La fotografia rappresenta una delle forme espressive più adatte a dare gambe a questi obiettivi e il festival Fotografia Europea è una delle rassegne più accreditate in Italia.
Così, nell’ambito della nuova edizione di Fotografia Europea, organizzata dalla Fondazione Palazzo Magnani in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia con la Regione Emilia Romagna, e in programma in città dal 20 aprile al 17 giugno, vengono presentati progetti che testimoniano il forte sostegno del Comune di Reggio Emilia alla creatività under 35 e ne esprimono la forza e l’attualità.
Il percorso di politiche pubbliche che mira a dare nuova vita e significati alla città nell’incontro con i giovani creativi, avviato per iniziativa di Raffaella Curioni, assessore a Educazione e Conoscenza del Comune di Reggio Emilia, si esplicita in questa occasione con tre mostre, realizzate nel quadro di importanti collaborazioni nazionali ed europee, che saranno in esposizione nel nuovo spazio cittadino: U30Cinque, in piazza Scapinelli 1, aperto in via straordinaria per l’occasione.
Uno spazio temporaneo che mutua il suo nome dal progetto U30Cinque, dove in un lavoro corale tra istituzioni, associazioni, università, società civile, imprese, si pone al centro la creatività dei giovani che operano negli ambiti delle arti, si saltano i confini tra le discipline e i giovani creativi italiani dialogano con community europee.
Le mostre Activism, Saggio sulla cecità ed Energia Potenziale, a cura di Daniele De Luigi, sono il risultato di progetti diversi tra loro, ma esprimono affinità e tratti comuni proprio alla luce del tema generale di Fotografia Europea: quella spinta al cambiamento, alimentata da una miscela di azione e immaginario, che nei giovani artisti trova naturale espressione.
Le esposizioni sono realizzate con GAI – Associazione per il circuito dei Giovani Artisti Italiani, in collaborazione con prestigiose realtà internazionali come FetArt – Circulation(s), Festival de la Jeune Photographie Européenne di Parigi, Photoworks – Brighton Photo Biennial, BJCEM – Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo e la Fondazione Palazzo Magnani – Festival Fotografia Europea, con l’apporto di partner locali come STU Reggiane Spa e Istoreco per il progetto Energia Potenziale, e cofinanziate da Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, da Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale e da Anci.
Activism, open call di Giovane Fotografia Italiana è attuata con il contributo di Reire srl.
Durante le giornate inaugurali e per tutto il periodo di apertura nello Spazio U30 Cinque sono in programma attività di incontro e condivisione con gli artisti, con i promotori e i curatori, oltre alla novità significativa dell’attribuzione del premio di Giovane Fotografia Italiana.
HANNO DETTO
“Oggi – ha affermato l’assessore a Educazione e conoscenza del Comune di Reggio Emilia Raffaella Curioni, intervenuta stamani nel corso della conferenza stampa nella sala Rossa della sede municipale – non presentiamo solo tre mostre, seppur tre mostre importanti che si collocano nell’ambito del festival Fotografia Europea, ma anche le politiche per la creatività giovanile portate avanti in questi anni dal Comune di Reggio Emilia e che in questi mesi troveranno una loro realizzazione significativa. Da tempo stiamo lavorando sul valore da attribuire alla cultura come investimento per la città, motore di crescita economica e di qualità sociale. Dal 2014 infatti il mio assessorato sta operando in questa direzione su più fronti: cercando di attrarre talenti creativi in città, come dimostrano queste tre esposizioni, supportando la comunità di 200 giovani creativi che oggi trovano una loro collocazione a Reggio Emilia e portando avanti percorsi di rigenerazione urbana e di spazi attraverso le competenze dei giovani”.
“La direzione presa – ha precisato l’assessore – è stata quella innanzitutto di mettere a sistema spazi, luoghi, progetti e servizi dedicati ai giovani creativi, poi di formare le competenze, con l’ambizione che la creatività possa essere un lavoro, e infine di valorizzare il ruolo che il territorio può avere nel fornire opportunità. In questo senso va la ricerca “Fattore Creativo. Saperi, spazi e politiche per un’economia urbana qualificata” realizzata dall’Università di Modena e Reggio Emilia. Dipartimento di Comunicazione ed Economia Centro di Ricerca GIUnO, dalla quale sono emersi contributi davvero significativi in grado di orientare maggiormente la politica della creatività. Così sono stati individuati spazi della città che saranno dedicati ai giovani, alla creatività e al talento, ovvero i chiostri di San Domenico che ospiteranno Fotografia Europea e che avranno successivamente anche un loro percorso autonomo e Officina delle arti che diventerà un luogo della formazione. In questo ambito si inserisce anche lo Spazio U30Cinque, meglio conosciuto come l’ex casa dello studente, e le tre mostre incluse nel programma ufficiale di Fotografia Europea che offriranno l’opportunità agli artisti di confrontarsi con altri creativi, giovani, operatori culturali, curatori e appassionati”.
“Altra cosa importantissima che voglio sottolineare – ha aggiunto la Curioni – è la rete dei soggetti nazionali, internazionali e del territorio che hanno lavorato per rendere possibili queste tre mostre. In particolare mi riferisco alla rete del GAI Associazione per il circuito dei Giovani Artisti Italiani, che riunisce una ventina di città italiane per valorizzare i giovani talenti creativi, ai festival internazionali coi quali abbiamo lavorato; Circulation(s) e il festival di Brighton, al Mibact, i dipartimenti della gioventù, la Bjcem, l’Anci e la Fondazione Palazzo Magnani. La fotografia avrà tante declinazioni in città: il circuito istituzionale, il circuito OFF che tiene insieme tantissimi artisti e luoghi, le mostre under 35. Una rete dove spicca anche la collaborazione importante di un’azienda del territorio: Reire che ringrazio per la sensibilità dimostrata nel supportare la mostra di Giovane Fotografia Italiana intitolata Activism”.
Davide Zanichelli, presidente della Fondazione Palazzo Magnani, nel suo intervento ha voluto mettere in evidenza la volontà del Festival di mantenere saldo il proprio rapporto con i nuovi artisti.
“Fotografia Europea – ha dichiarato Zanichelli – è arrivata alla 13esima edizione consolidando ed estendendo una serie di partership e di relazioni sia con altri soggetti del territorio, Parma, Reggio, Modena, Bologna e quest’anno anche Ravenna che con altri festival italiani fi fotografia, che trovano in Reggio un perno imprescindibile sia per la ricerca che per la produzione di questo tipo di linguaggio, di questa forma d’arte.
Quest’anno la rassegna affronta un tema particolare che è “Rivoluzioni”, strizzando l’occhio al 50esimo anniversario del ‘68, ma non solo.
Vorremmo interrogarci come possano essere interpretate e utilizzate oggi, quelle idee, suggestioni e proposte. Si tratta di capire se hanno ancora una loro validità, una loro forma e se siamo in grado di ri-attualizzare una eredità impegnativa”.
“Nel programma del festival – ha precisato Zanichelli – si troveranno le mostre storiche, ma anche nuove interpretazioni, ad opera di autori che nel 1968 forse non erano ancora nati. Ci saranno mostre che parlano dell’ Iran, paese ospite di Fotografia Europea 2018, e a Palazzo Magnani si affronterà la rivoluzione sessuale, rilanciando un tema odierno, anche se la mostra indaga lla sessualità tra gli anni ’60 e ’70. Ma ci sarà anche la Cina, vista però da occhi italiani, evocando un immaginario storico molto importante, ma proiettato nel futuro. In questo quadro si inserisce questo nuovo progetto dello Spazio U30Cinque. Sarà interessante capire il punto di vista dei fotografi under 35 sulle rivoluzioni e come abbiano declinato il tema prescelto per questa edizione del festival”.
Il curatore Daniele De Luigi ha evidenziato che tre mostre che saranno presentate durante Fotografia Europea insieme nello spazio di p.zza Scapinelli, dedicato agli artisti under 35, sono il risultato di progetti diversi tra loro, ma in cui è possibile rintracciare affinità e tratti comuni proprio alla luce del tema generale di Fotografia Europea.
“Activism – ha dichiarato De Luigi – raccoglie le proposte di sette artisti Marina Caneve, Alice Caracciolo e Cemre Yesil, Valeria Cherchi, Tomaso Clavarino, Lorenza Demata, selezionati con la sesta edizione del bando Giovane Fotografia Italiana, per un’indagine sul ruolo che l’immagine può avere nei processi di cambiamento sociale contemporanei. Saggio sulla cecità è una riflessione a tre voci di Federica Landi, Emeric Lhuisset, Ana Catarina Pinho, sull’identità profonda del Mediterraneo in relazione al fenomeno migratorio. Energia Potenziale è il lavoro dedicato dal duo Calori & Maillard alle ex Officine Reggiane e incentrato sull’uso delle forme architettoniche come rappresentazione del potere, in relazione al corpo e alle dinamiche sociali”.
LE MOSTRE
GIOVANE FOTOGRAFIA ITALIANA
ACTIVISM
Marina Caneve, Alice Caracciolo e Cemre Yesil, Valeria Cherchi, Tomaso Clavarino, Lorenza Demata, Carlo Lombardi, Zoe Paterniani
Activism raccoglie le proposte di sette artisti, selezionati tramite la call pubblica indetta dalla sesta edizione di Giovane Fotografia Italiana. Il tema, declinato a partire dal titolo generale del festival Fotografia Europea, invitava i candidati a presentare lavori che rispondessero all’interrogativo se ci sia ancora modo di “usare l’immagine fotografica come forma di attivismo, creando dispositivi di visione alternativi e stimolando la nostra coscienza critica, civile, politica”.
Una giuria internazionale, composta dal curatore del progetto Daniele De Luigi, Carine Dolek per Circulation(s) Festival de la Jeune Photographie Européenne, Parigi e Shoair Mavlian, direttrice Photoworks – Brighton Photo Biennial ha selezionato tra i 136 progetti pervenuti da tutta Italia, da Torino a Sassari, sette progetti di artisti under 35.
I lavori di Marina Caneve, Alice Caracciolo e Cemre Yesil, Valeria Cherchi, Tomaso Clavarino, Lorenza Demata, Carlo Lombardi, Zoe Paterniani affrontano temi quali le emergenze ambientali, gli intrecci tra politica e vicende di cronaca nera, il rapporto tra immagine e potere, lo spostamento di uomini, merci e culture tra passato e presente.
Marina Caneve (Belluno, 1988) intitola Are they rocks or clouds? l’indagine territoriale sulle Dolomiti che mira alla conoscenza del rischio idrogeologico.
Alice Caracciolo (Pisa, 1986) e la fotografa turca Cemre Yesil con Piet[r]à si confrontano sul valore mistico e spirituale della pietra e sui legami che esistono tra il popolo italiano e quello turco.
Valeria Cherchi (Sassari, 1986) con Some of you killed Luisa propone un progetto sul complesso tema dei sequestri a fine di estorsione in Sardegna, basandosi su fatti avvenuti e attingendo alle fonti.
Tomaso Clavarino (Torino, 1986) affronta con Confiteor.Io confesso un viaggio nelle profonde ferite e negli assordanti silenzi di chi ha sperimentato l’orrore di abusi per mano di preti e membri del clero.
Carlo Lombardi (Pescara, 1988) con Dead sea indaga le cause che stanno portando all’estinzione della tartaruga Caretta nel bacino del Mediterraneo, con una particolare attenzione verso il ruolo che ricopre l’uomo in questa vicenda.
Lorenza Demata (Napoli, 1988) nel suo lavoro It all started when some of us left the country affronta il concetto di identità nel contesto migratorio contemporaneo e mettendo in scena una curiosa analogia tra persone straniere e le risorse alimentari d’importazione.
Jordan General Elections 16 di Zoe Paterniani (Pesaro, 1991) racconta la città di Amman in Giordania durante le elezioni parlamentari del 2016.
L’edizione 2018 di Giovane Fotografia Italiana introduce inoltre un’importante novità con l’istituzione del primo Premio per la Giovane Fotografia Italiana, del valore di 2000 €, che durante le giornate inaugurali di Fotografia Europea sarà assegnato ad uno dei sette artisti selezionati, da una giuria composta da Walter Guadagnini (direttore del
festival Fotografia Europea), Federica Chiocchetti (fondatrice e direttrice di The Photocaptionist), Stefania Scarpini (project manager per Peep-Hole, Milano, editor per
Humboldt Books).
Mediterranea Youth Photo
Saggio sulla cecità
Federica Landi, Emeric Lhuisset, Ana Catarina Pinho
Saggio sulla cecità, presentata in anteprima nel 2017 a Tirana, come progetto speciale della 18a Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo, evento internazionale multidisciplinare volto a favorire lo scambio e il dialogo interculturale tra artisti under 35, è il risultato di un programma di residenze, Mediterranea Youth Photo, svolte da Federica Landi (Italia, 1986), Emeric Lhuisset (Francia, 1983) e Ana Catarina Pinho (Portogallo, 1983) tra Reggio Emilia, Parigi e Braga al fine di realizzare un progetto comune sul tema del Mediterraneo.
Muovendo dalla metafora del romanzo Cecità di José Saramago di una società odierna in cui le persone “pur vedendo, non vedono”, i loro lavori si confrontano sul fenomeno migratorio e le paure dell’Europa indagando il rapporto tra esposizione mediatica e impossibilità di vedere, persistenza delle immagini e labilità della memoria, lirismo del paesaggio e invisibilità delle tensioni che lo percorrono.
In The Death of Tiresias l’artista riminese Federica Landi ha lavorato con le donne africane respinte da Goro e Gorino nel 2016, creando dispositivi che invitano a riflettere sull’esposizione mediatica e sui limiti del vedere. Emeric Lhuisset, fotografo parigino che si occupa da anni della rappresentazione dei conflitti, con la serie L’autre rive mostra la vita quotidiana di rifugiati d’Europa, conosciuti anni prima in zone di guerra. Le immagini realizzate con stampe cianotipiche sono destinate a svanire come accaduto ad altri amici scomparsi in mare. La fotografa portoghese Ana Caterina Pinho in The middle sea fa affiorare le tensioni nascoste che percorrono le acque del Mediterraneo, e l’intreccio di storie e rotte di migranti di cui ha personalmente raccolto le testimonianze. La selezione degli artisti è stata curata da Daniele De Luigi, curatore di Giovane Fotografia Italiana, Ângela Ferreira, già direttrice artistica di Encontros da Imagem di Braga in Portogallo,
Carine Dolek, curatrice di Circulation(s) a Parigi.
Panorami Contemporanei e Luoghi in trasformazione
Residenze di Fotografia in Italia 2017
Energia Potenziale Calori & Maillard
Energia Potenziale è frutto della residenza a Reggio Emilia delle artiste Calori & Maillard nell’ambito del progetto “DE.MO / Panorami contemporanei e luoghi in trasformazione – Residenze di Fotografia in Italia”. Le due artiste hanno affrontano il tema della rigenerazione urbana, confrontandosi con le architetture storicizzate dei vecchi capannoni delle Officine Meccaniche Reggiane e gli avveniristici ponti di Santiago Calatrava. Attraverso la performance, la scultura e la fotografia, le artiste costruiscono un’ironica allegoria delle forze del potere politico ed economico che attraversano le rivoluzioni sociali, culturali e tecnologiche della storia.
Le immagini delle fotografe, dopo un’azione urbana di forte impatto collettivo con le installazioni nell’autunno 2017 negli spazi pubblicitari dei viali della circonvallazione e del quartiere Santa Croce, nel portico di piazza Casotti e allo Spazio Gerra, approdano ora nel nuovo spazio espositivo cittadino U30Cinque.
“Proseguendo il progetto recentemente avviato Fashion Show, “incentrato sull’uso delle forme architettoniche come rappresentazione del potere, in relazione al corpo e alle dinamiche sociali”, – sottolinea Daniele De Luigi – “provocano l’apparizione di due personaggi bizzarri ed enigmatici che si inseriscono e agiscono nel paesaggio, costituendo un elemento dissonante. Indossano sculture cariche di simboli che rinviano a forme e figure di rappresentazione del potere, ma appaiono fuori dalla linearità della Storia”.
Calori & Maillard (Letizia Calori, Bologna, 1986 e Violette Maillard, Bourg La Reine FR, 1984) portano avanti una ricerca iniziata a Venezia e perfezionata alla Städelschule di Francoforte. Attraverso l’osservazione critica dell’architettura e del paesaggio urbano, in relazione al corpo e alle dinamiche sociali, Calori & Maillard fanno del paesaggio e dell’ambiente circostante un vero set scenografico dell’opera, un punto di partenza per inserire narrative personali. L’urgenza di relazionarsi con l’ambiente circostante e con il territorio è da sempre uno dei punti focali della loro ricerca che dal 2015 si concentra sull’uso delle forme architettoniche come rappresentazione di potere.