80 anni fa, nelle prime ore della notte tra l’8 e il 9 settembre, le Waffen (“combattenti”) SS Schutzstaffel (“Squadre di protezione”) Leibstendarte (“corpo scelto”) Adolf Hitler presero possesso di Reggio Emilia. Nei primi giorni di agosto, dopo la deposizione di Mussolini, e in vista della probabile defezione dell’Italia, ormai piegata sia dall’invasione anglo-americana della Sicilia che dai massicci bombardamenti alleati, i Panzer–Granadier del III Battaglione del II Reggimento della 1a Divisione SS erano arrivati in cittá, direttamente dalla Russia dove avevano combattuto nella sanguinosa battaglia di Kursk, una delle ultime vittorie dell’esercito tedesco nella Operazione Barbarossa, ormai votata al fallimento dopo la sconfitta di Stalingrado. Ricordiamo dunque quei giorni terribili con le straordinarie immagini delle SS che arrivano marciando in Piazza Prampolini, dopo avere sfilato per tutta la città, partendo da Parco Ottavi, dove si erano accampate per proteggere dalla visuale degli aerei nemici, con i rami degli alberi, i loro Panzer. Le SS passano per Coviolo, la Canalina, il Ponte di San Pellegrino e Viale Umberto Primo, attraversano Piazza del Duomo, Piazza del Monte, Piazza della Vittoria, Corso Garibaldi e poi si incamminano di nuovo verso Parco Ottavi. Era una marcia lunga 15 km, che in quelle settimane d’estate le SS facevano regolarmente, sotto sera, sia per tenersi allenate e in buona forma fisica, sia per dare un chiaro messaggio ai reggiani e alle autorità badogliane su chi comandasse in città.
A guidare personalmente la marcia (quella di cui riportiamo qui testimonianza fotografica avvenne in un imprecisato giorno di agosto) al centro c’è lo Sturmbannfuhrer del Battaglione, ovvero il Maggiore Joachim Peiper. Peiper, assistente personale di Himmler, si può senza dubbio considerare uno degli ufficiali più famosi (o famigerati, se preferite) delle SS. Sia per il suo aspetto esteriore, sia per le sue abilità militari, fu ampiamente utilizzato dalla propaganda hitleriana come simbolo del valore militare, dell’audacia e della forza brutale delle SS. Sfortunatamente, se le SS furono indubbiamente molto cattive, la 1a Divisione fu la più cattiva e la più temuta tra tutte le forze armate germaniche. Peiper diede un indubbio contributo personale a consolidare la fama sinistra delle SS. Basti pensare che solo 11 giorni dopo l’8 settembre, il 19 settembre, fu responsabile della strage di Boves nel Cuneese (24 civili uccisi, molti bruciati vivi, tra i quali il parroco e il viceparroco). Nel rapporto che inviò ai superiori, Peiper scrisse che a Boves le SS “avevano respinto un attacco di partigiani comunisti. Alcuni banditi erano stati fucilati”. Al nome di Joachim Peiper è legato anche uno degli episodi più drammatici e cruenti nella storia dell’esercito americano. Nel dicembre 1944, durante la spaventosa battaglia delle Ardenne, che causò decine di migliaia di vittime sia tra gli Americani che tra i Tedeschi, e dopo una spettacolare avanzata con la sua Panzer Division che aveva messo in gravissima difficoltà le truppe Alleate, Peiper ordinò la fucilazione sul posto di 84 soldati americani che si erano arresi a Malmedy. Nelle immagini delle SS per le vie di Reggio, si notano in prima fila al fianco di Peiper, che con i suoi 28 anni è il più anziano dei tre ufficiali, il Primo Tenente Paul Guhl e soprattutto il suo fedele aiutante di campo, il Primo Tenente Werner Wolff, un tedesco lituano non ancora 21enne che aveva già conseguito due croci di ferro (come lo stesso Peiper), l’onorificenza militare del Terzo Reich, combattendo nella campagna di Russia. Wolff morirà nel marzo 1945 nella battaglia del lago Balaton, sempre al fianco di Peiper. Peiper invece sarà catturato dagli Americani in Germania nel maggio 1945 e condannato a morte per impiccagione, pena poi commutata. Uscito dal carcere nel 1956, visse in incognito in Francia per 20 anni, lavorando come traduttore, fino a quando non venne riconosciuto e scoperto da un gruppo di militanti comunisti. Morirà nel 1976 nella sua casa, incendiata da un attacco notturno di bombe molotov.
Le immagini delle SS in marcia a Reggio Emilia sono state recuperate alcuni anni fa dallo storico reggiano Nicola Cassone, che le ha scovate nel filmato di propaganda di un cinegiornale tedesco dell’epoca. Le Waffen SS nella notte tra l’8 e 9 settembre presero il controllo di Reggio Emilia uccidendo 5 militari italiani alla Caserma Zucchi, in Prefettura e all’aereoporto. Ricordiamo i nomi degli eroici soldati dell’Esercito Regio che sacrificarono la loro vita per difendere Reggio Emilia e l’Italia: furono gli artiglieri Antonio Giannone di Palermo, Lino Bertoni di Forlì, Carlo Giannotti di Pesaro, l’aviere Mario Pirozzi di Napoli e il bersagliere Isidoro Favero di Treviso. Le truppe di Peiper circondarono la Caserma Zucchi con una forza assolutamente soverchiante, schierando i loro carri armati Tiger in via Allegri, in via Franchetti e sulla odierna circonvallazione.
Come si nota nelle immagini, le SS marciano per le vie di Reggio a testa scoperta, per dimostrare al pubblico tedesco del cinegiornale non solo che la popolazione li aveva accolti con simpatia (in alcune immagini sono attorniati da cinni che scherzano), ma soprattutto che non avevano alcun timore di eventuali attacchi partigiani. In effetti, per autentiche macchine della morte come erano le Waffen SS di Joachim Peiper e Werner Wolff, protagoniste di furiosi combattimenti e responsabili di spaventosi eccidi in Polonia, Ucraina e Russia, la tragica operazione notturna del 9 settembre che costò la vita a 5 eroici ragazzi italiani deve essere sembrata poco più di una passeggiata. Vicende terribili che rimarranno indelebilmente scritte nella storia di Reggio Emilia, che non possiamo e non dobbiamo dimenticare.
Anche ISTORECO ricorderà quei drammatici giorni con una serie di iniziative in centro storico che si concluderanno domenica 10 settembre presso la sede di via Alighieri.
Nelle foto: Le SS sul ponte di San Pellegrino; Werner Wolff (accanto a lui Joachim Peiper) a Kursk con un kalashnikov strappato a un soldato dell’Armata Rossa; Peiper e Himmler; Wolff e Peiper durante l’Operazione Barbarossa; Joachim Peiper con la croce di ferro; Joachim Peiper con la totenkopf (il teschio sul copricapo).