Firenze – Una nuova operazione di sequestro preventivo è stata messa in atto questa mattina, giovedì 27 gennaio, da operatori del Centro Operativo D.I.A. di Firenze e della Polizia di Stato, nei confronti di due imprenditori agricoli, di origini calabresi ma da anni in Toscana, indagati per avere impiegato nella propria attività economico-imprenditoriale agricola denaro, per un importo di almeno 1.500.000,00 euro, proveniente da associazione di stampo mafioso. Secondo gli inquirenti, i due sarebbero riconducibili all’organizzazione criminale di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta, e precisamente alla cosca “Grande Aracri” di Cutro (KR) e alla “locale” di Petilia Policastro ad essa affiliata. Il decreto di sequestro preventivo è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Firenze.
Secondo l’attuale ipotesi investigativa, nell’ambito dell’indagine condotta dalla D.I.A., e della Squadra Mobile della Questura di Firenze e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, vagliata dal Giudice per le indagini preliminari, i due indagati si sarebbero messi a disposizione delle cosche calabresi per consentire investimenti e impieghi di proventi derivanti dalle attività criminali della ‘ndrangheta.
Il sequestro ha riguardato una serie di porzioni immobiliari di tipo rurale che si trovano nel comune di Chiusdino (SI), acquistate nell’agosto del 2007, consistenti in un fondo agricolo in unico corpo, con sovrastanti alcuni vecchi fabbricati ed annessi rurali, per una consistenza catastale di oltre trecentocinquanta ettari ed un valore commerciale complessivo di circa 5.000.000 di euro.
Tutta l’attività d’indagine, come si legge nella nota della Questura, ha trovato ulteriori riscontri volti a consolidare l’ipotesi investigativa riguardante sia la ricostruzione degli investimenti effettuati in Toscana, sia i legami con soggetti appartenenti alle cosche calabresi.