Firenze – Più austera di così non poteva essere la prima del Fidelio che ieri ha aperto il 78° Maggio musicale fiorentino. Austera e polemica, percorsa da uno strascico di tensione e di parole di fuoco nei confronti della Cgil che ha confermato lo sciopero del personale tecnico. Così tutto è cominciato con l’ingresso sulla scena, platealmente irruente e infuriato da parte del soprintendente Francesco Bianchi, reduce da una giornata di inutili trattative con il sindacato. Bianchi ha mandato avanti il maestro Zubin Mehta in una inedita interpretazione di “ed ecco a voi…”, per dare evidenza alla solidarietà dell’artista nei confronti di chi gestisce il Maggio fiorentino in crisi.
“Atteggiamento irresponsabile di una sigla sindacale che vuole ottenere qualcosa al di fuori di quello che possiamo concedere perché la Fondazione si muove all’interno di una legge”, ha esordito Bianchi citando anche il colpevole, la Cgil. Così per riguardo al pubblico la prima del Fidelio sarebbe stata eseguita “in forma di concerto”, espressione un po’ inesatta visto che l’azione scenica in costume comunque è stata conservata. Fermi dunque gli scenotecnici, fermi gli elettricisti, i datori di luce, “anche il microfono in sciopero”, ha ironizzato Mehta a chi del pubblico faceva presente l’acustica insufficiente sulle parole del soprintendente.
Anche il sindaco Dario Nardella ha usato parole di fuoco: “Questo gesto della Cgil è un clamoroso autogol che colpisce il prestigio di Firenze, un atto grave, dannoso, verso la città, la fondazione, la musica, l’opera, privo di fondamento, incomprensibile”. La Cgil è accusata di corporativismo cieco: “In un periodo in cui ci sono migliaia di persone che perdono il lavoro – ha detto ancora Nardella – penso che di fronte ad una cosa del genere bisognerebbe avere un minimo senso della realtà”.
Così tutto il dramma musicale di Beethoven si è svolto con la scena del secondo atto, quello del carcere sotterraneo, freddo e plumbeo anche quando tutti cantano il lieto fine della storia. In sala, insieme al sindaco Nardella, il sottosegretario alle infrastrutture Riccardo Nencini, molti esponenti del mondo della politica, dell’economia e della cultura. Presenti anche alcuni ex soprintendenti, tornati sul luogo del delitto. C’era anche Bruno Vespa, fra i più fotografati della serata.
Ma tutta la tensione, la polemica, la delusione sono state spazzate via dall’eccezionale prestazione dell’orchestra e del suo direttore. Così la musica ha vinto: una esecuzione della Leonore 3 come quella udita ascoltata ieri sera è stata un memorabile pezzo di arte musicale. Grande successo e grande emozione alla fine.