Firenze – Li possiamo incontrare nelle strade di Firenze, con in mano un giornale da esibire e da vendere. I “senza dimora” hanno una rivista, “Fuori binario”, che li aiuta a uscire dall’isolamento e a procurarsi un piccolo reddito.
Oggi quel giornale compie trent’anni: e la ricorrenza è stata celebrata a Firenze con una giornata di riflessione e confronto che si è sviluppata questa mattina a Palazzo Strozzi Sacrati, nella sala Pegaso e che si è conclusa nel pomeriggio alla mensa della Caritas in piazza Santissima Annunziata.
Al centro dei lavori il tema del “Giornalismo redistributivo”, espressione che è stata utilizzata per condensare uno dei compiti essenziali di riviste come “Fuori binario”, che da una parte garantiscono l’espressione del pensiero e delle idee e, allo stesso tempo, però, permettono al venditore “senza dimora” di poter far fronte ad alcune primarie necessità materiali.
“Sono onorata di poter festeggiare in una sede istituzionale il trentesimo compleanno di un giornale che è un grande strumento di consapevolezza e di sostegno per molte persone senza dimora” – ha detto l’assessora alle politiche sociali e abitative Serena Spinelli, che ha partecipato all’intera giornata. “Fuori binario – ha proseguito – rappresenta un prezioso laboratorio di riflessioni e di idee, anche per favorire la conoscenza e l’attenzione sulle cause sistemiche di ogni povertà. E’ importante ribadire sempre, in particolare in un’occasione come questa, che la povertà non è una colpa individuale, ma è determinata da molteplici fattori sociali e rimuoverne le cause è una responsabilità collettiva.
“Questo giornale poi – ha concluso Serena Spinelli – assolve anche altri compiti: è uno strumento di relazione, e quindi di inclusione e di comunità, ed è un supporto economico per queste persone, che possono chiedere offrendo un prodotto giornalistico di qualità, in uno scambio all’insegna della dignità”.
“Fuori Binario è un giornale unico per la città di Firenze”, ha detto il direttore responsabile Cristiano Lucchi. “Da 30 anni accompagna le persone più fragili nella conquista di un piccolo reddito di sussistenza. Lo fa cercando di dare ai lettori informazioni e strumenti critici per comprendere le cause strutturali, politiche, economiche e culturali che producono povertà, esclusione sociale, sofferenza, e dare così un contributo alla loro rimozione. Questo anniversario – continua – è un’occasione propizia per rafforzare il concetto di autorappresentazione di chi il giornale l’ha fatto e continua a farlo, scrivendo articoli e poesie, fotografando, disegnando, riportando ai lettori una narrazione frutto di un punto di vista unico nel suo genere: quello di chi non ha casa e vive in strada; di chi è stato espulso dal mondo del lavoro o è costretto al lavoro povero; di chi non ha garantito il diritto alla salute e ne paga le conseguenze quotidianamente”.
La discussione, aperta dagli interventi di Serena Spinelli, di Giampaolo Marchini, presidente dell’ Ordine dei giornalisti della Toscana, e di Andrea De Conno (Anci Toscana), è stata animata nel corso dalla mattina dagli interventi di alcuni giornalisti e diffusori delle testate di strada italiane.
Oltre ai diffusori e giornalisti di Fuori Binario sono intervenuti Piero Di Domenicantonio dell'”Osservatore di Strada” edito in Vaticano; Leonardo Tancredi del bolognese “Piazza Grande”; Marta Zanella di “Scarp de’ tenis” edito a Milano e Alessio Giordano, di “Zebra”, unico giornale di strada bilingue diffuso in Alto Adige.
Un momento particolarmente toccante è stato quando quattro targhe sono state consegnate ai fondatori e alle fondatrici del giornale, nel lontano 1994: Alessandro De Angeli, Giovanni Ducci, Sondra Latini e Maria Pia Passigli.
Nel pomeriggio sono intervenuti rappresentanti delle associazioni del terzo settore, docenti universitari, attivisti dei movimenti sociali, figure da sempre vicine al mondo dei senza dimora.
Tra i temi sviluppati il rafforzamento del punto di vista dei “giornalisti senza dimora” e la possibilità di costituire una modalità di lavoro e confronto continuativa nel tempo tra le varie testate; il confronto sugli atteggiamenti da assumere in caso di atteggiamenti discriminatori, passivi o latitanti verso i senza dimora; la valutazione di eventuali proposte normative a vantaggio di chi vive ai margini.