Firenze – L’arte performativa, la danza, tocca i nervi scoperti della crisi della società urbana a causa delle trasformazioni imposte dal mercato turistico con un’alluvione di investimenti e speculazioni senza limiti. Lo fa partendo dal quartiere dell’Isolotto, cioè quello che ha mantenuto più forte lo spirito e i valori della comunità anche grazie al Festival Cantieri Culturali, ideato da Virgilio Sieni e il suo Centro Nazionale di produzione della danza.
Gli eventi della settima edizione presentata oggi alla stampa (24-28 luglio) non rappresentano solo momenti di un laboratorio innovativo che stimola progettualità tra arte e ricerca, tra cura dei luoghi e coinvolgimento della comunità di un quartiere periferico, ma lanciano anche una sorta di Opa artistica al resto di Firenze perché si apra una grande riflessione sui valori del convivere mantenendo una certa idea di città fatta di umanità, di ritualità, di rapporto equilibrato fra generazioni.
Nei giorni scorsi Sieni ha allestito in piazza Santa Croce la performance Sleep in the car, azione coreografica che si svolge intorno a una vecchia Deux Cheveaux Citroen, ultimo possibile rifugio dove poter trovare spazio e intimità per studenti senza studentati alla loro portata o giovani in fuga dai tanti contesti che li umiliano e li emarginano. “Gesti marginali, vicini, condivisi”, segnali del disagio che è una delle ricadute del declino (non irreversibile) della città.
Sleep in the car è una delle performance dei Cantieri che riflettono “sulla rigenerazione degli spazi e la nuova città di vicinato attraverso i linguaggi del corpo”. Gli spazi nei quali hanno luogo sono compresi fra la Passerella dell’Isolotto fino a Piazza dei Tigli, passando da Piazza dell’Isolotto fino alla Montagnola. Le cinque giornate si articolano come dei cammini, che hanno come stazioni principali l’Arno, il Giardino delle Erbacce, la Galleria, il Grande Cedro di Piazza dei Tigli.
Sul fiume si muove ogni giorno al tramonto la Zattera d’oro, sulla quale vengono traghettate due danzatrici: d’oro come preziosa è la storia e la cultura della città. Al tramonto si svolge questo rito al sole, colmo di luce e suggestioni ricco di richiami simbolici e poetici allo splendido passato di Firenze e a una delle sue più recenti creazioni, il luogo dove è nato “un quartiere bello per i poveri” come lo volevano gli architetti del sindaco Giorgio La Pira.
Il Giardino delle Erbacce, recuperato ad attività culturali e sociali, vede già in questi giorni uno degli eventi più singolari dei Cantieri: Tribuna Politica. Sieni invita i cittadini a salire su una specie di tribunetta (“quelle un po’ malinconiche che si trovano al lato dei campi da gioco di periferia”) e a fare dei comizi politici con i soli gesti. Il richiamo è alle trasmissioni politiche degli anni di Moro e Berlinguer, quando dagli schermi televisivi tutti i politici senza esclusione avevano una gestualità gentile e rispettosa, assai differente da quella dei politici di oggi.
Già, rispetto e gentilezza, ascolto e ospitalità sono i valori principali che il Festival vuole trasmettere e che sono la base indispensabile per rigenerare relazioni fra realtà fisiche e realtà umane del territorio. Così apparirà ogni sera un signore di 92 anni, Casimiro, che suonerà con la tromba una Sonata di Schubert.
Tanta arte e umanità incontrerà chi vorrà mettersi in cammino con i musicisti, danzatori, pittori e scultori nei giorni del Festival. Per esempio Giuseppe Comuniello, danzatore non vedente, che con Camilla Guarino e Clara Comuniello in Lull “trasformano il gesto quotidiano e ripetitivo del cullare in un’indagine sulla cura e sulla custodia della quiete”. Poi Il CollettivO CineticO con Alessandro Sciarrone che danzano sulla musica di John Cage, Roberta Mosca e Canedicoda in una performance che indaga la connessione tra movimento, suono, spazio e idee e Annamaria Ajmone con l’artista del suono Glauco Salvo in Due sul tema dell’improvvisazione.
Il Festival si conclude con Stripped to the Bone, concerto di Fabrizio Cammarata, chitarrista palermitano, sotto la chiama dei cedri dell’Area Melograni.
Da visitare infine alla Galleria Isolotto le installazioni di Claudia Losi e di Jessica Brunelli e la mostra Giochi in scatola, piccoli mondi magici costruiti dai bambini e dalle bambine della Scuola di Piccola Falegnameria durante i laboratori condotti dall’artista Viola Tortoli Bartoli. Nel Giardino delle Erbacce in programma anche film all’aperto ispirati alle città del mondo.
Nella foto da sinistra Gabriele Gori (direttore Fondazione CrFirenze), Luca Talluri (presidente Casa Spa), Virgilio Sieni e Alessia Bettini, assessora alla Cultura del Comune di Firenze)