8 Marzo, Usb: sciopero generale

Firenze – 8 Marzo, la festa è amara, lo sciopero generale. Ci ha pensato l’Unione sindacale di Base a raccogliere i dati delle disuguaglianze e della violenza di genere in tutte le forme attraverso le quali pervadono la vita delle donne. In particolare, i dati riguardanti le storiche disuguaglianze sul lavoro subite dalle donne, raccolti in decine di assemblee, sono stati messi nero su bianco in”Donne sull’orlo di una crisi di numeri”.
Differenziali retributivi, segregazione nei settori poveri, barriere in ingresso al lavoro, precarietà, part-time involontario, dimissioni in bianco all’atto dell’assunzione, molestie nei luoghi di lavoro, pensioni povere, sono tutto ciò che prepara e invita allo sciopero generale indetto per domani.

Senza dimenticare l’incombenza di quel lavoro oscuro, domestico e di cura, che continua a pesare sulla vita delle donne, quantificabile in 50 miliardi e 600 milioni di ore di lavoro gratuito delle donne contro i 41 miliardi e 700 milioni di ore di lavoro retribuito dell’intera popolazione maschile e femminile, altro motivo della chiamata allo sciopero, come spiega la nota dell’Usb.

“Un lavoro completamente gratuito e privo di riconoscimento sociale e che anche quando entra nel mercato è tra i più sfruttati e malpagati e, nella maggior parte dei casi, delegato alle donne straniere e migranti – precisano dal sindacato – destinato a crescere ad ogni stadio di arretramento del welfare pubblico, sempre più privatizzato e sempre meno accessibile a quanti non sono in grado di permetterselo”.

Sono i dati riportati dall’Usb, estratti da una ricerca pubblicata dall’ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro) dal titolo evocativo “Faccende pericolose”, a permettere di capire la natura e l’ampiezza del problema.

“Le casalinghe – si legge – sono 7milioni e 338mila, lavorano gratuitamente 20 miliardi e 349 milioni di ore annue pari a 2539 ore a testa, corrispondente a 49 ore settimanali. Più della metà vive al sud ed ha una media di 60 anni circa”. Il valore economico di questo lavoro oscuro non è mai stato stimato dalle statistiche ufficiali, l’unico dato viene da un’indagine di ProntoPro.it che stima tale valore pari a 3.045 euro netti al mese.

I dati, sempre della stessa ricerca, che riguardano gli infortuni sono impressionanti: “nel 2017 sono state coinvolte in incidenti domestici circa 600.000 casalinghe. Le lesioni più comuni sono le fratture (36% del totale), le ustioni (18,5%) e le ferite da taglio (15%). Una recente stima epidemiologica effettuata dall’Istituto Superiore di Sanità valuta in circa 8 miliardi l’anno i costi diretti e indiretti per la collettività derivanti dagli incidenti domestici”.

Anche i dati provenienti dall’ISTAT sottolineano “che la situazione economica delle casalinghe è peggiore di quella delle occupate perché le casalinghe vivono maggiormente in famiglie monoreddito e quindi sono più esposte al rischio di povertà, soprattutto nel Sud. Quasi la metà delle casalinghe (47,4%) afferma che le risorse economiche della famiglia sono scarse o insufficienti”.

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