Firenze – Finalmente anche i diritti degli animali sono entrati nella nostra Costituzione, a testimonianza della mutata sensibilità nei loro confronti.E quanto gli animali non siano meri “oggetti” come per millenni sono stati considerati ma individui con una propria personalità, sentimenti, affetti, lo ricaviamo anche dalle pagine del recente libro di Clementina Becarelli “Gina e la lupa” edito da Sarnus. Un romanzo che si rifà all’esperienza che la giovane autrice ha nella sua quotidiana attività di allevatrice di capre e quindi della familiarità con i suoi cani che sono preziosi e intelligenti collaboratori in questa sua attività.
Il libro è talmente coinvolgente che quando abbiamo finito di leggerlo, siamo dispiaciuti perché… vorremmo restare ancora in quell’ambiente dove gli animali e le persone vivono insieme come una grande famiglia. E si racconta di come i cuccioli di cane imparano a fare da guardiani al gregge, di come i lupacchiotti escono dalla tana dove sono nati e cominciano a integrarsi nel branco.
Gina e la lupa parla di un rapporto speciale fra un cane pastore maremmano-abruzzese e una giovane lupa, ma il racconto è assai più composito e articolato perché non è meramente descrittivo ma racconta una vicenda che avvince, emoziona, crea suspense. Ma è altrettanto importante sottolineare che, in questo libro, gli animali sono i veri protagonisti con le loro sensazioni, i sentimenti, una capacità di ragionare e di prendere decisioni che non è riconducibile al mero istinto.
Nel romanzo si parla di Beatrice e Daniela, due sorelle trentenni, che vivono assieme alla madre Emma in un paese sull’Appennino, dove si dedicano alla pastorizia. La loro vita, quasi un idillio bucolico, è immersa nel verde, e a far loro compagnia hanno i cani, le capre e i capretti che ogni giorno portano a pascolare.
Un giorno la loro tranquillità è turbata dall’arrivo di tre bracconieri, uomini senza scrupoli destinati a rompere i delicati equilibri di un mondo incontaminato. Ma giungerà un aiuto inaspettato, quasi un miracolo, a risolvere la situazione, e a mostrarci come la natura possa offrire in qualunque momento meravigliose e inaspettate sorprese.
Abbiamo intervistato Clementina Becarelli a proposito di questa sua opera prima.
Come è nato questo libro?
“E’ nato da una mia ricetta: ho unito ciò che(grazie a Dio) e grazie ai miei animali, alla natura, al luogo dove vivo, al mio lavoro, posso vivere, vedere, “assaggiare” tutti i giorni, tutte le emozioni, sensazioni che nascono in continuazione. Ed ancora alle emozioni, sensazioni che provavo quando da piccola andavo in vacanza in quei luoghi sull’Appennino Tosco-emiliano, e provo ancora oggi. Ho provato a mettere per scritto tutti queste cose”.
Il libro è ambientato in Appennino, ma in quale area ?
“La località è sull’Appennino Tosco-emiliano, l’incontro delle tre province: Massa Carrara, Reggio Emilia, Parma”.
In Toscana è forte la tradizione agricola e quindi il rapporto con la natura. Questo fattore riguarda anche le nuove generazioni ?
“In Toscana la tradizione agricola è forte, per parere mio è una cosa stupenda! Per le nuove generazioni, ci andrebbero “tirati” un pò di più. Si sa in agricoltura, siamo a contatto più con la natura, e si prende la pioggia, il vento, il sole, la neve è caldo d’estate e freddo d’inverno e come si dice da queste parti: ci si abbronza di piagge (cioè i campi) e non di spiagge. E nonostante questo si può avere tante soddisfazioni e si possono vedere cose meravigliose, semplici ma molto importanti, qualche esempio: straordinarietà del sole, di una goccia di pioggia, di un seme che germoglia, le gemme nuove di un albero dopo la
sua potatura, la presenza di ogni singolo animale”.
E anche il rapporto con il lupo, non è solo conflittuale…
“Il rapporto con il lupo non è conflittuale, si può convivere, basta rispettarsi, sapere quali sono i limiti, e sapere i motivi, che a volte basterebbe osservare. Basta pensare da quanti secoli esiste il cane pastore maremmano abruzzese, fra i pochissimi che sono capaci pure da soli di contrastare il lupo, e di conseguenza il lupo sa chi si può trovare davanti….”.
La rinascita dopo la pandemia ci troverà più attenti alla qualità della vita e quindi più vicini alla natura ?
“Nei miei dintorni, qualcosa, magari nelle piccole cose, si può vedere. Per esempio rivedere cose più semplici, vivere cose che non venivano neppure notate, forse un piccolo passo indietro per grandi passi in avanti”.
Al successo dell’opera prima seguirà un nuovo romanzo?
“Per un secondo libro…lavori in corso! mettendo tanti ingredienti nella mia pentola di.. testo, costituita dai cari penna e fogli!
Nel romanzo troviamo anche vari aspetti della sua vita e della sua attività di allevatrice.
“Vivo nel comune di Montaione, con i miei animali! E’ la mia mamma che mi ha cresciuta da sola, con l’aiuto e sostegno di animali! Quando sono nata e la mamma è tornata a casa dall’ospedale dove mi ha partorito, il primo a vedermi fu Buio, era un cane di razza maremmano abruzzese, stavo con lui, ci giocavo, ci dormivo, mangiavo insieme.. e da lì in poi… Allevo un piccolo gregge di capre, e con diversi anni, sono riuscita a fare un incrocio di razza particolare. Produco formaggi caprini, nel mio piccolo laboratorio, qui dove abito. E’ una produzione a livello più che artigianale, fatto a mano, e con tanto olio di gomito! Ma
come dico sempre grande merito delle mie capre! La mattina vado a lavorare, ed ora è il periodo di potature, e quindi via con gli olivi!
La mattina mi alzo presto quando ancora è buio, sia d’estate sia d’inverno, accudisco gli animali, poi vado al lavoro, e quando torno, sono dagli animali, fino al calare del sole (con la mia mamma). Infatti molto spesso l’ora non la fa l’orologio, ma la luce del sole.
Dagli animali c’è davvero molto da imparare…
“Con gli animali c’è sempre qualcosa da osservare, vedere, vivere. tutti i giorni. Certe volte, può sembrare sconcertante il rapporto che c’è fra gli animali stessi. Uno dei miei cani, quello che è nella fotografia di copertina del libro, è super- atta al suo lavoro, sembra abbia un qualcosa in più…sempre pronta a darsi al massimo per le sue capre, e come è questa razza…sono pronti a dare anche la propria vita per il gregge che proteggono. Avrebbe dovuto vederla :le capre erano fuori a pascolare, ma con l’andare e venire avevano chiuso la porta della stalla, rimanendo un po’ fuori e un po’ dentro…quel cane è andata senza averle dovuto dire niente, con le zampe e il muso ha aperto e è rimasta lì in quella posizione, così che con il suo corpo teneva la porta aperta e ha fatto entrare le capre! Per me è stata una scena da farmi togliere il fiato!
Per me i miei animali sono come l’aria che respiro. E poi si c’è un certo contatto con la natura, dalle cose magari più piccole come vedere le foglie caduche degli alberi tornare nel terreno, alle foglie nuove delle piante, all’erba che nell’inverno dorme e poi si sviluppa rigogliosa in primavera…..”.