Firenze – Sessant’anni fa, nelle prime ore del 5 agosto 1962 (erano circa le 4,30) Marilyn Monroe fu trovata morta nella sua casa di Los Angeles. Aveva 36 anni. L’ipotesi più accreditata è che si fosse suicidata con i barbiturici (o che fosse stata una morte accidentale). Alcuni hanno formulato ipotesi che fosse stata uccisa ma moventi e individuazione di possibili mandanti appaiono molto labili, delle leggende metropolitane (c’è addirittura chi ha parlato di una morte simulata).
Da quel momento, come è accaduto per altre persone famose morte nel fiore degli anni, Marilyn entrava nel mito. Ma, in realtà, anche prima di quel tragico 5 agosto era per molti versi un personaggio cult , icona della bellezza e del sex appeal, per le forme morbide e per le misure 90-60-90 che divennero un leitmotiv delle sue biografie.
Era castana ma adottò un look con capelli biondo-champagne o biondo-platino che s’ adattavano meglio al suo incarnato. Fu una scelta di forte impatto che la portò a divenire la testimonial nel XX secolo di un topos della cultura occidentale, da Elena di Sparta alla Laura del Petrarca, alle eroine dell’Ariosto e del Tasso.
Il fascino delle chiome bionde era già stato esaltato da attrici come Jim Harlow e Veronika Lake ma erano immagini eteree, irraggiungibili. Invece Marilyn inaugurò un fenomeno di massa.
Oggetto del desiderio per gli uomini, modello di bellezza per le donne divenne anche emblema dello star system hollywoodiano che pure, per ironia della sorte, non aveva mai saputo apprezzarla appieno.
Se rivediamo i suoi film ci accorgiamo che non era solo la bomba sexy . Interpretava ruoli che sembravano “semplici” ma avevano invece una significativa complessità .Allumeuse ma mai donna di facili costumi, ingenua ma spesso finta ingenua, maliziosa che si compiaceva di apparire “oca giuliva” per far poi capire che non lo era affatto.
Tratti che troviamo impersonati, ad esempio, in Quando la moglie è in vacanza, un suo film cult, a cominciare dalla celeberrima scena del vestito plissettato che si solleva al vento proveniente da una grata, scena riproposta da innumerevoli citazioni
E inoltre, Gli uomini preferiscono le bionde o A qualcuno piace caldo dove ila linearità del personaggio zuccheroso è solo apparente.
Tra le interpretazioni più significative merita soffermarsi anche su La magnifica preda, (1953) , Giungla d’asfalto(1950) dove aveva una particina ma che dette una svolta alla sua carriera, o La tua bocca brucia (1952) che, (meglio il titolo orginale: Don’t Bother to Knock) è un noir di intensa drammaticità.
E Niagara (1953) un thriller che avrebbe potuto inaugurare un ruolo di dark lady.
Ma si avvalgono di pregevoli interpretazioni anche molti altri film (cito per tutti, a titolo di esempio, Fermata d’autobus, del 1956, Il principe e la ballerina del 1957 e Gli spostati del 1961 su soggetto e sceneggiatura dell’ex marito Arthur Miller .
Tra l’altro, i matrimoni con il popolare campione sportivo Joe Di Maggio poi con il famoso scrittore e commediografo Arthur Miller contribuirono al mito della donna più ambita.
E’ poi memorabile per l’icona di bellezza e sensualità, la performance del 19 maggio 1962 al Madison Square Garden, quando,nel corso di una festa per i 45 anni del Presidente Kennedy cantò Happy Birthday, Mr. President,. Indossava un abito molto attillato che le era stato cucito addosso, arricchito da migliaia di lustrini, considerato antesignano del nude look.
Che sotto questa patina sfavillante ci fosse però una personalità complessa e tormentata lo rivelano le sue poesie, scritte su copioni o su tovaglioli di carta.
In una di esse si parla di “Trentacinque anni vissuti con un corpo estraneo”
ed esclama “Ma io non sono Marylin / io sono Norma Jean Baker”.
Ad accrescere questi tormenti contribuivano certamente anche i traumi dell’infanzia e dell’adolescenza. Poiché la madre era afflitta da gravi disturbi mentali passò tra orfanatrofi e famiglie affidatarie e conobbe maltrattamenti, frustrazioni.
Per quanto riguarda il rapporto fra la Monroe e lo star system, consiglio di leggere la poesia di Pier Paolo Paolini intitolata appunto Marilyn che compare come voce fuori campo nel film La rabbia in cui le foto dell’attrice si alternano a immagini della passione di Cristo. Una poesia che è difficile citare perché per poterla capire appieno deve essere letta per intero.
Quanto al mito della star , da ormai sessant’anni sembra intramontabile. Il vestito di Happy Birthday è stato venduto nel 2016 per 4,8 milioni di dollari. ed è stato indossato da da Kim Kardashian al Met Gala del 2022.
Il ritratto di Andy Warhol intitolato Shot Sage Blue Marilyn ha realizzato un record storico all’asta di Christie’s (195 milioni di dollari).
Per gli amanti di cimeli sono stati venduti all’asta i suoi abiti di scena, corsetti, scritti autografi, perfino le lastre del suo torace.
Un mito che resiste perché impersona quell’America che usciva dal dopoguerra e anticipava la joie de vivre ma anche la fragilità dei favolosi anni ‘60.