All’inferno ci andavo in Porsche… e adesso, a Santiago de Compostela, ci vado a piedi. Ebbene sì: incredibile ma vero, sono partito una delle tre grandi mete storiche di pellegrinaggio del mondo cristiano (le altre due sono Roma e Gerusalemme).
Lo zaino è bell’e pronto, col sacco a pelo legato in cima. Un treno diretto a Nizza. Di lì andrò a Bayonne e da Bayonne a St. Jean Pied-de-Port che è il punto di partenza del cammino che pellegrini di tutto il mondo ogni anno percorrono alla volta del luogo in cui si venerano i resti dell’apostolo Giacomo.
Inutile dirlo, parenti e amici non hanno certo risparmiato sfottò e prese per i fondelli. C’è da capirli, s’intende, abituati com’erano al Pier Francesco notturno, carnivoro e pestifero, da qualche anno a questa parte hanno avuto a che fare con un Pier Francesco diurno, vegetariano e moralista, che critica il consumismo e il pensiero materialistico, che si scaglia contro la pena di morte, l’aborto, le pellicce e il nucleare; abituati com’erano al Pier Francesco mondano e (un poco) menefreghista, si sono ritrovati fra i piedi un Pier Francesco pacifista, animalista, ambientalista, spiritualista e ancora un po’ … trappista!
«Sarai mica diventato anche comunista?» mi ha chiesto mio nonno, preoccupato.
«Quello no, nonno. Stai tranquillo.»
C’è da perdonarli, dicevo, se fanno un po’ di ironia, vista la situazione. Anche se, a dirla tutta, chi mi conosce bene non si è stupito affatto della mia decisione di partire per Santiago de Compostela, così come l’estate scorsa non si è stupito di vedermi partire prima per Medjugorje e per Sarajevo e poi per l’Islanda.
Per quanto mi riguarda, le etichette – da quella (in realtà del tutto fuori luogo) di libertino, a quella di redento (da chi? da cosa?) e di pellegrino – mi stanno un po’ strette. E non è nemmeno corretto parlare di un vero e proprio cambiamento visto che mi interesso a questi argomenti “spirituali” dalla bellezza di dieci anni, per la precisione dal settembre del ’99, quando ho vissuto alcune esperienze assai particolari. Più che un cambiamento, dunque, è stata un’escalation. Negli ultimi dodici anni, infatti, parallelamente all’attività letteraria, ho condotto un viaggio personale, intellettuale prima ancora che spirituale, attraverso l’esoterismo, la fisica quantistica, il cristianesimo, l’astrologia, la new-age, le filosofie orientali e la saggezza dei bikkhu (monaci buddisti), arrivando alla conclusione che le risposte ai grandi interrogativi della vita non solo ci sono, ma sono sempre le stesse, anche se spesso formulate in maniera diversa.
Chiaramente, non posso profondermi nei dettagli di questo multiforme percorso in questa sede… diciamo solo che ho da poco terminato la stesura di un libro di 700 pagine che forse non bastano a esaurire l’argomento. Pertanto, rimando i lettori all’uscita del volume in oggetto ed – eventualmente – a un nuovo appuntamento su questi schermi a impresa compiuta (a cammino finito).
Che Dio vi benedica.