Firenze – Arriva a Firenze, il movimento di rivendicazione del contratto nazionale simboleggiato dallo slogan 8X5, che sta per “8 ore per 5 giorni alla settimana”. In altre parole, per lavoratori che sono sottoposti a 12 ore di lavoro per 6 (ma anche 7) giorni alla settimana, 8X5 significa un traguardo meraviglioso. Eppure, si tratta “solo” di vedere applicate le norme del contratto nazionale.
Sull’eco di quanto avvenuto a Seano poche settimane fa, un pestaggio con tanto di minacce di morte (“la prossima volta spariamo”) a un presidio di operai del settore tessile, ora le voci che gridano forte “8X5” arrivano a Firenze, sotto la Regione, per chiedere la convocazione al tavolo di crisi del Gruppo Richemont e anche nel luogo dello shopping di lusso, in piazza Santa Trinita, laddove si concentrano alcuni dei più famosi (e comprati) brand mondiali. Ed è davanti ad uno di loro che si posa il vento della tempesta, che circa un centinaio di lavoratori che due giorni fa hanno concluso la cassaintegrazione, ma le file si stanno ingrossando, sostiene al grido di “8X5”. Si tratta della Montblanc, che produce borse, orologi e altri prodotti. del Gruppo Richemont.
La questione che riguarda la Montblanc è più complessa all’apparenza, ma la sostanza non cambia, come dice Luca Toscano, di Sudd Cobas, la sigla che ha lanciato la campagna “8X5”. Innanzitutto si parte dagli appalti, che sistematicamente i grandi brand della moda di lusso aggiudicano a piccole aziende, dove spesso i diritti dei lavoratori non sono oggetto di rispetto. A che pro? Molto semplicemente, la svalutazione del lavoro da un lato e i bassi costi dello stesso dall’altro consentono ai grandi brand di ottenere “il massimo risparmio”. Vero, ma il principio ha anche un’altra faccia complementare, ovvero, il “massimo profitto”. A rimanere incastrati nella tenaglia sono i lavoratori, spesso migranti, spesso rifugiati, per i quali il principio enunciato vale a “massimo sfruttamento”. Ridurre le spese del lavoro infatti significa solo turni di 12 ore al giorno dal lunedì al sabato quando va bene, naturalmente nessun rispetto per i diritti fondamentali dei lavoratori presenti nei contratti nazionali e nel diritto del lavoro: malattie, ferie, infortuni ….
Se questo è il quadro generale, dicono i lavoratori, per quanto riguarda la Montblanc: “Il sistema per anni è stato lo stesso anche per loro, con appalti e subappalti e dunque l’esternalizzazione della produzione”. Un sistema che, pare, fosse ben noto ai responsabili della produzione.
Gli operai tuttavia, nel febbraio 2023, si stancano della situazione e si uniscono al sindacato Sudd Cobas e al movimento “8X5”, spinti anche dal successo di molte vertenze, nonostante la durezza delle reazioni (che costarono nel 2023, anche un foglio di via da Campi Bisenzio al leader Luca Toscano, mentre un provvedimento analogo da parte della questura di Prato, allargato anche alla collega Sarah Caudiero, era stato sospeso dal Tar, senza parlare delle aggressioni ai presidi, l’ultima da parte di 5 sconosciuti armati di barre di ferro a Seano, … ).
La reazione del Gruppo Richemont, denuncia Toscano, e si legge nero su bianco nel volantino che spiega i motivi della protesta, è molto dura. Il Gruppo, che detiene anche altri marchi famosi come Chloè e Cartier, chiude gli appalti con le ditte “sindacalizzate” (la Z Production e la Eurotaglio, e “delocalizza la produzione in loco”, ovvero, accusano i lavoratori, spostano il lavoro in una delle numerose ditte che, nella Piana, ancora non seguono il contratto nazionale. E, a quanto pare, ce ne sono tante.
Crisi di mercato? Crack nel settore? Ragioni che inducono il Gruppo ad annaspare così, arrangiandosi alla bell’e meglio con i diritti dei lavoratori? Non parrebbe proprio, almeno a giudicare dai numeri che snocciola il sindacato: Montblnc infatti è uno dei grandi brand del Gruppo Richemont, come già noto, e la holding finanziaria “ha chiuso il 2023 con 20 miliardi di euro di fatturato e 5 miliardi di utili”.
Il 23 ottobre per gli operai in appalto si sono aperte le porte del licenziamento. Nello stesso giorno, gli azionisti Richemont hanno incassato una quota dei dividendi dell’ultimo anno, la prossima, lunedì 31 ottobre. Chissà dove saranno i lavoratori, quel lunedì.
Intanto, a Firenze, in piazza Santa Trinita, sono spuntate delle tende. E lo slogan è: “Casa qui ora”.