Cango: ultimo appuntamento con Daniele Ninarello

Firenze – A Cango ultimo appuntamento della sezione primaverile de La Democrazia del corpovenerdì 12 maggio alle ore 20.00 Daniele Ninarello presenta Nobody Nobody – It’s Ok Not To Be Ok.  

Partendo dall’esperienza autobiografica, la performance si manifesta come processo totalmente aperto, un discorso danzato che indaga le memorie e le tracce lasciate sul corpo dalla cultura del controllo, della violenza e dell’offesa. In Nobody Nobody – It’s Ok Not To Be Ok (Appunti, celebrazioni e proteste di un corpo vulnerabile) Daniele Ninarello porta in scena una serie di “proteste” che nascono da pratiche solitarie e meditative per offrire la vulnerabilità come condizione attraverso cui lasciare operare la propria rivoluzione. 

venerdì 12 maggio ore 20.00

al termine dello spettacolo, incontro coordinato da Pietro Gaglianò

 «Lascio che tutte le immagini scorrano, le celebro, le lascio andare. Lascio che crollino le difese. Lascio le memorie della carne risalire in superficie, le memorie che qui ora congedo. Più nessuna resistenza, nomino ogni ferita, e lascio che la pelle pronunci tutte le tracce ancora rimaste. Mi prenderò cura di questo corpo fratturato. Mi confondo con tutti, mi confondo in tutto. Faccio silenzio e intorno ogni cosa risponde. Svuotare svuotare svuotare, tutta la parete frontale della mia testa, del mio petto».Daniele Ninarello 

Partendo dall’esperienza autobiografica, la performance si manifesta come processo totalmente aperto, un discorso danzato che indaga le memorie e le tracce lasciate sul corpo dalla cultura del controllo, della violenza e dell’offesa.

Il progetto è pensato come una serie di azioni “proteste”, che nascono da pratiche solitarie e meditative. Pratiche mantriche sviluppate negli ultimi mesi di distanziamento, che nascono per allenare la pelle a sprigionare ciò che percepisce trattenuto, pronunciare ferite ed esporre il “corpo vivo” autentico, per offrire la propria vulnerabilità come condizione attraverso cui lasciare operare la propria rivoluzione. Sostituire alle posture rigide della difesa e del controllo, nuove posture fluide, permeabili e trasparenti.

Il corpo si fa simbolo di un territorio in cui indirizzare il pensiero di Cura e in queste proteste danzate dà origine a un nuovo alfabeto istantaneo, un susseguirsi di gesti e azioni come impeti liberati.

In foto Daniele Ninarello ph. Margherita Masè

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