il fuoco senza motivi apparenti sui civili, uccidendo 5 persone: un bimbo di 8 anni Ivo Poli, Aldo Arditi, Igino Bercigli, Corrado Frittelli e Umberto Peri.
Fra le motivazioni che possono avere pesato su di un gesto apparentemente immotivato, la volontà di compiere un eccidio dimostrativo contro il quartiere di San Frediano, storicamente avverso al regime, e luogo di rifugio per antifascisti e gappisti. Nella retata che ne seguì, sono in molti i cittadini di San Frediano che verranno feriti e arrestati, per poi trovare la morte nel gruppo che, il 23 luglio verrà fucilato alle Cascine. Poche settimane dopo, l’11 agosto 1944, al suono della Martinella, Firenze insorse