80 anni fa la liberazione della Sicilia

Il 17 giugno 1943, esattamente 80 anni fa,  gli Alleati anglo-americani concludono l’operazione Husky, avviata nella notte tra il 9 e il 10 luglio, e, con l’occupazione di Messina, completano la liberazione dell’isola. Il Generale USA Patton riuscì ad anticipare di alcune ore l’inglese Montgomery e a liberare per primo Messina. Si potrebbe anzi forse parlare di “conquista”, visto che gli Alleati (USA ed eserciti del Commonwealth) fino al 3 settembre (armistizio di Cassibile) sarebbero rimasti a tutti gli effetti forza di occupazione. L’Operazione Husky, cioè lo sbarco in Sicilia, era stata fortemente voluta da Churchill, mentre il presidente USA Roosevelt avrebbe voluto sbarcare in Normandia già nel 1943. Ma Churchill giustamente si oppose sempre fermamente a questa ipotesi, temendo un’ecatombe di soldati britannici nella Manica. Meglio dunque sfiancare i Tedeschi, già logorati dalla folle campagna di Russia contro l’ex alleato Stalin, schierato con i Tedeschi dal 1939 al 1941 per effetto del patto Ribbentrop-Molotov, con un’operazione da sud. Dalla Sicilia, appunto. Lo sbarco in Sicilia ebbe effetti dirompenti sia sulla II Guerra Mondiale che sulla storia del nostro Paese. Causò infatti il 25 luglio la caduta di Mussolini, con l’ordine del giorno voluto da Dino Grandi che indusse il Gran Consiglio del Fascismo a sfiduciare a maggioranza il Duce, il successivo e immediato collasso del regime fascista, l’armistizio tra l’Italia e gli Alleati, e la conquista di un fondamentale punto di appoggio per gli Alleati in Europa, allora interamente (Gran Bretagna esclusa) sotto il controllo tedesco. L’Operazione Husky fu la più imponente operazione anfibia della storia, fino allo sbarco in Normandia, con 160.000 soldati alleati e 2.700 navi militari coinvolte. Diversamente da quanto sostenuto dalle vulgate di parte (sia i comunisti che i nostalgici del Duce, per opposti motivi, hanno sempre cercato di sminuire la portata storica dell’Operazione Husky, che riavviò l’Italia lungo il sentiero della libertà), fu assai sanguinosa. Gli Americani persero 2.700 uomini, i Britannici 2.800, 600 i Canadesi, 4.500 i Tedeschi e 4.700 gli Italiani.

  • Migliaia furono anche le vittime civili: 300 ad esempio, per effetto dei bombardamenti alleati, nella sola Caltagirone, 124 nel piccolo centro di Troina, teatro di una feroce battaglia insieme alla vicina Agira. I Tedeschi riuscirono però a portare sul continente gran parte degli uomini e degli armamenti fino ad allora dislocati in Sicilia. Per l’Italia erano cominciati i 22 mesi più duri della guerra.
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