Firenze – Dario Nardella, sindaco di Firenze, entra nel dibattito nazionale su un tema caldo che riguarda le città italiane, in particolare le città d’arte. Lo fa a margine di un incontro con la stampa avvenuto stamattina a Palazzo Vecchio, alla vigilia di un incontro che vedrà seduti domani al tavolo i parlamentari toscani. E su quel tavolo ci saranno le problematiche abitative, in particolare quele legate al mercato degli affitti brevi tusitici. Un problema sovranazionale, che ha visto i sindaci delle città europee muoversi nel senso di una sua gestione legata a regole e norme spesso molto stringenti.
Il sindaco di Firenze chiama al confronto a tutto tondo i vari attori della partita, fra cui Ata (Alta Tensione abitativa) che ha proposto un progetto che, fra i vari aspetti, permetterebbe di agire anche sul pregresso che già c’è nelle città, non solo affitti brevi. ATA è un’associazione veneziana che insieme ad Ocio ( Osservatorio CIvicO sulla casa e la residenza) si sono attivati lavorando per circa un anno insieme e confrontandosi con varie realtà fra cui, nella nostra città, Sunia e Progetto Firenze. “C’è anche la loro proposta di cui in particolare il Comune di Bologna, con il sindaco Lepore, si è fatto portavoce – spiega Nardella – ho parlato proprio con Lepore in questi giorni e stiamo cercando di mettere a confronto la proposta di legge partita da Firenze”, strutturata “soprattutto sulla tutela dei centri storici, e quella di Alta tensione abitativa, che insiste sull’aspetto residenziale in generale”. Sul fronte fiorentino, inoltre, “andiamo avanti” con la proposta di legge lanciata più di una anno fa. “Domani pomeriggio la discuteremo con i parlamentari” toscani a Palazzo Vecchio. Circa la critica mossa oggi alla sua iniziativa dal presidente nazionale della Federazione italiana degli agenti immobiliari professionali, Gian Battista Baccarini, Nardella dice: “Siamo aperti a qualunque confronto”. Del resto, continua il sindaco “si tratta di una proposta, non un diktat, che nasce da un problema oggettivo vissuto dalle città, non solo a Firenze: quello del caro affitti e del trovare un equilibrio tra il turismo e la residenza, la qualità della vita e i servizi. È legittimo- prosegue il sindaco- porsi il problema, così come trovo giusto che i sindaci lavorino a una proposta di legge”.
D’altro canto, secondo il sindaco, “l’attivismo dei sindaci e dei Comuni è molto sano, perché il problema nasce dal basso, dalle città. A Firenze devo tutelare gli interessi dei proprietari e di chi opera nel settore economico del turismo, da un lato, ma dall’altro devo creare le migliori condizioni possibili perché la città sia il più possibile accogliente con giovani coppie, famiglie in condizioni economiche e sociali difficili, studenti e lavoratori”. Un’operazione “non facile, proprio per questo c’è bisogno di una norma dello Stato che dia più poteri ai Comuni e ai sindaci per regolare questo fenomeno. Oggi, infatti, i sindaci hanno le armi spuntate di fronte a fenomeni che sono globali”.