Prove (più concettuali che tecniche) di cultura. Palazzo Magnani cambia logo e annuncia nuove mostre

Palazzo Magnani cambia logo sfruttando il “genius loci” di archi e Ponte e annuncia una Primavera scoppiettante di iniziative ed un ricco 2018

Palazzo Magnani cambia logo sfruttando il “genius loci” di archi e Ponte e annuncia una Primavera scoppiettante di iniziative ed un ricco 2018

Il nuovo logo “a doppio ferro di cavallo” portafortuna o “delle divine proporzioni” spirituali e matematiche di Palazzo Magnani. Sì, ma somiglia anche alla “m” (due archi) di McDonald’s…

Mettere mano all’IDENTITA’ VISIVA di una organizzazione è sempre operazione complessa e delicata. A maggior ragione se si tratta di una Istituzione con vent’anni di storia e con un riconosciuto posizionamento nazionale nel settore dell’arte.
Il segno grafico e gli elementi stilistici con cui la Fondazione Palazzo Magnani si presenta raccontano molto dei suoi valori, della sua visione e del suo progetto.
Ad un anno di distanza dall’inizio di una nuova fase dell’Istituzione si è dunque deciso di intervenire in maniera significativa, introducendo fin dal marchio la volontà di comunicare una rinnovata prospettiva, maggiormente orientata alla contemporaneità, alle progettualità interdisciplinari, alla versatilità dell’applicazione in contesti nuovi e flessibili, insieme alla chiarezza, al rigore e alla solidità.
Nel monogramma compaiono gli elementi architettonici del territorio, archi e volte dei palazzi storici cittadini, dei portici che intendiamo anche come luogo pubblico e d’incontro, fino al segno netto dei ponti di Calatrava, a formare una lettera M perfettamente simmetrica, reinterpretata secondo la ripetizione di un modulo quadrato.
Il carattere tipografico scelto per il logotipo, lo Shentox, contemporaneo nel disegno e nel significato, permette una estrema leggibilità, sia in grandi formati che in dimensioni ridotte, con una strizzata d’occhio al mondo più tecnico della fotografia.
Da oggi la voce della Fondazione Palazzo Magnani, dallo stendardo ai manifesti, dal sito web alle pubblicazioni, utilizzerà dunque un nuovo tono e un nuovo stile, adeguati alle nuove progettualità in corso di sviluppo.

La PROGRAMMAZIONE ESPOSITIVA E CULTURALE della Fondazione Palazzo Magnani, dopo un’intensa fase di elaborazione progettuale, è infatti entrata nel vivo.
I principi che la ispirano sono il dialogo interdisciplinare, il confronto interculturale e le contaminazioni con i diversi saperi, l’impiego delle nuove tecnologie della comunicazione e della fruizione, intendendo le mostre come progetti culturali, occasioni pensate non solo per dare la possibilità ai visitatori di osservare opere di valore, ma anche e soprattutto come opportunità di confronto, riflessione, ampliamento, critica o discussione delle proprie conoscenze o convinzioni.
Cosa può dirci oggi un’opera d’arte? Quali domande ci porta incontro? Cosa può dire alle tante e differenti tipologie di visitatori che incontra? Quali altre istituzioni o esperienze pubbliche, private o appartenenti al fecondo mondo dell’associazionismo culturale della città possono contribuire alla migliore comprensione del tema?

Il 2018 si prospetta ricco di appuntamenti, costruiti con una particolare attenzione alle relazioni con Istituzioni del territorio, nazionali e internazionali.

Nel mese di marzo, un prodotto culturale “made in Reggio” varcherà i confini e arriverà ad Arezzo dove, grazie alla collaborazione tra Fondazione Palazzo Magnani, Opera Laboratori Fiorentini e Museo Galileo di Firenze, sarà realizzata una mostra dedicata a PIERO DELLA FRANCESCA E LA PROSPETTIVA presso il Museo Civico di San Sepolcro. Lo scopo del progetto – a cura di Filippo Camerota e Francesco Paolo di Teodoro – è quello di fornire un percorso didattico volto alla comprensione dell’opera artistica e matematica di Piero della Francesca, come già venne fatto a Palazzo Magnani nel 2015. L’inaugurazione avverrà in concomitanza con la presentazione ufficiale del restauro della Resurrezione, il celebre affresco che adorna una sala dell’antico palazzo comunale (oggi sede del museo).

Dal 20 aprile al 17 giugno 2018, sarà la volta di FOTOGRAFIA EUROPEA. Il festival, giunto alla XIII edizione – promosso e organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio Emilia, Regione Emilia Romagna e Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – interamente dedicato alla forma d’arte che più di altre comunica e interpreta la complessità della società contemporanea e che quest’anno ruota attorno al tema RIVOLUZIONI. Ribellioni, cambiamenti, utopie.

L’edizione 2018 sarà inoltre l’occasione per tessere relazioni internazionali importanti a partire dal paese ospite del Festival che sarà l’IRAN, presente con una grande mostra intitolata “A Window on to Contemporary Iranian Photography: Genesis of a Latent Vision” presso i Chiostri di San Domenico, per finire con un progetto oltre i confini nazionali e precisamente a Monaco di Baviera dove si terrà una mostra del fotografo Tommaso Bonaventura dedicata al tema BEHIND EXCELLENCE, curata da Walter Guadagnini, Direttore Artistico di Fotografia Europea, e prodotta da Fondazione Palazzo Magnani, Cortona On the Move e Air Dolomiti.

Jean Dubuffet

Per la stagione invernale 2018-2019 è prevista a Palazzo Magnani una grande iniziativa legata all’identità di Reggio Emilia e del suo territorio quali riferimenti, sul piano internazionale, per la formazione dell’infanzia (Reggio Children, Centro Internazionale Loris Malaguzzi) e per la cura psichiatrica in relazione alle arti (nel 2019, il complesso di San Lazzaro diverrà Museo Nazionale della Psichiatria). Per la prima volta in Italia una grande mostra dedicata a JEAN DUBUFFET, uno dei maggiori pittori del XX secolo, che ne ripercorra la parabola di artista e in seconda istanza di scrittore e musicista, e che offra un’ampia sezione sulla sua attività di studioso e collezionista. Il percorso di mostra presenta una selezione di opere rappresentative delle diverse fasi, nel quadro di una concezione dell’informale quale vera e propria cultura, o meglio contro-cultura, caratterizzata da uno stile coerente nel risolvere problemi di arte, di letteratura, di musica, di filosofia, di vita. Una seconda parte propone un’ampia sezione sulla figura dell’artista quale inventore del termine Art Brut nonché studioso e collezionista di queste forme espressive. Anche alla presenza della grafica di Dubuffet, dei disegni e dei libri d’artista, s’intende dedicare ampio spazio, così come ai suoi rapporti con l’Italia. Il percorso termina con un’ampia sezione dedicata ai grandi protagonisti dell’Art Brut, da Dubuffet amati e collezionati, molti dei quali divenuti a tutti gli effetti parte integrante della storia dell’arte “ufficiale” del XX secolo. Le opere provengono da Musei internazionali, da Parigi a Losanna e Vienna e da importanti collezioni private. Allo straordinario patrimonio italiano in questo ambito vengono dedicati diversi affondi: opere realizzate con media diversi e prodotte dalla fine dell’Ottocento a oggi vengono alternate a materiale documentario inedito – lettere, disegni infantili, cartelle cliniche – provenienti dall’Archivio dell’ex ospedale psichiatrico San Lazzaro a Reggio Emilia.

La Fondazione Palazzo Magnani, infine, annuncia l’ingresso nel proprio COMITATO SCIENTIFICO di una personalità del mondo della cultura e dell’arte di grande prestigio e valore: Marina Dacci.
Accanto ai professionisti che già compongono il Comitato – Marzia Faietti, Coordinatrice della Divisione Educazione e Ricerca e Coordinatrice del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi di Firenze; Marco Belpoliti, scrittore e critico letterario, docente di Sociologia della letteratura e Letteratura italiana all’Università di Bergamo; Vanni Codeluppi, sociologo e docente di Sociologia dei media presso l’Università IULM di Milano; Walter Guadagnini, Direttore di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino e docente di Storia della Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Bologna; Gerhard Wolf, Direttore e membro del comitato scientifico del Kunsthistorischen Institut in Florenz Max-Planck-Institut – si aggiunge dunque, con grande onore e soddisfazione, Marina Dacci che è stata fino a dicembre 2017 direttrice della Collezione Maramotti di Reggio Emilia.
In passato è stata per due anni responsabile dell’Ufficio Cultura del Comune di Reggio Emilia, nonché coordinatrice generale della prima edizione della Settimana Europea della Fotografia.

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