8 marzo: la Madonna delle bambine di Ann Agee

di Daniela Cresti

Firenze – Una piccola cappella nel Borgo di Picille (Antella), screpolata dal tempo, in mezzo a una campagna splendida già preannunciano il dualismo e la relazione reciproca fra sacro e profano. Il profano è il regno dell’esperienza comune, della vita quotidiana, delle attività. Viceversa, il sacro è potenza e forza che dà sostegno, sicurezza e stabilità a tutto quello che è feriale.

Ann Agee (1959 Filadelfia, USA) artista visiva che lavora con la ceramica, traspone nella sua arte  questi concetti integrandoli con sagacia e sano spirito laico. Traspone, nelle sue istallazioni, uno dei dogmi del Cristianesimo senza alcuna accettazione passiva e si chiede  perché La Madonna, Madre delle madri, Lei primo Amore del mondo , Lei madre di Gesù Cristo, tenga in grembo e tra le braccia  sempre e solo un figlio maschio. E perché mai non una rappresentazione al femminile?

Nascono così le opere della mostra Madonna della Bambina, sculture e installazioni di forte impatto emotivo e visivo. Le Madri sono donne comuni, con vesti e capigliature diverse, assunte al trono perché donne, perché procreatrici, perché essenziali nella genesi del mondo.

La plurivocità e la possibilità di interpretazione rendono il visitatore partecipe dell’opera e testimone attivo di questo incontro relazionale sull’amore che non ha sesso, ne’ razza, ne’ pregiudizi.

Ma non è tutto; le Madonne si rapportano alla statuaria medioevale, essendo messe in “trono” su dei supporti, sempre di ceramica, monocromi con la statua, in cui si aprono piccoli cassetti per l’accoglienza di reliquie.

Nelle mostre di Madonne con bambina le istallazioni sono state definite da Fave Hirsc: Una versione femminista della statuaria medioevale

Le Madonne in ceramica di Ann Agee sono “funky ed eleganti “dice sempre la Hirsc e mostrano  la grande immaginazione e capacità creativa dell’artista, che per questa esposizione fiorentina ha presentato opere inedite. Ha lavorato nello studio e nella casa dove ha vissuto per molti anni  Betty Wooddman e che è ancora invasa dalle sue ceramiche e dai suoi disegni.

Un ambiente speciale che sembra aver ispirato e sedotto la Agee che ne era molto amica.

Le sculture prodotte sono policrome e di varie dimensioni, ma in queste opere il colore è moderato rispetto alle installazioni precedenti e l’artista ci spiega che è stata una scelta di semplicità e naturalezza.

Su ogni Madonna troviamo il marchio AGEE MFG, che si riferisce al desiderio  dell’artista di realizzare opere con molti mezzi diversi, dalla carta da parati, ai libri, alle piastrelle da bagno. Confondendo così i confini fra il domestico, il sociale e la produzione artistica.

Questo concetto è basilare per la Agee che usa per sgocciolare sulle sue Madonne intenzionalmente un sac a poche da pasticciere, o stampa sul loro corpo affusolato disegni con un oggetto che serve per tenere sotto il livello dell’olio i carciofi. Nelle sue porcellane-ceramiche, Ann Agee fonde arte e utilità. Ha trascorso due anni in una residenza presso la fabbrica della Kohler Company nel Wisconsin, osservando come venivano prodotti servizi igienici e lavandini, e spesso nei suoi lavori fa riferimento a quella esperienza che è stata fondamentale nel suo percorso cognitivo ed artistico.

Comunque, nelle sue istallazioni, l’icona viene smembrata e profanata. E, parafrasando Fabrizio  De André, ci vien da dire che con la Vergine in prima fila e la Bambina poco lontano Ann Agee si porta a spasso per il paese l’amore sacro e l’amor profano.

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