Sant’Anna di Stazzema – Sant’Anna di Stazzema, nel luogo dell’eccidio la cerimonia del 25 aprile. Colpisce all’arrivo nella piazza la presenza di un gruppo di tedeschi, giovani studenti in viaggio per uno scambio culturale. La loro Europa è ben diversa da quella che il 12 agosto 1944 tra queste montagne sprofondò nell’abominio. Salgo con loro fino al memoriale e la giovialità iniziale sparisce dai volti, passo dopo passo. La memoria avvolge e commuove.
Arrivano i gonfaloni e le autorità. Risuona il silenzio prima degli interventi. Il discorso ufficiale è affidato al ministro della Giustizia Andrea Orlando: “Il compito delle Istituzioni è agire per far vivere il 25 aprile ogni giorno, continuando a tessere il filo della conoscenza. Perché abbiamo il dovere di conoscere anche quello che non possiamo comprendere. Così possiamo corrispondere al senso profondo delle parole di Primo Levi: Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre. Conoscere è necessario. Anche perché il dolore, il sangue delle vittime innocenti degli eccidi del nazifascismo, l’eco delle ferite, delle vite spezzate di Sant’Anna di Stazzema, non parla solo al nostro passato, parla al nostro presente.”
Il ministro ed esponente di spicco del Partito Democratico è visibilmente commosso, e durante l’intervento si gira spesso verso Enrico Pieri, sopravvissuto e oggi presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna. Per Orlando: “C’è un concetto di Norberto Bobbio, che mi sembra attuale come non mai. La Resistenza “sospesa”. Sospesa sino alla nuova prova, se questa prova si rendesse necessaria. Oggi siamo di fronte a nuove prove. La prima prova è non restare indifferenti.”
Un lungo e caloroso applauso chiude l’intervento di Andrea Orlando, per non dimenticare la Liberazione.
Foto: il ministro della Giustizia Andrea Orlando depone una corona a sant’Anna di Stazzema