8 Marzo, mimose e diritti, vecchie lotte ancora attuali

Firenze – Donne, donne in città, donne in corteo. L’8 Marzo chiama a raccolta le donne. Non è la festa delle donne, dicono in tante, mimose in mano, fra i capelli, sulle borse e le sciarpe, perché c’è poco da festeggiare. E’ la riaffermazione di un principio, quello dell’uguaglianza, sia essa sociale, politica, sul lavoro e in famiglia.

E’ un richiamo e un’allerta, di fronte alle uccisioni e alle violenze che non si fermano, non scemano, che sono portate avanti da tutte le culture, tutti gli strati sociali, senza nesso per quanto riguarda istruzione, censo, estrazione sociale.

E’ cominciata questa mattina, la giornata, con donne in giro con la mimosa, vecchie e giovani, con un primo corteo organizzato dal “Collettivo spine” e dal “Collettivo universitario Autonomo”, prodromo di quello, partecipatissimo, organizzato nel pomeriggio da Non Una di Meno che ha visto le manifestanti inalberare slogan attuali contro Pillon e la famiglia tradizionale-unica opzione, insieme a rivendicazioni storiche, come la parità salariale, più consultori in città (richiesto a gran voce l’apertura di un consultorio al presidio sanitario del Lungarno di Santa Rosa), rispetto per donne in quanto donne. In quanto persone.

Foto: Luca Grillandini, Facebook

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