Fermo senegalese, Cgil al Comune: “non condividiamo il modello organizzativo”

Firenze – Torna a far parlare di sé il fermo a terra con presa al collo del giovane senegalese venditore abusivo di collanine. Questa volta a intervenire sulla vicenda è l’Rsu Fp Cgil Comune di Firenze, che mette al centro da un lato, il fatto che i vigili del nucleo antidegrado non abbiano fatto che seguire le procedure, ma dall’altro di non condividere il modello organizzativo dell’amministrazione circa l’utilizzo  del Corpo.

“Vogliamo ribadire che, durante gli avvenimenti di martedì 5 aprile in Lungarno Acciaiuoli, i colleghi della Polizia Municipale stavano seguendo le procedure previste per la gestione di questi casi, per il contrasto delle attività di commercio abusivo, secondo le disposizioni del Comando, al quale spetta la tutela della dignità dei lavoratori. Il personale ha applicato correttamente le disposizioni operative previste, fino in fondo, accettando di riportare lesioni personali, tutelando al contempo l’incolumità del fermato, che si opponeva all’identificazione'” è la presa di posizione sul comportamento dei propri membri.

” L’episodio di martedì scorso, però, racconta scelte che vengono da lontano. Scelte del Comune di Firenze, a partire da un modello organizzativo del Corpo di Polizia Municipale che non condividiamo (mancano i vice comandanti, mancano le figure intermedie di addetti al coordinamento e controllo). Scelte rispetto alla sicurezza di chi lavora con alti indici di stress lavoro correlato, certificati da 3 indagini negli ultimi 5 anni, come abbiamo sempre denunciato con i nostri RLS. Scelte in fatto di formazione, carente e spesso non attinente al proprio lavoro (come FP CGIL chiediamo formazione anche su gestione dei conflitti e autodifesa). Scelte riguardo al ruolo della Polizia Municipale nella nostra città”.

” Esiste, infatti, la questione delle funzioni che vengono sempre più richieste alla Polizia Municipale. Lo abbiamo visto durante la pandemia, ma succedeva anche prima con la movida e succederà purtroppo anche in futuro in un contesto sociale sempre più complicato: agenti di Polizia Municipale a cui vengono chieste funzioni di ordine pubblico. Funzioni che poi l’Amministrazione Comunale non vuole riconoscere come indennità ai dipendenti, costringendoci come sindacato a dover far vertenza per averle riconosciute”, è il j’accuse del sindacato.

“Ma la scelta organizzativa dell’Amministrazione comunale sta anche nei numeri: abbiamo, infatti, un rapporto di 1 a 5 agenti tra il Reparto Antievasione (che controlla sul recupero delle somme non versate al Comune, sui canoni, sui tributi e sugli affitti in nero) e il Reparto Antidegrado: una chiara scelta politica dell’Amministrazione senza che ne consegua corrispondente investimento. Inoltre, se indagini specifiche evidenziano una situazione di stress generalizzato grave nel personale della Polizia Municipale, averlo ignorato non ci pare una vera azione di investimento e tutela sul personale”.

Quanto ai rapporti con la comunità senegalese, il sindacato lancia il messaggio no contrapposizioni. “Pensiamo, poi, che a seguito di questo episodio non vada alimentata una contrapposizione, che non esiste, con la Comunità Senegalese, anzi dobbiamo promuovere il dialogo e per questo ci faremo promotori di un incontro con i nostri RSU della Polizia Municipale e i rappresentanti della Comunità Senegalese. Riteniamo, infine, che vada aperta una più ampia e approfondita riflessione insieme al Comune per riconsiderare le priorità da affidare al Corpo di Polizia Municipale”.

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